Salta al contenuto principale
Promozione
Ha trascinato il Siniscola alla salvezza

Nicola Ruggeri, il guerriero non molla: «Voglio giocare un altro anno alla grande»

Ha 38 anni ma non si sente vecchio, ha vinto tante battaglie ed è pronto a vincerne altre. Nicola Ruggeri, selargino classe 1976, è pronto ad infilarsi ancora per un altro anno gli scarpini da calcio: «La carta d'identità non conta se uno mantiene amore e passione per il calcio. Io ho voglia più di prima di scendere in campo, ho una grande carica dentro che mi trascino dopo aver fatto una bella stagione in cui ho rivisto il Nicola dei bei tempi». Col Siniscola un'annata da incorniciare dopo aver pensato di smettere: «Non volevo più giocare, mi era stato chiesto di dare una mano e l'ho fatto volentieri perché ho incontrato persone speciali come il presidente Giovanni Pau e Stefano Carzedda che per la squadra ha fatto di tutto e di più. Al girone d'andata avevamo in calssifica solo 8 punti ed eravamo all'ultimo posto». A dicembre Ruggeri è mancato per un infortunio al ginocchio, ha anticipato di un mese il rientro («A Natale correvo e non mangiavo panettoni») e, alla terza del girone di ritorno, era già in campo per battere il Porto Rotondo 3-0: «Avevamo 9 punti di svantaggio dai playout. Sono rientrato e abbiamo iniziato una risalita che ci ha portato ad essere quinti nel ritorno e vincere i playout per mantenere la Promozione». E ora c'è in ballo una conferma che pareva scontata e, invece, è tutta da perfezionare: «C'è stato un cambio alla presidenza, io sto cercando di venire incontro alla società e spero si possa raggiungere l'accordo perché mi sento parte integrante di questo Siniscola al quale penso di aver dato un grande contributo per la crescita. So che nel calcio non c'è riconoscenza ma è stato costruito un bel giocattolo che sento mio e perciò mi farebbe rabbia andar via. Se poi la storia dovesse finire allora spero di riniziarne un'altra altrove perché un altro anno alla grande ho proprio voglia di farlo».

 

La salvezza dello scorso anno vale quanto una vittoria di campionato?

«Direi proprio di sì. Ho vinto sei campionati, in Eccellenza credo di avere il record di promozioni visto che ho vinto con Calangianus, Nuorese, Arzachena, Villacidrese e Sanluri, la sesta vittoria di un campionato è stata due anni fa a Nuoro in Promozione, la prima volta che facevo questa categoria dopo 23 anni di calcio»

Un percorso netto alla Nuorese senza conoscere sconfitte come nella precedente esperienza in verdazzurro di dieci anni prima

«Verissimo. Nel 2004/05, con Virgilio Perra allenatore, facemmo un altro filotto di gare fatto di 26 vittorie e 4 pareggi. Con la maglia della Nuorese non ho mai perso ma la prima vittoria del campionato aveva un sapore speciale. I tifosi erano molto numerosi e calorosi, ti facevano sentire un giocatore di serie A. Ricordo che quando si disse che sarei dovuto andare via, misero delle scritte sui muri affinché restassi»

Ma perché vincevi e non restavi mai in serie D? Si diceva che andavi a cercarti le società che investivano molto sui giocatori 

«La verità è che ogni volta che si andava in serie D mi proponevano meno della stagione precedente quando l'impegno, invece, aumentava a dismisura. L'altra verità è che venivo cercato dalle società che programmavano la vittoria del campionato perché io non ho mai chiamato nessuno e nemmeno lo faccio ora che ho 38 anni. Ci sono stati anni in cui, da centrocampista, segnavo 8, 10 a volte anche 11 gol e mi hanno insegnato che il ferro va battuto quando è caldo»

Tanti successi, ma il più grosso rimpianto?

«Non aver vinto il campionato a Budoni, società che ringrazierò sempre perché mi ha dato l'opportunità di conoscere la donna della mia vita. Per due anni abbiamo fatto i playoff nazionali, nel primo non abbiamo ottenuto la promozione senza mai aver perso e per differenza reti passò la Civitavecchiese; nel secondo il Torgiano vinse all'andata a 5' dalla fine quando in campo avevamo giocato solo noi. C'è da dire che in quella stagione (2006/07, ndr) avremmo potuto vincere il campionato sul campo al posto del Tavolara se non fosse stato per la gara persa a tavolino col Taloro (per aver fatto giocare lo squalificato Mometti, ndr)»

I playoff non sono mai stati amici di Ruggeri...

«In effetti sì, perché persi la finale nel 2008 ai supplementari contro l'Alghero in serie D quando ero al Tavolara (1-2 con reti di Stocchino e Zitolo nei tempi regolamentari, gol di Piredda al 113', ndr) dopo che giocammo per tanti minuti con l'uomo in meno. Poi l'Alghero fu ripescato in serie C2. L'anno dopo persi la finale regionale in Eccellenza contro il Castiadas quando andai al San Teodoro»

I rapporti con i presidenti come sono stati?

«Sempre belli. Ricordo con molto piacere Roberto Goveani che mi volle a Calangianus, Ischia e Nuoro ma anche Salvatore Dettori al Tavolara, Giovanni Sanna al Budoni così come Giovanni Pau al Siniscola che mi ha trattato come se fosse mio padre»

Quanti allenatori hai fatto disperare?

«Bisognerebbe chiedere a loro ma non credo che io sia mai stato un problema per un allenatore. Fin da quando avevo 15 anni e fui chiamato al Tempio in serie C2 mi hanno insegnato ad essere un calciatore professionista, rispettoso delle gerarchie e dei ruoli. Poi in campo non mi sono mai risparmiato anche perché ogni volta che ho vestito una maglia diversa sapevo benissimo di dover dare il 200 per 100, giocando con infiltrazioni o caviglie fasciate. Con tutti sono andato d'accordo, da Giovanni Mialich e Gigi Piras a Tempio, passando per Nino Falchi, Giampaolo Zaccheddu, Mario Petrone, Virgilio Perra, Bernardo Mereu, Riccardo Sanna, Vittorio Pusceddu, Tomaso Tatti, Enzo Zottoli, fino agli ultimi che ho avuto come Gianni Coccone, Cristian Saporito e Alessandro Crisci»

Se ti dico Selargius cosa ti viene in mente?

«Il paese dove sono nato, dove vivono i miei genitori e la mia squadra del cuore dove ho disputato due grandi campionati. Il primo (1993/94, ndr) ero arrivato in prestito dal Tempio, con Cenzo Zaccheddu presidente e Giampaolo Zaccheddu allenatore, un binomio che farà bene a Castiadas. Ci salvammo all'ultima giornata vincendo a Verbania lo scontro diretto. La maglia biancorossa per me è tutto, ho avuto la fortuna di giocare con mio fratello Renzo del quale sono stato sempre un tifoso e con un grande pubblico che purtroppo è andato perso negli ultimi anni. Spero ora che ci sia una nuova era col cambio di proprietà e con un rapporto più stretto col Cagliari»

I giocatori della tua "generazione" sono allergici al tema fuoriquota

«Ma certo, perché i giovani devono giocare quando sono bravi e non perché c'è una regola che te lo impone. Col fatto che hanno la certezza di andare in campo molti di loro hanno perso il rispetto che deve esserci verso il giocatore più anziano e le regole di un gruppo. Io sono cresciuto ascoltando i consigli di giocatori come Roberto Ennas, Sebastiano Pinna, Sergio Dossena, Giovanni Pittalis, Pierpaolo Piras, ogni loro rimprovero era volto solo al mio bene»

E i giovani del Siniscola ascoltano i tuoi consigli?

«Assolutamente sì. I vari Truzzu, Corrias, Novelli, Porcu, Senes, Adani sono sempre attenti ai consigli dei giocatori esperti, hanno voglia di imparare e infatti sono un patrimonio per il Siniscola. Una delle soddisfazioni più grandi che mi porto appresso è la serie di messaggi di stima che questi ragazzi mi hanno mandato e mi mandano tuttora»

Quindi Nicola Ruggeri è pronto per fare l'allenatore

«Più che allenare mi piacerebbe fare il direttore sportivo, girare i campi e scoprire nuovi talenti ma ancora non è tempo di appendere gli scarpini al chiodo e se ci sarà un'opportunità di giocare lo farò ben volentieri altrimenti mi godrò ancor di più la mia famiglia»

Che ha dovuto sopportare il Nicola calciatore per tanti anni

«Mia moglie ha sempre avuto rispetto degli impegni che ho preso nel calcio, è stata sempre al mio fianco in ogni avventura che ho fatto. Lei e mia figlia sanno ad esempio che il sabato sera non si esce, per la pizzata c'è tempo la domenica ma solo se vinco al pomeriggio...»

Se resti al Siniscola ti aspetta un grande derby

«Ne ho giocati tanti e importanti. Per parlare di quello con la Montalbo prima devo firmare per il Siniscola»

In questo articolo
Giocatori:
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
Sardegna
Girone B