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Samassi in pole per l'Eccellenza, Busanca: «Non ci nascondiamo, la squadra è forte e cercheremo di lottare per le posizioni di vertice ma ci sono altre pretendenti ben attrezzate»
Il mister: «Melis ci dà fantasia Cacciuto segnerà»

Samassi in pole per l'Eccellenza, Busanca: «Non ci nascondiamo, la squadra è forte e cercheremo di lottare per le posizioni di vertice ma ci sono altre pretendenti ben attrezzate»

Parte favorito ma non nasconde le proprie ambizioni ma è consapevole del fatto che il Samassi la vittoria del campionato dovrà costruirsela punto su punto e incontrando una folta concorrenza di avversarie adegatamente rinforzatesi al pari della matricola mediocampidanese. La terza volta di Paolo Busanca in casa biancoceleste ha un sapore diverso, intanto perché parte dalla preparazione e non sale in corsa come nelle altre due precedenti esperienze e poi perché dovra riconquistare un'Eccellenza che aveva preservato nel 2013-14 quando salvò la squadra che poi non fu iscritta. In questi due anni l'avvocato cagliaritano ha guidato del Rappresentative Juniores e Allievi della Sardegna al Torneo delle Regioni ma il club del presidente Francesco Setzu arriva dai campionati vinti in Seconda e Prima categoria e vorrebbe ottenere il terzo, con il tecnico che portò a termine tre anni fa l'impresa-salvezza. «L'unico filo conduttore che lega le due esperienze - dice Busanca - sta nella valutazione che ho fatto delle persone e dell'ambiente in cui ho già lavorato. Rispetto a tre anni fa non c'è Carlo Ibba, che figurava presidente, ma il resto è rimasto intatto, e nella mia scelta ha influito il fatto che ritrovo dirigenti sereni, obiettivi e attenti ai risultati da ottenere e alle valutazioni da fare in ogni situazione. Per due volte ho ottenuto due salvezze ed è andata benissimo, speriamo vada bene anche nella terza»

 

Paolo Busanca guiderà il Samassi per la terza volta Samassi già dato per favorito, sbagliamo noi della stampa o vi nasconderete?

«Noi non ci nascondiamo dietro un dito per cercare di scaricare tensioni ad altri, la squadra è forte e cercheremo di lottare per le posizioni di vertice, come altrettanto faranno diverse squadre che hanno allestito organici interessanti. Il Guspini vedo che non è rimasto indietro sul mercato, il Carbonia è reduce da un ottimo campionato e da una finale di Coppa Italia persa col Bosa, ha tenuto il gruppo perdendo Todde ma recuperando Foddi, l'Arbus resta una buona squadra, il Sant'Elena sta facendo una squadra interessante. Noi abbiamo preso Emiliano Melis, Cacciuto, Meloni, Atzeni, Pancotto, Porcu ma non è che pensiamo di stracciare tutti, sarà dura in ogni campo, le gare sono sempre da giocare e le parole le porta via il vento»  

Soddisfatto della squadra che è stata costruita in sinergia con il diesse Sabiu?

«Assolutamente sì. Sono soddisfatto sotto tutti i punti di vista, il Samassi è una squadra quadrata, esperta dietro, in mezzo al campo solida e con un bel po' di fantasia davanti»

Un mercato problematico con rinunce e dietrofront inaspettati ma anche grandi colpi

«Per i dietrofront e le rinunce dico che una persona, se è seria e spende una parola, rimane anche se casca il mondo. Qualcuno ci ha preso in giro per diverse settimane mancando di rispetto alla società e me, ho visto dei comportamenti poco lineari ma abbiamo rimediato molto bene a certe defezioni»

Il nome di Emiliano Melis è di quelli che infiamma la platea, cosa vi ha portato a sceglierlo?

«Intanto l'aspetto tecnico, è inutile nasconderlo, poi l'entusiasmo immutato del giocatore nonostante l'età (è un classe 1979, ndr) possa far pensare ad altro, infine la possibilità che i giovani vedano in lui una guida e un punto di riferimento, colui che emerge nei momenti di difficoltà dentro il campo laddove non può essere presente l'allenatore. Per noi è un vantaggio in più, mi aspetto oltre l'aspetto tecnico e tattico che Emiliano ci dia una mano in questo. La dote che ha nei calci piazzati non si cancella mai e ci darà una grande mano anche sulle palle inattive»

Cacciuto arriva da due stagioni con l'incredibile media di 30 gol a campionato, sarà possibile mantenere questo standard? 

«Io sarò soddisfatto se segna, conosco bene Christian perché l'ho avuto all'Atletico Elmas, arrivava da un periodo disastroso per via di un infortunio, l'ho aspettai con pazienza e durante il campionato mi ha ripagato compreso nel playout visto che realizzò il gol-salvezza. Con la maturità e la tranquillità affettiva dell'arrivo dei figli è esploso in zona-gol confermandosi quel giocatore importante che è sempre stato, pensiamo di aver pescato bene ma faremo parlare il campo. Anche altri stanno bene in attacco, l'Arbus con Martinez e Tomasi, il Guspini con Flumini e Tronu, il Sant'Elena con Concas, chi più e chi meno è comunque attrezzato»

In quell'Atletico Elmas ma anche nel Samassi che si salvò tre anni fa c'era Nicola Manunza, ora vice di Busanca

«È stato un gran bel giocatore, sa di calcio per quello che può sapere adesso che ha iniziato ad allenare. La base c'è e l'intellegenza pure, è un ragazzo eccezionale, sarà di grande supporto nel fare da trade-union tra tecnico e la squadra»

Tra il Samassi-bis e il Samassi-ter in mezzo c'è l'esperienza federale alla guida delle Rappresentative Juniores e Allievi

«Una esperienza iniziata alla grande con la finale per il titolo italiano al Torneo delle Regioni, l'ho affrontata con un entusiasmo cresciuto cammin facendo e che rifarei a occhi chiusi, spero che prima o dopo si possa tornare a guidare una selezione di giovani sardi. Ho scoperto un modo di preparare una squadra per una competizione nella quale si cerca di trarre il massimo dal poco tempo a disposizione, utilizzando mezzi di lavoro intuitivi. La strada da seguire resta quella, in un club il tempo a disposizione è maggiore rispetto agli stage che potevamo fare durante una stagione, gioco forza sei costretto a lavorare per principi di gioco e così farò anche nel Samassi perché consente di far crescere maggiormente il giocatore, abituato poi a scegliere»

Con la Juniores le aspettative erano basse e siete stati Vice campioni d'Italia, con gli Allievi c'erano speranze di successo e siete usciti al primo turno

«Con la Juniores siamo andati ben oltre ogni più rosea aspettativa, nessuno ipotizzava potessimo sfiorare il titolo italiano. Gli Allievi erano una squadra realmente forte, tutti ci credevamo in un ottimo risultato ma bisognava esserci per capire cosa non ci ha permesso di andare avanti, a testimonianza del fatto che in un torneo compresso tutto deve andare bene e combaciare alla perfezione»

Quanti dei giovani del '99 della Rappresentativa potranno ritagliarsi uno spazio nelle prime squadre?

«Delogu e Milia h visto che sono andati all'Atletico Uri e non avranno problemi ad emergere; Serra rimarrà a Carbonia, a casa sua si trova bene e un altro anno in Promozione non gli farà male. Io ho voluto prendere Francesco Aru dell'Arbus, ho provato pure con Ruggiero consapevole del fatto che c'è un limite di inesperienza, per altri non è stato possibile perché con gli Allievi c'è sempre da considerare l'aspetto economico dei premi di preparazione. Tutti, chi più e chi meno, potranno proseguire nelle categorie regionali, per un futuro nei professionisti non lo so perché dipende da tante variabili»  

Nel vedere l'Olbia dove sta andando quanto è costato dire di no ai bianchi nel dicembre scorso?

«Mi è costato molto, è una ferita aperta che difficilmente potrà rimarginarsi. È stata scelta fatta non con la pancia, perché con un figlio piccolo di poco più di un anno e un altro di 6 anni, più il mio lavoro, non rendevano compatibile poter fare una esperienza così, era un treno che si poteva rivelare più o meno importante ma non si può vivere di ricordi, è andata così e non potevo fare diversamente»

Famiglia e lavoro impegnativo ma in serie D rivedremo mai Busanca?

«Spero di sì. Certo, nella zona di Cagliari, tolto il Muravera non c'è altro. Il Castiadas è appena retrocesso, prima c'era più scelta con la presenza di Atletico, Villacidrese, Sanluri, poi Sant'Elia, Selargius. Ma di solo calcio non si può vivere, per valutare di guidare una squadra in serie D a 200 chilometri da Cagliari bisogna vedere se sostenibile economicamente. Sono finiti i tempi delle vacche grasse, se uno non ha famiglia e può accantonare il lavoro allora può scegliere di andare dove gli pare»

Lavorando in Federazione per due anni se lo sarebbe aspettato una chiusura di mandato così traumatica?

«Da tencico non posso dare valutazioni che vadano oltre ciò per cui sono stato chiamato. Io ho visto un Consglio Direttivo in armonia, in sintonia e che lavorava in sinergia, posso solo giudicare il lavoro che è stato fatto per le Rappresentative e devo dire che è stato ottimo sebbene tutto sia migliorabile, le idee innovative non mancavano come aver voluto una figura importante del preparatore dei portieri per tutt'e tre le categoria, il tecnico non è onniscente e il ruolo è troppo delicato, ci vuole uno specialista ed è stato individuato in una persona speciale come lo è Simone Deliperi, un bravo preparatore in continua evoluzione. Gli altri aspetti gestionali della Federazione sono al di fuori della mia competenza e non posso giudicare»

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna
Girone A