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Muravera in vetta, Senigagliesi distribuisce i meriti: «Alla società e ai giocatori, sono loro che rendono l'allenatore vincente»
«La vittoria di Lanusei vale, Nurchi merita la C»

Muravera in vetta, Senigagliesi distribuisce i meriti: «Alla società e ai giocatori, sono loro che rendono l'allenatore vincente»

L'aggancio in vetta con una vittoria indiscutibile. L'impresa del Muravera a Lanusei non è passata inosservata perché, dalla possibilità che la squadra ogliastrina ripartisse in fuga, si è passati ad una vetta in condominio e uno schiacciamento verso la testa della classifica di altre quattro pretendenti al salto di categoria. Proprio sotto Natale e dopo il 4-2 dei sarrabesi al Lixius si riscopre un'Eccellenza a sei punte, equilibrata più che mai. Le luci della ribalta sono gioco forza per il club di Giampaolo Aresu, che ha avuto la saggezza e la lungimiranza di conservare la squadra costruita in estate senza inserire la classica ciliegina della torta nel mercato di dicembre. Al cospetto della prima della classe, i gialloblù di Stefano Senigagliesi hanno lanciato la propria candidatura alla vittoria finale, con una prova maiuscola, accorta in difesa e devastante in attacco con il capocannoniere Nurchi (18 gol) a tratti incontenibile. Il tecnico marchigiano si gode l'exploit ma osserva: «Il Lanusei è stato e sarà fino alla fine la squadra migliore. La nostra vittoria vale ma con grande onestà dico che se domenica avessero avuto Gutierrez e Vignati in difesa, Angheleddu avrebbe giocato centrale di centrocampo e Placentino spostato in avanti. Per noi è stato più facile, le loro assenze hanno permesso di valorizzare le nostre capacità e il nostro potenziale offensivo. Aggiungo che Nurchi, Dessena e Di Fiore sono giocatori che avrebbero creato comunque difficoltà anche ad un Lanusei al completo ma è indubbio che la loro situazione contingente ci abbia agevolato il compito».

 

Stefano Senigagliesi, allenatore del Muravera capolistaPer voi è stata una prova di forza o di maturità visto come avete interpretato la gara puntando sulle ripartenze fulminee?

«Non per vantarci, ma avevamo preparato la gara lasciandoci campo aperto in attacco. Angheleddu è un grandissimo giocatore ma sapevamo che avrebbe avuto maggiori difficoltà nel gestire gli spazi alle sue spalle, abbiamo anche invertito le posizioni con Di Fiore davanti a Nurchi per costringere uno dei due centrali ad uscire ed avere l'uno contro uno con Sergio. Certe situazioni si pensano e si provano in allenamento ma poi si realizzano per la bravura dei giocatori che hai in campo»

Nel primo gol, Nurchi ha segnato con un lancio di Chessa da 40 metri, nel secondo Nurchi ha rifinito per Cotza e Di Fiore ha chiuso l'azione sulla respinta di Floris

«Nei primi due gol si sono create delle situazioni che avevamo pensato preparando la gara. Nel lancio lungo di Chessa, Di Fiore trequartista ha costretto un difensore ad accorciare e si è infilato in corsa Nurchi; nel secondo Sergio ha lavorato un bel pallone sulla trequarti ed Emilio era più avanzato e ha segnato lui. Sono state idee di gioco che fortunatamente si sono tradotte in gol, è chiaro che questo tipo di situazioni di uno contro uno sarebbero state più complicate da sviluppare se ci fossero stati Vignati e Gutierrez in campo»

Che sensazione sta dando il primato al Muravera?

«Fa piacere, è chiaro, ma a me personalmente interessa poco. Non vivo il calcio per essere indicato come il più bravo solo se vinco, e lo dico in un momento in cui per la prima volta in Sardegna sono al primo posto in un campionato. Sono stato secondo o terzo ma mai in vetta, però penso che chi va ad allenare l'Alghero, il Sanluri o il Calangianus, ad esempio, non necessariamente sia meno capaci di me; sono i giocatori a rendere più bravo un allenatore, sono loro e le società a determinare i risultati, poi l'allenatore sublima il tutto. Ma essere al primo posto mi rende contento specialmente per la società e per il presidente Aresu, non vuol essere una sviolinata ma lui è una persona perbene, così tutti i dirigenti che ruotano intorno al presidente, come Farci, Onano, Orrù e Cacciabue, sperando di non essermene dimenticati altri. Queste persone hanno dato molto per far sì che si sia arrivati a questi risultati. E sono contento per i giocatori ai quali in estate avevo detto che avrebbero potuto essere protagonisti ma senza essere presuntuosi o stupidi nel pensarlo. Ora non so se rimarremo in testa ma di sicuro ci proveremo mettendoci tutto quello che abbiamo in corpo»

Intanto c'è la concreta possibilità di festeggiare il Natale da soli al comando, così sarebbero belle vacanze

«Per me lo sono già a prescindere perché abbiamo fatto un bel cammino. Siamo incappati in una settimana storta nei due derby contro Porto Corallo e Castiadas, altrimenti sarebbe rimasta solo la sconfitta col Latte Dolce, più unica che rara per come è maturata. Il nostro cammino, tra quel ko e la gara di Lanusei, è stato incredibile con 9 vittorie e 2 pareggi su 13 gare, abbiamo viaggiato su medie elevate che solo l'andatura che aveva il Lanusei ha minimizzato. Il sogno è quello di chiudere l'annata al primo posto ma con un passo falso si rischia anche di uscire dall'alta classifica»

Sei squadre in 4 punti, sette in 6 lunghezze comprendendo il Castelsardo, è sintomo di equilibrio ma durerà tutta la stagione?

«Per me sì. Analizzando l'andamendo della prima parte, il Lanusei ha avuto ritmi impressionanti perché ha avuto tanti episodi a suo favore, vincendo gare oltre il 90' e risolvendole con palle inattive. Non potevano continuare così, anche se al completo per me resta la favorita perché è la più solida e compatta, con tante alternative, ma d'ora in poi avrà meno margine di vantaggio sulle altre»

Basti pensare al Ploaghe che ora sarebbe fuori dai playoff dopo aver duellato col Lanusei per la vetta 

«Esattamente. Basta poco perché gli incastri giusti si trasformino in eventi negativi e noi l'abbiamo vissuto nella gara col Latte Dolce. Allora dissi di guardare più alle prestazioni e meno alla classifica perché avrebbe potuto creare demoralizzazione, il campionato è lungo e tutto può ancora succedere, bisogna aspettare fine febbraio e marzo perché lì ci si gioca tutto. Il Ploaghe sarebbe ora fuori dalla zona playoff ma mi è sembrata la squadra più forte insieme con il Lanusei, però siamo un'ottima squadra anche noi come il Castiadas, il Latte Dolce e il San Teodoro. Bisogna stare tranquilli sapendo che qualcuna di queste squadre ci lascerà la "pelle" ma non perché risulterà meno brava delle altre ma perché magari andrà incontro ad episodi negativi, infortuni, squalifiche che ti portano immeritatamante fuori dalle prime cinque in classifica»

Di Nurchi capocannoniere stupisce non tanto il numero dei gol, 18 in 16 giornate, quanto perché abbia segnato in 14 delle 16 gare giocate

«Io solitamente non parlo ben volentieri delle individualità ma in questo caso è giusto farlo per creargli della pubblicità che merita. Sergio ha valori tecnici e umani elevati, è fuori categoria per tutto quello che ha fatto in questi anni. I numeri appena ricordati la dicono lunga sul suo valore e se avesse messo dentro anche i tre rigori sbagliati steremmo parlando di una cifra impressionante di gol. Durante la preparazione gli dissi che avrebbe potuto segnare 40 gol, la media è quella, perciò stiamo parlando di un attaccante che almeno la serie C può farla tranquillamente»

Vista la passata stagione e questo inizio di campionato, si pensava che a dicembre potevate perdere Nurchi, così non è stato ma a giugno sarà inevitabile

«Sono sincero, non essendo egoista e non vivendo questa attività con la sete assoluta di vittoria, speravo invece che potesse andare via proprio adesso. Si deve fare sempre il tifo per un giocatore che ha il potenziale per esprimersi a grandissimi livelli. Quando allenai Matteo Mancosu alla Villacidrese gli dissi che sarebbe potuto arrivare in serie A, l'ha sfiorata quest'estate mancando il passaggio al Cagliari, ma ha comunque intrapreso una carriera importante. Nurchi, se ci crede, può raggiungere pure lui grandi livelli»

Dopo i due derby persi, di nuovo c'è stato il recupero di Dessena e Cotza oppure è successo qualcos'altro?

«Non penso siano stati determinanti solo i rientri di due giocatori, seppur importanti. L'aspetto positivo di questo exploit è stato l'aver alzato il baricentro socio-affettivo tra me e i giocatori, in quel periodo ci conoscevamo ancora poco. Il gruppo è cresciuto al livello psicologico, gli stessi giocatori si apprezzano di più e si vogliono bene, c'è maggior collaborazione tra di loro e non subiscono più nemmeno l'allenamento. Ci sono tutte le possibilità per continuare a fare bene e ora per gli avversari siamo più pericolosi di prima»

Può essere paradossale ma per un allenatore è più difficile preparare la prossima gara col Ghilarza che quella col Lanusei

«La vera prova di maturità me l'aspetto proprio domenica. Già l'avevo detto che nel chiudere il girone sarebbe stato più facile opporci al Lanusei che al Ghilarza, squadra di alto spessore, che ha fatto un cammino ottimo dopo una partenza difficile. Adesso i giocatori devono dimostrare maturità non per il risultato finale che ne verrà fuori ma per l'approcco e la voglia che ci metteranno in campo perché si può anche non vincere, o non perdere, ma non si possono fare brutte figure da primi della classe. Quando si raggiunge una posizione del genere in classifica si ha il dovere di onorarla al massimo, il Ghilarza non regalerà nulla»

Poi c'è la pausa di Natale, che spesso voi allenatori usavate per dare una registrata alla preparazione, invece il nuovo anno parte subito con due gare nello spazio di due giorni

«Secondo me la Federazione ha gestito malissimo il calendario per questo inizio di girone di ritorno così come per l'inizio del campionato, entrambi sono i periodi più pericolosi della stagione. Ad agosto doveva al limite partire la Coppa Italia e non il campionato, la Sardegna vive di turismo e molti ragazzi lavorano ancora nei campeggi, nei villaggi o nei resort. Né si poteva pensare di mettere due gare ravvicinate a pochi giorni dal Capodanno, mi sembra assurdo questo pensando che il Primo dell'anno i giocatori saranno giustamente presi dai fumi delle festività e nel giocare il 3 gennaio i rischi di infortuni sono altissimi. Bisogna lasciare il diritto ai giocatori dilettanti di passare le festività al meglio, non voglio mettere la mani avanti perché giochiamo noi in queste condizioni come gli altri ma vorrei capire se i dirigenti federali si rendono conto che nelle rose ci sono ragazzi molto giovani che il 31 dicembre e l'1 gennaio hanno il diritto di festeggiare e fare tardi. Siamo dilettanti oppure no?»

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2014/2015
Tags:
Sardegna
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Intervista