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Madau: "Si è riaccesa la voglia di partecipazione, il senso d'identità, d'appartenenza. Il movimento è in crescita"
il segretario della Lega su patentini e fuoriquota

Madau: "Si è riaccesa la voglia di partecipazione, il senso d'identità, d'appartenenza. Il movimento è in crescita"

Antonello Madau è un fiume in piena. Dalla sua scrivania, negli uffici del comitato regionale sardo, in via Bacaredda a Cagliari, tra cellulari che squillano e colleghi che bussano alla sua porta, il segretario della Lega ragiona a 360 gradi su questo inizio di stagione. Fuoriquota obbligatori, patentati, non patentati, società, comunicati, calendari, insomma il suo pane quotidiano. Il bilancio che stila è positivo. Lo racconta con entusiasmo e quella positività che lo contraddistingue. Spesso celata da un'incazzatura figlia solo della passione che mette nel suo lavoro. I dilettanti. Quel mondo che vorrebbe rimanga pulito, alimentato dal puro diletto.

Pensi Antonello che ci sia stata troppa confusione, quest'estate, in merito alla diramazione del comunicato n. 52. Quello che, in deroga, permette anche agli allenatori privi di abilitazione di sedersi sulle panchine della prima, seconda e degli juniores?

"Che sia chiaro. La lega non ha detto che la società deve far sedere in panchina il primo che passa vicino agli spogliatoi. Dice ben altro. Il communicato 52, sospende l'obbligo di stipulare l'accordo economico che riguarda il rimborso, dall'Eccellenza alla Seconda. L'accordo è congelato. Viene riconosciuta, così la quota, e solo quella, per il rimborso delle spese vive. Allenare, vuole dire praticare un'attività di piacere, non deve essere un lavoro. L'impegno, e capisco bene ce ne debba essere, non deve essere remunerato. Chi fa l'allenatore nei dilettanti spesso dimentica che non è un professionista. Benchè l'impegno e il coinvolgimento, spesso facciano perdere di vista questo concetto basilare. Quindi, che governi la passione"

Si d'accordo ma, nella rincorsa al tecnico più bravo, i primi che perdono di vista questo concetto sono i dirigenti delle società.

"No le società, e lo stanno dimostrando anche in questo preciso momento, cercano di fare il bene degli atleti. Vogliono i patentati, o chi da loro garanzia. Puntano alla preparazione del giocatore. Noi con la deroga, diamo loro, l'opportunità di poter scegliere, nell'ambito delle figure legate alla società, magari un giocatore non ancora patentato. Lo facciamo per permettere alla dirigenza di non dover affrontare, in questo momento di crisi, una spesa importante, quella dello "stipendio" del tecnico. Legalizziamo, passami il termine, il rimborso delle spese vive. Aiutiamo le società, mettendole in condizione di limitarsi a questo esborso. E lo facciamo, in deroga appunto, perchè si possano dotare anche, e lo sottolineo, di un non patentato."

La Lega sta studiando ulteriori strategie per andare in aiuto al settore in crisi?

"Si, ma facciamo un distinguo. La crisi è nell'economie, non nel movimento, che è in continua crescita. Per questo oltre ad aver fermato, rendendole fisse da anni, le tasse di iscrizione ai campionati, elargiamo importi mirati che contribuiscono (spesso anche 1500 euro n.d.r) coi premi disciplina, i palloni, le attrezzature ad affrontare con un po' più di serenità la stagione agonistica."

Ora aspettate la chiusura dell'iscrizioni alla Terza. Pensi ci sia un esodo dei giocatori "anziani" in queste categoria?

"Bene mi fai un assist. Chi lo ha detto che l'obbligo dei 4 fuoriquota stia indebolendo lo spettacolo? E chi ha detto che la terza, la seconda, la prima e la promozione aspettino gli "anziani". Ci sono movimenti, e affiliazioni che crescono e i numeri raccontano di sempre più giovani che si affacciano alla realtà del loro paese. Vogliono vestire la maglia. Come vedi ritorniamo alla passione. Questa crisi ha riacceso la voglia di partecipazione semplice. Il senso d'identità, d'appartenenza. Poi, e i risultati del campionato di Eccellenza (alla terza giornata n.dr.) lo confermano, ci stanno dando ragione. Il gioco è più veloce, i giovani si sentono importanti, hanno lo stimolo ad ambire una maglia da titolare. All'inizio in lotta proprio col parietà. Una concorrenza che genera crescita. Che riporta pubblico nei campi. Genitori, amici, i ragazzi delle giovanili che vanno a vedere la prima scquadra, dove gioca un atleta che non è poi così anagraficamente lontano dal giovanissimo, e dall'allievo. Spesso è ancora allievo. Allora: benvengano Zallu del Castelsardo, Dulcis del Pula, Santona del Fertilia, Trois del Castiadas, e scusate se non li nomino tutti, ma son proprio una bella banda. Quest'anno il tecnico della rappresentativa Juniores avrà un bel lavoro da fare". Antonello Lai

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Stagione:
2011/2012