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Ferreira, gol all'esordio col Tergu e poi l'incubo: «Avevo appena rivisto la luce, se il ginocchio è rotto di nuovo smetto col calcio»
Il bomber ko, si era operato a maggio: «Che sfiga»

Ferreira, gol all'esordio col Tergu e poi l'incubo: «Avevo appena rivisto la luce, se il ginocchio è rotto di nuovo smetto col calcio»

L'infortunio, l'operazione, il recupero, il rientro sul terreno di gioco, il gol su rigore e, ora, la grande paura. La giornata di ieri per Patrick Ferreira è un misto di gioia, per l'esordio in maglia del Tergu (girone B di Promozione) con tanto di gol, e di avvilimento, perché costretto ad abbandonare il campo prima del fischio finale. Il ginocchio operato a maggio per la ricostruzione dei legamenti, e rinforzato con tanta fisioterapia e palestra, ha rischiato un nuovo crac. «Un movimento banale - spiega l'attaccante brasiliano ex Valledoria - stavo andando incontro alla palla, faccio la finta al difensore e mi si è piantato il piede. Il ginocchio non è andato in rotazione per fortuna, un po' fa male ed è gonfio, domani vado a farmelo controllare da chi mi ha operato (il professor Stefano Piras, ndr) e, nel frattempo, incrocio le dita». Il bomber che ha firmato venerdì, e che il neo-tecnico Stefano Udassi ha gettato subito nella mischia ad inizio ripresa contro la Macomerese, resta fiducioso: «Non voglio minimamente credere ad un nuovo infortunio, se penso che c'è il rischio di dover rivivere il calvario appena passato dico subito che smetto di giocare a calcio». Perché rientrare nel tunnel dopo aver visto la luce sarebbe una mazzata tremenda: «Ora non ce la farei mentalmente ad affrontare di nuovo tutto il percorso di recupero, perciò resto fiducioso e spero di cuore che possa essere solo un incidente di percorso». Gli occhi di Ferreira si illuminano al pensiero della gara di ieri che segnava l'esordio stagionale: «Sono entrato bene in partita, ho fatto immediatamente gol su rigore e ne ho sfiorato altri due. Cercavamo la prima vittoria stagionale, io ero molto carico e volevo ripagare la fiducia della società del Tergu e del mister che mi ha messo in campo con la speranza di recuperare lo svantaggio. Maledetta sfiga...».

 

Patrick Ferreira si è infortunato all'esordio-gol col Tergu ma Patrick Ferreira ha scelto il Tergu perché è stato il club che l'ha visto recuperare passo dopo passo: «Da un mese mi stavo allenando con loro, è stato molto cortese il mister Massimiliano Nieddu (esonerato una settimana fa, ndr) e il suo vice Matteo Serra, che è stato mio compagno di squadra nel Valledoria quando ho giocato per la prima volta coi rossoblù 5 anni fa. Poi c'è stato il cambio in panchina e pensavo di continuare per conto mio gli allenamenti, invece la società mi ha voluto e abbiamo trovato l'accordo economico». La scelta di scendere di categoria ha una motivazione ben precisa: «Mi è nato da poco più di tre mesi mio figlio, Flavio Thiago, io vivo a Valledoria e non volevo viaggiare tanto in questo periodo. A metà settembre ho avuto una richiesta dal San Teodoro, loro erano disposti anche ad aspettarmi e a me avrebbe fatto piacere rimanere in Eccellenza». Poi i galluresi di Tatti hanno colto al balzo l'occasione per prendere Umberto Festa dalla Ferrini e la trattativa è sfumata. Ma, in quel periodo, il 28enne brasiliano iniziava le prime corsette e pensava a riprendere al meglio il tono muscolare. «Sono stato operato il 20 maggio scorso per la ricostruzione di un solo legamento crociato, perché l'altro non era lesionato, ho passato l'estate a fare rieducazione. Mi è mancato il beach soccer che faccio ogni anno con la Nazionale brasiliana». Con la moglie Maria Antonietta che, tra l'altro, era in procinto di partorire, Patrick ricorda tutte quelle cose banali che affrontava quotidianamente ma che, nella fase post-operazione, si trasformavano in problemi a volte insormontabili: «Nei primi giorni avevo bisogno di essere lavato, poi quando ho iniziato a mettere il tutore e mia moglie era incinta ci aiutavamo per vestirci, specie per infilare le scarpe, lei aiutava me e io lei. Un disastro, per fortuna che ci hanno dato una grossa mano i miei suoceri». Il 5 luglio scorso, poi, la gioia immensa per la nascita del figlio. «Avevo ancora le stampelle e lo tenevo in braccio, sensazione unica. L'abbiamo chiamato Flavio perché così si chiama mio padre, abbiamo aggiunto Thiago perché piaceva a tutt'e due». Coi geni del padre, il piccolo Ferreira farà calcio. «Spero sia un bomber e che faccia una miglior carriera del papà», si augura Patrick. Che è arrivato in Italia nel 2007 per giocare col Dorando Pietri Capri in Eccellenza, poi il salto in Lega Pro con il Manfredonia (Seconda Divisione). A dicembre 2008 la rescissione il contratto per chiudere la stagione nell'Eccellenza emiliana con il San Felice sul Panaro. Nel 2009/10 arriva in Sardegna, al Valledoria, e segna subito 18 gol in Eccellenza, l'anno dopo altre 11 reti ma solo perché nella prima metà della stagione non va tanto bene alla Torres, al terzo anno coi rossoblù d'Anglona però segna altre 22 reti respingendo la proposta dell'Olbia. Nel frattempo ha conosciuto Maria Antonietta, sorella di Pancrazio Lepori ex capitano dei doriani passato quest'estate proprio al Tergu. Due anni fa l'esperienza non positiva al sud Sardegna, prima a Villaputzu col Porto Corallo (4 gol) e poi a Cagliari col Progetto Sant'Elia (1 gol) in serie D. La scorsa stagione ha rivestito la maglia del Valledoria e la media-gol è immediatamente ridecollata (17 reti). In estate l'addio ai rossoblù e non solo per l'infortunio: «Non abbiamo trovato l'accordo e amici come prima, ci siamo chiariti nel frattempo e spero tanto che facciano una bella stagione. Li ho visti contro il Porto Torres, entrambe si salveranno». L'Eccellenza però gli sembra meno competitiva: «A parte le prime cinque, e col San Teodoro che sta riprendendosi, mi sembra un campionato meno competitivo dell'anno scorso. Peccato perché avrei segnato tanti gol ancora».

 

Li farà col Tergu («Il gruppo è valido») sperando che non si ripresentino i vecchi dubbi di quando stava recuperando la condizione fisica: «Il ginocchio si gonviava e avevo liquido, perciò pensavo sempre: "Mi darà noie". Oppure, quando vedevo le prime amichevoli del Tergu e certi contrasti dicevo: "Io quelle entrate non riuscirò mai più a farle». Poi però il ginocchio diventa sempre più forte e da vincere c'è solo la paura mentale: «Ad un certo punto è solo una questione di testa, il timore lo vinci facendo le prime partitine e vedendo che il ginocchio regge. All'ultima visita di controllo il professor Piras mi ha detto: "Vai in campo e segna 50 gol"». Ora riandrà nel suo studio sperando di ricevere solo buone notizie: «Faccio un po' fatica a stendere la gamba ma cammino da solo. Avevo appena rivisto la luce dopo un periodo brutto. Spero tanto non sia niente di grave». Non resta che incrociare le dita.

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2014/2015
Tags:
Sardegna
5 Andata
Girone B