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Il nuovo corso di Virgilio Perra alla Frassinetti: «Voglio divertirmi con pochi anziani e tanti giovani, saremo competitivi»
«A Elmas sono a casa in una società di amici»

Il nuovo corso di Virgilio Perra alla Frassinetti: «Voglio divertirmi con pochi anziani e tanti giovani, saremo competitivi»

È un vulcuno d'idee e ha la voglia di un ragazzino ma, soprattutto, intende trasferire il suo sapere e la sua competenza a tutti quei ragazzi che vogliono crescere nel calcio partendo da una categoria non d'avanguardia. Virgilio Perra alla Frassinetti Elmas è la dimostrazione che un tecnico che ha il patentino per guidare club di serie A, può rimettersi tranquillamente in gioco in una società emergente e non blasonata, non trascurando affatto che i legami affettivi e logistici abbiano comunque giocato a favore di una trattativa che ha portato uno dei tecnici sardi di maggior spessore a guidare una squadra che solo due anni fa si è affacciata per la prima volta in Promozione. Il perché di questa scelta lo spiega lo stesso 57enne tecnico di Elmas, che ha allenato in serie C2 nel Casale, in serie D con Atletico Elmas, Villacidrese, Nuorese, Selargius e Arzachena, e che ha vinto in Eccellenza campionati record con l'Atletico Cagliari e la Nuorese: «Intanto perché non ho paura di ricominciare dal basso e né penso che un campionato di Interregionale avesse potuto arricchire ulteriormente il mio curriculum. E poi perché vado in una società nella quale c'è Benni Meleddu, un amico d'infanzia, e mai avrei pensato che un giorno proprio lui potesse essere il mio presidente, il vice è Paolo Saba che è stato mio compagno di squadra quando ero nel Sinnai e un mio giocatore quando allenavo il Carloforte, mentre con Raffaele Desogus giocavamo in strada a Elmas e poi a fine carriera in Seconda quando ero un morto io e un morto lui. Allenare a Elmas, a pochi metri da casa mia, benché fossi disposto ad andare pure in Cina, mi permetterà di divertirmi e non certo di condurre una squadra stellare».

 

Virgilio Perra riparte dalla Promozione con la Frassinetti ElmasEcco, alla notizia di Virgilio Perra sulla panchina della Frassinetti si è immediatamente associato il conseguente acquisto di giocatori cosiddetti "big"

«Niente di tutto questo anche perché non l'avrei accettato io una soluzione del genere. Nessun big arriverà, terremo parte dei giocatori che hanno fatto bene l'anno scorso, un numero ristretto di "anziani" con un cospicuo ringiovanimento della rosa per una questione economica visto che la società non è certo ricca. Tra l'altro ero pronto ad accettare una sfida ancora più spinta con due o tre "anziani" e poi solo giovani del '96 e '97, credo che invece arriveremo a comporre una rosa di 20-22 giocatori di cui 13-15 "under" e 7 "anziani" tra i quali giocatori del '93 e '94»

Il progetto della Frassinetti cosa prevede?

«Di ristrutturare il settore giovanile facendo crescere la scuola calcio ben sapendo che in un anno non puoi certo fare miracoli per di più partendo da una categoria, per la prima squadra, non certa ambita. Ma ricordo che quando arrivai al Selargius in Eccellenza, si facevano gli Allievi e i Giovanissimi provinciali ma due anni dopo già vincevamo i titoli regionali oltre che arrivare in serie D con la prima squadra. Di sicuro bisogna lavorare ma questo non spaventa me né tantomeno la società» 

Il tempo non gioca tanto a vostro favore sia per la costruzione della squadra in Promozione che nelle altre categorie

«Si è persa qualche settimana non tanto nella conferma o meno degli "anziani" quanto nell'organizzare il programma per visionare i giovani che verranno presi dalla Frassinetti. La società doveva fare però alcune valutazioni economico-organizzative e da giovedì scorso abbiamo iniziato i primi raduni con una leva di calciatori del '97, '98 e '99. Coi giovani c'è un lavoraccio da fare, devi convincerli del progetto perché non siamo neanche in una categoria appetibile. Quando poi in una prima squadra devi aggiunere solo due o tre giovani allora è anche semplice farlo ma quando ne devi prendere una decina è un po' più complicato. Però ho già visto qualcosa di interessante, prenderemo quei giocatori che saranno all'altezza della Frassinetti, rimarrà qualche giovane dell'anno scorso e dalla Juniores ne avremo degli altri che andranno in prima squadra»

La storia dice che i giovani allenati da Perra hanno poi fatto un'ottima carriera, anche nei professionisti

«All'Atletico in serie D, nel 2003-04, facevo giocare ventenni o quasi come Marco Manis, Alessandro Steri, Alessio Figos, Marcello Angheleddu e Matteo Mancosu e c'era Emerson che aveva 23 anni, giocatori che poi hanno fatto la serie C e sono arrivati in A come Emerson nel Livorno o Mancosu ora col Bologna. L'anno dopo a Nuoro, i più forti erano sempre i ventenni o giù di lì, perché avevo portato dall'Atletico Steri, Mancosu ed Emerson, poi c'era Giuseppe Atzori che è dell'82, Pierpaolo Garau dell'83 come Gennaro Troianiello che ha ottenuto la quarta promozione in serie A di fila. Giuseppe Meloni è dell'85 mentre Cappai era un bambino, un Allievo del 1989 che ho ritrovato poi nella Villacidrese con Mancosu e che ho portato ad Arzachena. Anche nel Selargius ho fatto esordire tanti ragazzi in serie D di 17-18 anni come Federico Boi e Sergio Nurchi che l'anno prima già facevo giocare in Eccellenza, mentre Federico Melis in D l'ho messo titolare a 16 anni. Fra un giovane di prospettiva e un anziano mediocre preferisco sempre il primo, specie se devi costruire un futuro alla società. La differenza è che prima sui giovani che facevi giocare in serie D riuscivi ad ottenere una valutazione anche alta nei prestiti alle squadre di categoria inferiore, piazzarli serviva anche per sopravvivere; adesso è molto diverso, ci sono meno soldi in giro e i giovani sono il futuro di ogni società. Però, quando vedi che un Mancosu segna 25 gol in serie B, per me che l'ho allenato per 6 stagioni c'è grande soddisfazione, qualcosa penso di avergli insegnato»

Oltre all'amicizia verso la dirigenza della Frassinetti cos'altro ha inciso nel fare questa scelta? 

«Perché ho voglia di divertirmi lavorando coi giovani e aiutandoli a crescere come giocatori. Gli ultimi anni sono stati devastanti, non tanto dal punto di vista economico visto anche se ci ho rimesso soldi e infatti sono pure in causa con alcune società, quanto per la gestione della squadra in contesti disastrosi come quello di Porto Corallo, nelle trasferte partivo da solo con la squadra e sembravamo dilettanti allo sbaraglio. Eppure nelle squadre che ho allenato, mai fatto uno sciopero e spesso ci siamo salvati benissimo anche quando durante la stagione venivano tagliati dei giocatori»

Cosa dire, invece, della società Frassinetti? Tante stagioni tra Seconda e Terza categoria e poi una crescita enorme negli ultimi 5-6 anni

«Io andai con Benni Meleddu nella sede della Frassinetti quand'era in Terza categoria e il vecchio presidente con le chiavi in mano stava per chiudere definitivamente i battenti. Lui ha passione per il calcio e nei primi anni c'era pure il figlio che ci giocava. Poi anche con l'arrivo di Paolo Saba, che è stato un ottimo giocatore e ora è un bravo dirigente, la società è cresciuta in modo esponenziale fino ad arrivare in Promozione, senza sponsor alle spalle. In tutti questi anni ho sempre seguito la Frassinetti in Terza e poi in Seconda nella tribunetta al campo del Quartiere del Sole a Cagliari, l'estate scorsa parlai con Raffaele Desogus che aveva tenuto l'Atletico Elmas dopo che Tonino Orrù non la iscrisse in Eccellenza, ho fatto incontrare le due società e la fusione ha ridato a Elmas una buona categoria e alla Frassinetti un bell'impianto, in una posizione che abbraccia bene tutto l'hinterland cagliaritano. Per questo dico che il settore giovanile potrà crescere molto»

A fine stagione Virgilio Perra si sentira soddisfatto se?

«Se tutti i ragazzini che ho schierato avranno fatto grandi miglioramenti. So già che molti di loro partiranno avendo grandi difficoltà tattiche e nei tempi di gioco ma, a fine anno, spero siano cresciuti tutti e si siano divertiti tutti, io per primo. D'altronde, ho vinto dei bei campionati in Eccellenza, ho fatto ottime stagioni in serie D ma io ricordo sempre con tanto piacere l'esperienza di Carloforte, nel 1999-2000 in Eccellenza: eravamo reduci da una campionato di vertice ma il presidente Stefanelli era disperato e voleva ritirare la squadra. Non l'ho mollato e ho rischiato, affittammo un campo a Cagliari in terra battuta, quello del Cep di Franco Capone, avevo una squadra di Juniores e Allievi più qualcuno oltre i vent'anni come Nicola Puddu, Giovanni Ruggiu, Manrico Porceddu che, preso in prestito, fece pure 15 gol; in porta c'erano Federico Cocco e Gabriele Onnis, entrambi del '79, chiesi a Paolo Saba (attuale vicepresidente della Frassinetti, ndr) di darmi una mano, volli anche Berlucchi e Cadelano che poi vennero con me l'anno dopo all'Atletico quando stravincemmo in Eccellenza. Senza staff e secondo, gestivo tutto io da solo, Stefanelli pensava facessimo una figuraccia e invece ci salvammo benissimo. Perciò dico che non ho paura di rimetteremi in gioco, in questo momento c'è grande crisi, molti allenatori nei professionisti portano lo sponsor e allenano per 1.500 euro al mese, il secondo in serie B fa la fame, alla mia età non vado in giro per l'Italia a prendere cantonate. Il calcio è uguale in tutte le categorie, ai giocatori dico sempre di essere seri sia se prendono 1000 euro o che giochino gratis»

In Promozione quanti allenamenti verranno fatti?

«Se uno vuol fare calcio seriamente ci vogliono almeno 4 allenamenti, non sono tanti e sono il minimo per incidere. Nel basket i bambini ne fanno 4 o 5 alla settimana, il giovane che fa calcio deve capire che se vuole crescere deve allenarsi. Il giocatore "anziano" può obiettare per i rimborsi spese, lo so, ma se un giocatore mi dice che sono troppi allora non è da Frassinetti, se uno ci tiene deve essere contento di allenarsi, molti giocheranno gratis nella speranza di andare più avanti. Con le tante amicizie che ho fatto nel calcio un po' ti segnalano i più bravi da prendere ma io non punto a far arrivare il più bravo alla Frassinetti ma quello con la testa giusta per migliorarsi, che ha fiducia in quello che faremo con la società»

Che campionato farete?

«Ancora non si capisce chi farà una squadra veramente forte sulla carta, noi di sicuro saremo competitivi, gli "anziani" sono pochi ma bravi e mi aspetto molto da loro. Col Selargius conquistammo la serie D proprio dopo che ci fu un ridimensionamento a dicembre con l'uscita di giocatori bravi come Pilleri, Atzori, Castricato, Falciani e con Argiolas infortunato. La panchina era tutta di ragazzini con Ragatzu, Sedda, Piselli, io guardavo sempre cosa facevano le squadre in basso, invece acchiappammo il 5° posto e nei playoff non subimmo più un gol. Certo, se al portiere Antinori fosse venuto un raffreddore saremmo stati rovinati però con l'arrivo, cammin facendo, di Sartor e Frongia avevamo un undici competitivo anche perché trai fuoriquota Nurchi era diventato giocatore e Boi era migliorato tanto. Speriamo si ripeta un'annata del genere»

Che giudizio dare alla Frassinetti di Michele Filippi, ora passato a guidare gli Allievi del Cagliari?  

«L'anno scorso non ho visto una gara di Eccellenza mentre in serie D solo Selargius-Olbia, però ho seguito spesso la Frassinetti, qualche volta anche in trasferta, e non ha mai perso, perciò portavo pure fortuna. La squadra era organizzata e giocava bene, forse fin troppo bene per la categoria, la vera lacuna era che difettava nella personalità nei giocatori, non c'era chi prendesse la squadra per mano però ce n'erano alcuni importanti, specie in attacco, come Curreli, Meloni e Cois ed era divertente vederli giocare»

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2014/2015
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Sardegna