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Kosmoto tra le grandi, l'euforia di Marco Carboni: «Un risultato straordinario che coinvolge un paese intero»
Il presidente: «Spini è uno dei migliori tecnici»

Kosmoto tra le grandi, l'euforia di Marco Carboni: «Un risultato straordinario che coinvolge un paese intero»

Vincere è sicuramente uno degli aspetti più dolci del calcio, ma per farlo non basta avere una squadra composta da elementi di primo livello, gestiti da un tecnico capace, professionale e attento ad ogni singolo dettaglio; c'è bisogno anche e soprattutto di una società forte alle spalle, che sappia supportare il lavoro quotidiano dello staff tecnico e dei giocatori con entusiasmo, prima di tutto, e con competenza; che sappia rinnovarsi nel tempo, che sia in grado di mettersi obbiettivi sempre più ambiziosi senza perdere però il buon senso, fondamentale per mantenere l'umiltà e dunque la rotta, fattori chiave per chi ha intenzione di costruire qualcosa di solido e duraturo, merce rara in un mondo in cui brillano, ad intermittenza, troppi fuochi di paglia destinati irrimediabilmente a spegnersi nel nulla, tra il silenzio e l'indifferenza generale dopo poche stagioni.


La Kosmoto Monastir è diventata, i fatti lo testimoniano in maniera inequivocabile, un vero e proprio punto di riferimento del panorama calcistico sardo, e gran merito va sicuramente al suo presidente, Marco Carboni, che ha saputo prendere per mano il suo club e accompagnarlo in un processo di crescita incredibile, catapultandolo dalla Seconda Categoria all'Eccellenza nel giro di quattro anni, un ruolino di marcia mostruoso, un biglietto da visita di tutto rispetto con cui presentarsi nel palcoscenico più prestigioso.
Il secondo posto ottenuto alle spalle della Ferrini, una piccola delusione dopo una stagione regolare disputata al massimo, ha permesso ai bianco-azzurri di confrontarsi con realtà importanti come Dorgalese e Tonara, in sfide decisive e dunque assolutamente impegnative, sia sul piano tecnico-tattico che su quello caratteriale: la Kosmoto ne è uscita, se vogliamo, ancora più forte, perchè maggiormente consapevole nelle proprie grandissime potenzialità.

«Un risultato straordinario, che non era assolutamente preventivato – dichiara il presidente della Kosmoto, Marco Carboni – e che proprio per questo ci rende felicissimi. Siamo partiti con altre ambizioni, ma strada facendo abbiamo capito che potevamo dire la nostra nella lotta per le prime posizioni; si tratta di un risultato storico».

 

Frutto del lavoro svolto, tra l'altro, dalla società, che negli ultimi cinque anni è stata un esempio per quanto riguarda la programmazione, l'organizzazione e la gestione della squadra e delle varie risorse.
«Il nostro è un caso particolare: il direttivo è composto da un gruppo di amici che condividono con entusiasmo l'identica passione per questo sport, non c'è dunque il classico imprenditore che comanda da solo.
C'è stato, nel tempo, un profondo processo di riorganizzazione interno al club, ma non possiamo dimenticare l'aiuto, determinante, che ci ha dato l'amministrazione comunale; con un campo sportivo nuovo ed eccellente come quello a nostra disposizione, ad esempio, è sicuramente tutto più facile».

 

Un progetto legato a doppia mandata ad una comunità intera:
«A differenza della Ferrini, ad esempio, che ha una grossa società alle spalle, ma che in sostanza è una delle tante squadre di Cagliari, noi rappresentiamo un intero paese, che ci ha spinto verso questo traguardo, ci ha accompagnato con calore ed affetto dalla Seconda Categoria alla Promozione, passando per la Prima e ora, ne sono sicuro, lo farà in questa bellissima avventura chiamata Eccellenza.
E' fantastico toccare con mano l'entusiasmo della gente: a Macomer c'erano 500\600 persone che hanno fatto grandi sacrifici pur di supportare i ragazzi, i veri artefici di questa impresa».

Domenica in particolare hanno dimostrato di saper soffrire, oltre a giocare bene al calcio.
«Molti di loro vantano esperienze importanti in categorie superiori, mi riferisco a Farci, Lai, recuperato dopo un grave infortunio, Zanda, Fanni e Ligas; il loro livello tecnico non è in discussione, anzi, ma non si sono tirati indietro nemmeno quando c'era da stringere i denti e lottare, con grinta e determinazione; hanno fatto una grande partita, ed il discorso riguarda ovviamente tutti i nostri giovani, eccezionali».

Per l'ennesima volta, è emersa tutta la forza di una compagine che nel corso della stagione ha saputo esprimersi, con continuità, ad altissimi livelli.
«Sono stati bravi – continua - soprattutto a mantenere la tranquillità, la serenità, nonostante lo svantaggio, e a proporre il nostro solito gioco; il campo ci ha dato ragione, la vittoria è arrivata soltanto ai rigori ma i giochi potevano concludersi tranquillamente nell'arco dei 90' regolamentari.
Ad un certo punto del match la superiorità è stata netta, favorita probabilmente dall'uomo in più, non lo escludo: i nostri avversari erano sulle gambe, non facevano altro che cercare con insistenza la loro punta; noi invece, con grande pazienza, continuavamo a sviluppare la manovra, da grande squadra».

In questo senso, puntare su un tecnico come Riccardo Spini è stata una scommessa vinta con il massimo dei voti.
«Un allenatore bravo, capace e serio, che non va mai oltre le righe, uno dei migliori per come riesce a gestire il gruppo; ci ha ripagati alla grande».

 

Peccato soltanto per la vittoria del campionato sfumata per un nonnulla.
«Un po' dispiace, è chiaro, ma onore alla Ferrini, si sono rivelati più bravi. Siamo arrivati allo sprint finale – ammette Carboni – un po' scarichi, poi fortunatamente ci siamo ripresi piuttosto bene».

 

A partire dalla sfida con la Dorgalese, forse l'impegno più delicato.
«Avevamo tutto da perdere: giocavamo in casa, con due risultati su tre a disposizione; non potevamo sbagliare. Con quella vittoria abbiamo spianato la strada ai nostri sogni; dal punto di vista psicologico è stato importantissimo, senza quella tappa non ci sarebbe stata la promozione».

Il presidente si conferma un esempio di sportività e di correttezza, una dote preziosa che con il tempo anche gli avversari, e gli addetti ai lavori, hanno imparato ad apprezzare e che riguarda, di fatto, la società nel suo complesso.
«Ci tengo a fare i complimenti, di cuore, a Dorgalese e Tonara per aver dato vita, assieme a noi, a due domeniche di autentica festa sportiva, malgrado tutte le preoccupazioni della questura di Oristano che, per la finalissima, si aspettava una battaglia. E' una cosa che mi ha fatto veramente piacere: onore a loro e alle rispettive tifoserie, davvero splendide».

 

A differenza di molti altri, il progetto della Kosmoto Monastir ha la caratteristica di essere estremamente solido, strutturato per durare nel tempo: quali sono le prospettive in vista del futuro?
«Nell'immediato, ci concentreremo sulla festa in piazza in cui verrà coinvolto tutto il paese, vogliamo goderci al meglio questo momento, ce lo meritiamo.
Per il resto, con il mister e con Matteo Zanda, che oltre ad essere il nostro portiere ricopre il ruolo di direttore sportivo, faremo il punto della situazione e cercheremo di capire cosa manca a questo gruppo per poter disputare un campionato tranquillo in Eccellenza, senza dimenticare però uno degli obbiettivi primari: far crescere i nostri giovani talenti».

Il presidente divide i meriti del successo in parti uguali:
«Ringrazio l'amministrazione comunale, in questi quattro anni non ci hanno fatto mancare nulla; gli sponsor, che ci hanno sostenuto con grande spirito di amicizia; tutti i dirigenti che mi hanno sopportato e supportato, e i ragazzi, compresi coloro che non sono più con noi, ma che in passato hanno contribuito alle vittorie della Kosmoto, soffrendo nei campi polverosi di Seconda Categoria e portando a casa punti preziosi nel campionato di Prima».

In questo articolo
Squadre:
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Campionato:
Stagione:
2014/2015
Tags:
Sardegna