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Sul futuro: «Si parla di fusione, sarebbe un bene»

Il Siniscola si gode la salvezza, capitan Cau applaude i suoi compagni: «Reazione eccellente nel momento di maggior difficoltà; contro la Montalbo gara praticamente perfetta»

In casa Siniscola ci si aspettava una stagione dura, ma nessuno poteva immaginare che le cose si complicassero a tal punto da dover rimandare il discorso salvezza allo spareggio play-out, novanta minuti di fuoco contro i cugini della Montalbo, che si presentavano al confronto con tutti i favori del pronostico, anche grazie ai cinque punti di vantaggio con cui avevano chiuso, al quartultimo posto, il campionato.
Il calcio però, è bello ed entusiasmante proprio perchè spesso e volentieri lascia spazio ad incredibili sorprese: in questo senso, il tre a zero piazzato dai verde-azzurri è un risultato eccezionale, maturato al termine di una delle prestazioni migliori dell'anno, in cui tutto ha funzionato alla perfezione. Capitan Maurizio Cau, vero e proprio pilastro del gruppo, fedelissimo alla casacca del suo paese sin dall'età di cinque anni, ripercorre il cammino dei baroniesi, partendo proprio dall'ultima tappa.

«In tanti ci davano già per spacciati – ammette Cau - : le sensazioni, anche nei paesi limitrofi, non erano proprio positivissime per noi. Dal punto di vista fisico, affrontavamo una situazione complicata, con diversi infortunati fuori causa, ma in campo le cose sono andate in maniera diversa: abbiamo buttato il cuore oltre l'ostacolo, in una partita secca può succedere di tutto, dando il massimo dall'inizio alla fine, ed è arrivato questo 3 a 0 che nessuno di noi alla vigilia si sognava minimamente».
Il Siniscola ha acciuffato in extremis i play-out, dopo una stagione decisamente turbolenta. «Nessuno pensava di vivere un campionato così difficile: siamo stati costretti a lottare con tutte le nostre forze per acciuffare gli spareggi, con la salvezza diretta che ormai era fuori portata già da diversi mesi». Un'annata sfortunata da più punti di vista. «Gli infortuni e le varie assenze sono state la costante negativa per eccellenza. Quando eravamo al completo abbiamo messo assieme quattro vittorie di fila, ma poi alcuni giocatori fondamentali per noi come Gavioli, Volpe, Mastio hanno rimediato dei brutti problemi fisici, a cui si sono aggiunte le squalifiche, tra l'altro, di Saporito e Piga. Non è semplice affrontare le partite, alcune anche molto delicate, con metà squadra fuori».

I quattro pareggi ottenuti nelle ultime cinque gare pesano, a conti fatti, come un macigno: l'1 a 1 rimediato contro il Sorso è il momento più emblematico in questo senso. «C'era poco da fare: ci siamo trovati con l'acqua alla gola, con un piede e mezzo in Prima e i play-out che diventavano un miraggio. Nel momento di massima difficoltà, contro le squadre più ostiche, siamo stati bravi a remare tutti dalla stessa parte, senza disunirci. Contro il Sorso dovevamo per forza prendere almeno un punto, un match, se vogliamo, ancora più difficile rispetto all'andata, considerando poi che i rapporti non sono mai stati proprio ottimi (ride). Penso proprio che quella sia stata la gara della svolta per noi».
Con l'organico al completo, il Siniscola ha dimostrato ampiamente di potersela giocare con chiunque. «Siamo sempre stati consapevoli della nostra forza, del valore dei singoli: c'era la sensazione di poter dire la nostra, contro qualsiasi avversario, su ogni campo; i valori però cambiano se non puoi contare su tutti gli effettivi. All'andata contro il Sorso ad esempio abbiamo subito il 2 a 1 al 92', un'azione viziata da un fuorigioco evidente, tant'è che il guardalinee l'ha segnalato all'arbitro che ha deciso però di convalidare la rete. Tra le soddisfazioni più belle, il netto 3 a 1 rifilato di fronte al nostro pubblico all'Usinese».
Il capitano traccia un bilancio a livello personale. «Potevo fare molto di più, sicuramente, ma ho comunque dato il massimo. Questo è il primo anno in cui son stato così male a livello fisico, ho giocato molte partite in condizioni precarie, per necessità. Non riuscivo a riposare, ad allenarmi come avrei voluto per rimettermi in forma; ho rimediato due distorsioni alla caviglia, ma mi è capitato di scendere in campo ugualmente dopo una settimana di stampelle, per dirtene una».
Mantenere alto il morale della truppa è stato uno dei compiti più difficili. «A livello psicologico si trattava di una situazione decisamente delicata, soprattutto per i fuori quota. Per i grandi magari le cose erano un tantino più semplici, siamo un gruppo unito, per l'80% tutti di Siniscola, ci frequentiamo anche al di fuori del campo, ma i problemi personali si sommavano alla situazione catastrofica in classifica. Eppure, ce la siamo cavata piuttosto bene, soffrendo ogni giorno della settimana. Non volevamo arrenderci alla retrocessione, anche se le critiche ci facevano piuttosto male».
Poi è arrivato il momento della festa: vi siete tolti un bel peso dallo stomaco. «E' stato un bel dopo gara, diciamo pure che qualche birretta è volata sino a tarda notte (ride). L'unico rammarico è che a retrocedere siano stati i cugini della Montalbo, l'entusiasmo era un po' smorzato in questo senso, con il paese spaccato a metà; non poteva essere tutto perfetto come due anni fa, in occasione della prima salvezza». Il futuro apre a scenari interessanti: «Qualcuno parla già di fusione, anche se poi, come spesso capita, ci sarà da discutere. A me sembra un progetto valido, che permetterebbe di puntare maggiormente sui talenti del posto. Una soluzione che garantirebbe una rosa di qualità e quantità, oltre a garantire magari maggiori risorse economiche da investire per completare ll'organico con qualche elemento da fuori. Per quanto mi riguarda, non so proprio che dire: gioco al Siniscola da quando ho cinque anni, sono stato abbastanza fedele, mi sembra, nei confronti di questa squadra (ride)».
Tra gli artefici della salvezza, un posto di primo piano lo merita mister Mereu, subentrato in corsa al posto di Dario Pau. «Il suo ruolo è stato fondamentale, c'è poco da dire: ci ha rimesso in carreggiata, nonostante il gruppo, al suo arrivo, fosse demotivato e sgretolato. Ha lavorato sulla tenuta atletica, puntando a farci recuperare le energie e l'autostima; fortunatamente, è andato tutto per il verso giusto».

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2015/2016
Tags:
Sardegna
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