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Prima Categoria
Il tecnico: «Il lavoro alla fine paga sempre»

Atletico Cabras, salvezza targata Nino Cuccu: «I ragazzi hanno centrato un'impresa, per noi è come aver vinto il campionato»

Considerando l'avvio disastroso, un punto raccolto nelle prime sei uscite, era difficile anche e solo immaginare che l'Atletico Cabras avrebbe potuto ottenere la salvezza con addirittura tre giornate d'anticipo: un risultato formidabile quanto clamoroso, che porta la firma indelebile di mister Nino Cuccu, capace, sin dal suo arrivo ai primi di novembre, di cambiare volto ad una squadra demoralizzata, contratta, quasi impaurita, sino a renderla una delle più belle sorprese del girone, chiedere conferma al Fonni capolista di Coinu in questo senso, in grado di totalizzare 38 punti, di cui ben 20 nel girone di ritorno, con ancora 270 minuti davanti.
Il tecnico, peraltro abituato a queste imprese, può finalmente godersi i frutti dolcissimi del suo lavoro, e svela tutti i segreti che stanno dietro alla rinascita dei giallo-neri, culminata con la quinta vittoria consecutiva, e decisiva, ai danni del Monterra.

 

«Volevamo chiudere il discorso domenica, e fortunatamente è andato tutto per il verso giusto: sapevamo che dagli altri campi potevano arrivare ottime notizie per noi, ed eravamo allo stesso tempo consapevoli che si trattava di una partita alla nostra portata.
La prestazione è stata decisamente buona, ma ciò che contava era il risultato».

 

Una salvezza che ha un sapore particolare:
«Ottenuta con tre giornate d'anticipo – conferma Cuccu-, evitando lo spauracchio dei play-out; si tratta di un traguardo inimmagginabile sino a pochi mesi fa, importante quanto vincere un campionato.
Ho sempre pensato che il lavoro, alla fine, paga: se ti impegni durante la settimana, i risultati arrivano».

Eppure la situazione di partenza non era delle più semplici, con la squadra ancorata in fondo alla classifica:
«Per prima cosa, ho cercato di compattare lo spogliatoio: è il primo passo per intraprendere un percorso di crescita importante come il nostro. Poi mi sono concentrato particolarmente su tre aspetti: quello atletico, quello tattico e quello mentale.
Tutti remavano dalla stessa parte, nessuno ha mai mollato, smentendo di fatto tutti coloro che ci vedevano già in Seconda Categoria. Ho avuto la fortuna di avere a disposizione un gruppo di ragazzi che mi ha seguito con grande fiducia ed ha creduto nelle proprie potenzialità: le dieci vittorie sono un dato emblematico».

 

In questo senso, spicca il colpo grosso piazzato nella tana del Fonni.
«Non ci siamo sicuramente presentati da loro con l'idea di fare una scampagnata: con il tempo, i ragazzi hanno sposato la mia filosofia, che è quella di andare a giocare a viso aperto contro chiunque.
Nel calcio, nove volte su dieci la squadra più forte vince, ma come diceva Mazzone, non puoi mai sapere, alla vigilia, se quel determinato incontro rientra nel campo ristretto delle eccezioni (ride). Abbiamo disputato una partita perfetta – continua -, siamo stati bravi a fare gol, a differenza dei nostri avversari, che probabilmente ci hanno anche sottovalutato un po'.
Se scendiamo in campo con il giusto spirito, diventiamo un ostacolo duro per chiunque. Alla fine dei giochi, abbiamo conquistato tre punti assolutamente fondamentali».

 

Che vi hanno permesso, soprattutto, di archiviare nel migliore dei modi un periodo piuttosto negativo, con la sconfitta rimediata a Bitti che probabilmente rappresenta uno dei punti più bassi della vostra stagione.
«La partita peggiore della mia gestione, senza ombra di dubbio, assieme a quella disputata ad Abbasanta. Il classico incidente di percorso, ma a dire il vero non siamo mai scesi in campo.
Dopo quella battuta d'arresto, ci siamo guardati in faccia, chiarendo diverse cose: da quel momento non ci siamo più fermati».

 

Per l'allenatore, si tratta dell'ennesima scommessa vinta:
«Non mi sono mai tirato indietro, nemmeno di fronte alle sfide più ardue: tre anni fa ho preso il Ghilarza che si trovava all'ultimo posto in Promozione e l'ho lasciata in Eccellenza; diciamo che nel corso della mia carriera mi è già capitato di risollevare squadre date per spacciate».
Decisivo, il colloquio con i vertici del club:
«Ho incontrato un presidente che aveva la mia stessa voglia di dare il massimo e un traguardo ambizioso da raggiungere, non potevo di certo rifiutare».

 

La dedica per questo storico successo è una logica conseguenza:
«Ringrazio tutti i dirigenti, che si sono sempre mostrati molto presenti e vicini, mettendoci nelle condizioni migliori, nonostante le difficoltà, di dare il massimo.
Ci tengo inoltre a ringraziare i miei più stretti collaboratori, il preparatore atletico e quello dei portieri, ma i veri protagonisti sono stati i ragazzi, davvero splendidi: una mezione particolare in questo senso va a capitan Matteo Musu, ma tutti sono stati formidabili, volevano fortemente questo risultato e sono stati bravi a crederci».

 

Ormai mancano soltanto tre giornate al termine della stagione: può darci qualche anticipazione sul suo futuro?
«Per il momento, cerchiamo di chiudere il campionato nella parte alta della classifica; c'è la volontà, da parte nostra, di continuare a lavorare con serietà. Per il resto, ci sarà tempo per discutere, ora è decisamente prematuro affrontare questi discorsi».

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2014/2015
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Sardegna
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