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Seconda categoria
«Giocare senza pressioni ha fatto la differenza»

Colpo grosso dell'Olmedo, Pinna non si scompone: «Campionato perso da tutte le altre, ma noi bravi a crederci»

In pochi si aspettavano che il Cus Sassari potesse davvero lasciarsi sfuggire un titolo che, per buona parte della stagione, sembrava ormai irrimediabilmente messo in cassaforte, tenuto così al riparo dagli attacchi, seppur insistenti, di tutte le inseguitrici.
La prima sconfitta stagionale rimediata dagli universitari, materializzatasi soltanto alla ventunesima giornata, al cospetto di un Olmedo cinico, determinato e caparbio, ha però letteralmente fatto saltare in aria tutti i pronostici, dando inizio, se si vuole, ad un nuovo torneo: l'autostima e la convinzione dei ragazzi terribili allenati da mister Gianluca Pinna è cresciuta esponenzialmente, al contrario invece di quanto accadeva in casa dei diretti rivali, caduti sorprendentemente nelle sabbie mobili, risultate poi fatali, di un'involuzione tecnica, tattica e psicologica inaspettata.
Il tecnico analizza questo finale di stagione assolutamente pirotecnico e si gode un successo che, è facile capire i motivi, ha dell'incredibile.

 

«Non eravamo sicuramente noi la squadra che avrebbe dovuto vincere questo campionato, ma le cose, in realtà, sono andate diversamente: le altre mollavano, noi invece insistevamo con la nostra corsa. Forse – ammette Pinna – si tratta più di una questione di demerito dei nostri avversari, anche se c'è comunque da dire che abbiamo disputato un ottimo girone di ritorno, ma non dimentichiamo che eravamo sempre e comunque una matricola,e che davanti a noi, almeno nei pronostici della vigilia, c'erano almeno altre 4-5 squadre: Ossese, Lanteri, il Thiesi, il Torralba, senza dimenticare Ittiri e Pietraia».

 

Il carattere, forse più di ogni altro aspetto, ha fatto la differenza in questo entusiasmante sprint finale.
«Questo gruppo ha evidenziato una compattezza notevole, ma ci ha aiutato probabilmente il fatto di non avere particolari pressioni alle spalle. La squadra è cresciuta tanto con il passare del tempo, e nel girone di ritorno abbiamo raggiunto il top della forma.
Da quel momento, siamo scesi in campo senza nessuna paura, giocando a viso aperto e con la mente sgombra».

 

La vittoria interna strappata al Cus Sassari oggi assume un peso particolarissimo.
«Non pensavo mollassero in maniera così netta dopo la prima sconfitta; noi siamo stati bravi invece a strappare un bel pareggio su di un campo difficile come quello del Thiesi, a cui è seguita la splendida vittoria a Torralba, un risultato che senza dubbio ci ha ulteriormente galvanizzato, considerando che da loro non è stato facile per nessuno.
Giocare tre delle ultime quattro gare in casa ci ha avvantaggiato, perchè tra le mura amiche quest'anno la squadra ha davvero concesso pochissimo».

La sconfitta rimediata contro la Lanteri è un dato che proprio per questo fa riflettere, ma il tecnico minimizza l'accaduto.
«In quei giorni c'era una delle feste più importanti per il nostro paese, un fattore che pesa per una squadra così giovane come la nostra (ride)».
Rischiavate però di rimettere tutto in discussione: avete avuto la paura di rovinare tutto sul più bello?
«Non c'era nessuna tensione negativa, credimi. Dopo quella sconfitta, ci siamo allenati al meglio: i ragazzi erano convinti di poter ripartire bene; a tre giornate dal termine non sarebbe stato bello perdere il primato, ma se anche fossimo arrivati secondi non sarebbe cambiato niente per noi».

 

Il campionato si è deciso soltanto all'ultimo: non avete fallito il match-ball decisivo, offrendo tra l'altro una grandissima prova di personalità.
«I nostri avversari ce l'hanno fatta penare, giocando la partita a viso aperto; c'era tanta gente a fare il tifo per noi, e fortunatamente le cose si sono messe nel binario giusto senza grosse complicazioni. Loro non avevano grossissime motivazioni, ma non ci hanno sicuramente regalato i tre punti».

 

A differenza dei vostri avversari, siete riusciti a gestire le pressioni in maniera impeccabile.
«Tutto merito di questo gruppo – taglia corto Pinna -, composto da giovani con la testa sulle spalle; discorso che vale anche per la società, che non ci ha mai fatto mancare niente.
Il presidente si è confermata una grandissima persona, nonostante sia alla prima esperienza nel calcio. Siamo un club modesto, che non ha risorse alle spalle».

 

Spesso, più dei quattrini, conta la professionalità nello svolgere il proprio lavoro, e in questo senso l'Olmedo, con il suo staff tecnico in prima linea, non è stato secondo a nessuno.
«Mi documentavo sulle avversarie, soprattutto su quelle più forti, mandavo sempre qualcuno ad assistere alle altre partite.
In Seconda Categoria però non si può pretendere più di tanto a livello tattico, anche se abbiamo lavorato bene, probabilmente nessuno a parte noi sosteneva tre allenamenti settimanali; in questa dimensione, ciò che fa la differenza è la coesione dello spogliatoio, è importante tenere tutti sulla corda, anche se è difficile chiedere dei sacrifici ad un ragazzo che non percepisce nessun rimborso economico».

 

Le premesse in vista del futuro prossimo sono ottime, ma Pinna mantiene un profilo basso.
«Questi discorsi spettano alla società; la nostra piazza sta incominciando a fare gola un po' a tutti, in tanti si vorrebbero avvicinare alla squadra, ma noi puntiamo senza mezzi termini sui ragazzi locali. Vedremo un po' cosa succede, anche per quanto riguarda la riconferma dell'allenatore (ride).
Sarà importante mantenere questo gruppo – continua -, con l'innesto di 2 o 3 pedine la salvezza è assolutamente alla portata; per raggiungere altri traguardi, servono giocatori importanti».

L'ultima battuta è dedicata ai ringraziamenti, «che vanno in particolare a tutti i dirigenti e soprattutto al presidente Sergio Vargiu, una persona che per l'Olmedo ha fatto davvero tanto».

In questo articolo
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2014/2015
Tags:
Sardegna
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