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Promozione
«Gli episodi negativi hanno complicato il cammino»

Ilvamaddalena, la festa dopo la battaglia, Averini: «Il successo di un'isola intera, le difficoltà contribuiscono ad aumentare la nostra felicità»

La stagione dell'Ilvamaddalena assomiglia ad un romanzo di formazione, dove il protagonista è costretto ad affrontare varie prove e difficoltà prima di raggiungere, classico lieto fine, il traguardo tanto agognato. A metà gennaio, all'indomani della vittoria con l'Ozierese, il titolo sembrava ormai in cassaforte, tanta era la superiorità dimostrata sino a quel momento, sul piano tecnico, tattico e caratteriale, dalla fuori serie guidata da mister Alberto Averini, e i nove punti di vantaggio nei confronti della diretta inseguitrice sembravano un gap impossibile da colmare. Ma il calcio, proprio come la vita, nasconde insidie e trabocchetti ad ogni curva: nessuno poteva immaginare che la capolista precipitasse in un vortice nero di sfortuna ed episodi negativi che ne hanno progressivamente minato le certezze, oltre che la situazione in classifica. Nel momento più critico, il gruppo, senza l'esclusione di nessun elemento, è chiamato a buttare il cuore oltre l'ostacolo, in uno sforzo che diventa poi un capitale importante sul piano dell'esperienza. Quella dei maddalenini è una storia che sa regalare emozioni vere e sincere sia ai protagonisti e sia al pubblico di tifosi e appassionati: in definitiva, si tratta dell'aspetto più genuino del calcio dilettantistico. La sensazione che comunque rimane, alla fine dei giochi, è che l'Ilva sia riuscita a complicarsi terribilmente la vita, caricando di pathos una stagione che invece sarebbe potuta risultare molto più monotona.

«La sfida con l'Ozierese è stato il punto decisivo: vincendo, siamo andati a +9 in classifica nei confronti del Sorso, al termine di una partita sentitissima, quasi un derby, contro una squadra che in quel momento attraversava un ottimo momento di forma. Siamo usciti da quel confronto con l'entusiasmo al massimo, eppure, ci sono stati pesanti risvolti negativi: l'espulsione rimediata da Siazzu, l'infortunio al setto nasale di Arricca, oltre al lutto che ha colpito Matteo Spina». Tutti elementi che hanno portato ad un digiuno di vittorie lungo cinque turni. «Dai nove punti di vantaggio siamo passati ad appena quattro lunghezze, per poi tornare a +7. Gli alti e bassi nel corso di una stagione vanno messi necessariamente in conto, in più noi abbiamo affrontato sette squadre nel loro massimo periodo di forma, che contro di noi azzeccavano la partita della stagione. Nessuno però ci ha mai messo veramente sotto, ci tengo a precisarlo, con i risultati che spesso venivano determinati da episodi particolari. Forse abbiamo abbassato la guardia, pensavamo di avercela già fatta, ed invece non è stato così».

Il passo falso più cocente è stato quello rimediato in casa del Sorso: «L'unica gara in cui i ragazzi non mi son piaciuti, non eravamo noi. Probabilmente il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma le cose sono andate diversamente. Ho sempre mantenuto la calma e la tranquillità, perchè continuavamo a lavorare con grande concentrazione».
La paura di veder sfuggire un traguardo alla portata è sempre tanta: «Un sentimento che ci ha condizionato, non lo nego, anche perchè comunque ci tenevamo molto a ottenere questo primo posto. La squadra non era contratta come possono far credere i risultati, la verità è che il campionato di Promozione è equilibrato e vincere non è semplice, altrimenti non sarebbero passati quindici anni dall'ultima volta in cui l'Ilva ha centrato questo obbiettivo». La prima parte di stagione è stata entusiasmante. «Siamo partiti bene, con un'ottima organizzazione alle spalle; avevamo le idee chiare su quello che dovevamo fare, riuscendo ad offrire un buon gioco sin dall'esordio. Con il passare del tempo, è normale, gli avversari tendevano a chiudersi e ad affrontarci con stimoli sempre maggiori, eravamo costretti a costruire l'azione scoprendo il fianco a pericolose ripartenze, ma siamo stati bravi a venirne fuori, anche se non è stato facile gestire la tensione».

Le concorrenti non hanno mai mollato. «Se devo essere sincero, simpatizzavo per il Tempio, ho avuto la possibilità di giocare assieme a Cassitta, è sempre un piacere affrontarlo, e per l'Usinese, la squadra che esprimeva il gioco migliore». Alla fine, l'ha spuntata il Sorso: «Con grande merito. E' stata l'unica squadra che dopo aver battuto noi ha vinto anche la sfida successiva. La loro determinazione è stata la chiave per il secondo posto, dobbiamo fare loro un grande applauso».
L'ultima sfida contro l'Alghero si è rivelata più complicata del previsto. «Una gara condizionata dal fortissimo vento, ma nonostante questo siamo stati in grado di costruire tre o quattro occasioni da gol, ma Pierangeli è stato eccellente. Siamo passati in svantaggio sugli sviluppi di un calcio di punizione velenosissimo, però, come accaduto spesso quest'anno, la squadra ha sempre rialzato la testa. Ci siamo abituati, sapevo che avevamo la possibilità di ribaltare il punteggio, e così è stato». Averini racconta un aneddoto bello quanto importante: «Alla fine del primo tempo ci siamo abbracciati tutti quanti negli spogliatoi prima di tornare in campo; ho ricordato ai ragazzi il sentimento che ci lega a questa squadra e questa maglia, siamo un'anima unica». La doppietta di Siazzu ha risolto, come capitato molto spesso, il rebus. «Peccato solo per quel rigore concesso in maniera un po' ingenua, ma sul 2 a 2 la partita era ormai finita, anche perchè l'Alghero sapeva dei risultati sugli altri campi e a noi andava bene così. Non restava altro da fare che gestire gli ultimi minuti, pensando alla festa». Che, come prevedibile, è stata bellissima. «Il calcio dilettantistico è un mondo fatto di valori e spirito di appartenenza, lo sport si identifica con la comunità. Negli ultimi anni, abbiamo raggiunto e condiviso salvezze anche piuttosto rocambolesche, avevamo voglia di far scoppiare una gioia maggiore, più pura, e ci siamo riusciti. E' stato fantastico vedere un migliaio di persone al campo, i bambini contentissimi, le premiazioni e le manifestazioni d'affetto»

In definitiva, il tutto si traduce in un'esperienza preziosissima. «La vittoria di un'isola intera, un risultato incredibile per me, considerando che era la mia prima avventura con la Prima Squadra dopo tre anni di settore giovanile. Nessuno pensava di poter raggiungere questi traguardi, ma a livello personale, ci tengo a sottolinearlo, puntavo a far crescere questo gruppo, non solo sul piano calcistico, elementi come Siazzu ad esempio hanno davvero poco da migliorare in questo senso, ma su quello umano, un discorso che riguarda i più anziani, il punto di riferimento all'interno dello spogliatoio, come i più piccoli. Rappresentano il futuro di questo club, sono il capitale più importante che abbiamo, proprio per questo va coltivato al meglio». Il tecnico ha saputo gestire la sua squadra con grande professionalità e buon senso. «Non è facile allenare i tuoi ex compagni; per via di una scelta rischi di compromettere un rapporto che durava da anni, ma fortunatamente ho avuto la possibilità di lavorare con persone intelligenti, ho espressamente chiesto di avere a disposizione alcuni elementi proprio per questo motivo, basandoci su stima e fiducia reciproca».
Sbirciando nel futuro prossimo, ci son tutte le premesse affinchè Averini prosegua il lavoro con l'Ilvamaddalena. «Difficilmente riesco a vedermi in un altro posto; valuteremo la mia posizione, il mio incarico, quando avremo le idee più chiare sugli obbiettivi che la società vuole raggiungere nel campionato di Eccellenza: è una sfida che richiede risorse finanziare e umane di ben altro livello rispetto alla Promozione; l'Ilva per prima cosa dovrà crescere sul piano della struttura societaria».
Il finale è un classico: spazio alle dediche e ai ringraziamenti. «Ci tengo a spendere due parole per la mia famiglia, ma in particolare per mia moglie: non solo sopporta una passione impegnativa come questa, ma la alimenta, la gestisce, ne attenua le delusioni. Tra di noi c'è una condivisione, di beni e di emozioni; questo successo è anche merito suo».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna
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