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Michele Fadda e quella tenace voglia di Nuorese
arriva il transfert, il 18enne a disposizione

Michele Fadda e quella tenace voglia di Nuorese

Spesso nella vita bisogna fare buon viso a cattivo gioco: è un po' quello che è capitato a Michele Fadda, che ha lasciato la Sardegna, assieme ai suoi genitori, per emigrare al nord.
 Una storia abbastanza comune, ma che ci insegna, per l'ennesima volta, che è importante saper fare, per usare un altro detto comune che sembra calzare a pennello, di ogni necessità una virtù.
Più che virtù, in questo caso, si parla però di talento, ovvero quello che Michele mette puntualmente in mostra quando ha un pallone tra i piedi: il freddo e lontano Friuli diventa così un terreno fertile in cui crescere, maturare e in cui togliersi, aspetto non da poco, tantissime soddisfazioni.
La speranza, fino a ieri, era soltanto una: tornare sull'isola, magari non solo per le vacanze, per continuare a crescere e inseguire il grande sogno di diventare un calciatore professionista. Così Michele ha fatto la sacca il 18 agosto, e a pochi giorni dal suo diciottesimo compleanno si è presentato a Nuoro. Alle 10.30 dalla sua borsa ha tolto tutte le sue speranze mettendole in campo, e Bernardo Mereu sabato 24 agosto gli ha regalato la sua prima maglia verdazzurra al Beddu Burrai di Bitti. Nell'amichevole contro i ragazzi di Dario Pau, per Fadda una manciata di minuti e una traversa colpita, nel 5 a 1 a favore della Nuorese. Le gambe tremavano un po' ma dopo due settimane di preparazione, il tecnico Ogliastrino ha voluto che rimanesse nel gruppo. Dopo il turno di coppa Italia, dove la Nuorese ha eliminato il Taloro, ieri sera è finalmente arrivato anche il transfert che apre a Michele le porte dell'ufficialità. L'esordio in campionato è previsto domenica 15 settembre al Quadrivio contro il Tempio in una gara che assapora di storia. Che coincide, ora, anche con quella del giovane 18enne Fadda.

«La mia storia – esordisce Michele Fadda - è simile a quella di moltissimi altri sardi: son arrivato qui in Friuli assieme ai miei genitori, che hanno lasciato l'isola in cerca di lavoro.
Ho cominciato a giocare in una piccola squadra vicino al mio paese, all'età di cinque anni; la passione è diventata, con il passare del tempo, sempre più grande, così eccomi qui (ride).
Sono molto soddisfatto per come sono andate le cose quest'anno; ho giocato nel campionato di Promozione friulana, in prestito al Vigonovo Ranzano, è stata sicuramente un'esperienza importantissima per me, mi ha permesso di crescere ulteriormente.
Ora mi sto già concentrando in vista della prossima stagione, in cui vestirò la gloriosa maglia della città di Nuoro. La Sacilese Calcio che deteneva il mio cartellino e che milita nel campionato di Serie D, ha lasciato che continuassi e vivessi il mio sogno nella mia terra. Quest'anno poi ho avuto la fortuna e il piacere di disputare anche il torneo delle regioni, in Sardegna, un'esperienza davvero bellissima».

Un'esperienza sicuramente bella, ma probabilmente non facile dal punto di vista emotivo, visto che il ragazzo si è dovuto confrontare, fra gli altri, con i pari categoria della Sardegna.
«In quell'occasione ho segnato anche due gol, mi è dispiaciuto molto, ma nell'arco dei 90 minuti non ci ho pensato; ho dovuto per forza di cose fare così, non sarebbe stato professionale da parte mia, anche se ho preferito non esultare, per rispetto.
Negli spogliatoi invece, a fine partita, è arrivata un po' di malinconia».

Fadda è un giocatore moderno, che fa della determinazione una delle sue armi migliori.
«Mi ritengo un giocatore abbastanza versatile, posso ricoprire diversi ruoli a centrocampo ma mi trovo benissimo anche come esterno offensivo.
Cerco di migliorare costantemente, giorno dopo giorno, sono molto giovane e son consapevole che devo lavorare ancora tantissimo. Con il mister Mereu non è difficile farlo. 
Il mio sogno penso sia comune a tutti i ragazzi della mia età che giocano a calcio: a chi non piacerebbe diventare un professionista?
Mi rendo conto che non è assolutamente facile, non so se ci riuscirò, sinceramente, ma per il momento so che per inseguire questo obbiettivo serve tanto impegno e moltissima serietà».


Gli insegnamenti rivestono un ruolo fondamentale; in questo senso, Michele ha le idee chiarissime su quale sia la giusta strada da seguire.
«Il consiglio più importante che ho ricevuto sino a questo momento è di non smettere di divertirmi; probabilmente non riuscirei a fare così bene se non la prendessi con questo spirito (ride).
Ho avuto tanti buonissimi maestri, ma forse quello che mi ha dato di più è stato Alberto Romano, quando giocavo in una società veneta».

Il rapporto con l'ambiente del calcio, spesso controverso, è stato, sino a questo momento, assolutamente idilliaco
«Non so, sarò fortunato, ma per il momento mi piace tutto di questo mondo: non so se dipenda dal fatto che sono ancora molto giovane, ma non ho incontrato particolari problemi.
Spero tantissimo che, da questo punto di vista, le cose continuino ad andare in questo verso».

La lontananza con la Sardegna, è ovvio, si è fatta sentire continuamente, come un martellante pensiero fisso.
«Mi mancava moltissimo soprattutto il rapporto con la gente, quel tipo di rapporto caldo e sincero, spontaneo di cui siamo capaci noi sardi.
Mi mancavano tantissimo, penso sia ovvio, i miei parenti, mi mancava in generale tutto di questa terra (ride).
Ho voluto con tutto me stesso – continua Fadda - giocare in Sardegna, vivere un'esperienza nuova ed entusiasmante per numerosissimi aspetti, primo fra tutti la possibilità di stare nuovamente nella mia isola».

L'esperienza in Friuli, sino ad agosto scorso è stata decisamente positiva.
«La cosa che noti subito dei friulani è il modo che hanno di rapportarsi con le persone: non si tratta di un aspetto negativo, ma sono più chiusi, apparentemente più freddi rispetto ai sardi.
Dopo un po' ci fai l'abitudine, ma soprattutto all'inizio è strano.
Per un calciatore però, vivere nel nord Italia è importantissimo, perchè ti apre decine di porte in più, hai occasioni che altrimenti difficilmente riusciresti a trovare».

Per quanto riguarda il momento più entusiasmante della sua giovane carriera, Fadda non ha dubbi.
«Segnare un gol a Coverciano in un'amichevole contro la Nazionale di categoria è stata una bellissima emozione, io giocavo nella rappresentativa friulana e sono riuscito a trovare la rete direttamente su calcio di punizione. Ricordo ancora quel momento con grande piacere. Cercherò di viverne altri simili con la maglia della Nuorese, ora sono realmente un giocatore dilettante sardo, non sto nella pelle». Davide Onnis

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2013/2014