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«Allenatori senza patentino? È come riportare indietro il calcio di trent'anni»
UNO SCANDALO: L'UNICO CASO AL MONDO

«Allenatori senza patentino? È come riportare indietro il calcio di trent'anni»

Rossano Loi, allenatore classe 1957, dall'alto dei suoi trent'anni di esperienza in panchina, prende la parola per esprimere il suo disappunto sulla possibilità, in Prima e Seconda categoria, di vedere in panchina allenatori privi di patentino e riconoscimento.

Rossano, questa novità ha suscitato la disapprovazione di tantissimi tuoi colleghi; come pensi che dovreste reagire?

«Secondo me noi allenatori ci dovremmo costituire parte civile, come parte offesa, contro federazione e coni per abuso di professione. Poco tempo fa il Coni e la Figc hanno stampato e pubblicato un manifesto sul diritto del giovane calciatore di poter avere delle persone qualificate e competenti che insegnino calcio e sport in generale».

A maggior ragione, quindi, oggi dovrebbero esserci più garanzie.

Queste persone, perché il diritto sia garantito, devono possedere il regolare attestato o patentino. Gli esempi sono tanti: ci sono i diplomi e gli attestati di partecipazione ai corsi per istruttore delle giovanili e per allenatore di base: diplomati e laureati in scienze motorie, etc…».

Rossano Loi: indignato all'idea che si possa allenare senza i requisiti minimi

Qual è invece la situazione attuale?

«Oggi, invece, cosa fa il nostro presidente federale dei dilettanti? Porta il movimento sportivo calcistico indietro di trent'anni, quando i patentati erano pochi e le società non potevano avere tutti allenatori qualificati. Ora invece che ci sono tantissimi allenatori bravi e competenti, provvisti di patentino, che non trovano una squadra da allenare».

Ci spiegheresti il perché? »

«Perché siamo troppi: il bacino da cui pescare è in crescita ma la richiesta è sempre la stessa. Con la nuova norma ci ritroveremo con più allenatori senza patentino ad allenare rispetto a quelli che il patentino, giustamente, hanno dovuto conquistarlo. È uno scandalo unico al mondo».

Ricordiamo che è un’anomalia che non ti vede direttamente coinvolto.

«Giustissimo: sono indignato ma non parlo per interesse personale. Perché mi reputo fortunato. Alleno da trent’anni e da ben dieci anni in Promozione e in Eccellenza. Quindi la nuova norma non mi tocca personalmente, ma questa non è solo una battaglia di categoria ma una battaglia civile che riguarda tutto il movimento calcistico e che colpisce in modo particolare la parte più importante e' più sana del calcio "i calciatori" finirebbero allenate da persone meno competenti e qualificate con danni non solo dal punto di vista tecnico -tattico ma sopratutto dal punto di vista fisico e psicologico».

In questo articolo
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2010/2011
Tags:
Intervista