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Sant'Elena, felicità doppia per mister Mascia: «Salvezza meritata, ma hanno tentato di ostacolarci in tutti i modi»
Sul futuro:«Dopo tre anni forse è giusto cambiare»

Sant'Elena, felicità doppia per mister Mascia: «Salvezza meritata, ma hanno tentato di ostacolarci in tutti i modi»

Il Sant'Elena disputerà il prossimo campionato di Promozione: un traguardo fortemente voluto dalla squadra e dal suo tecnico che, nonostante una stagione ricchissima di difficoltà e di contrattempi, hanno saputo portare in porto un risultato prezioso, maturato nella sfida all'ultimo sangue contro il Sant'Antioco, conclusasi con il punteggio di 1 a 0 in favore dei padroni di casa.
Spetta a mister Mascia raccontare le tante emozioni vissute in queste 31 partite assieme ai suoi ragazzi:

Roberto Mascia, dopo 3 anni potrebbe lasciare il Sant'Elena«Ciò che conta è aver raggiunto la salvezza, seppure tramite i play-out; forse avremmo meritato di salvarci prima, ma ora pensiamo a goderci questo risultato».

Quello di domenica è stato un match che si è rivelato molto più complicato del previsto per voi:
«Hanno cercato di metterci i bastoni tra le ruote – attacca il tecnico -, questo è poco ma è sicuro, e non mi riferisco al Sant'Antioco: i nostri avversari hanno disputato la loro partita con onestà, noi siamo stati bravi a preparare la gara durante la settimana, sia sul piano fisico che su quello tattico e mentale, fortunatamente in campo sono arrivate tutte le risposte che mi aspettavo; nonostante l'inferiorità numerica per oltre un'ora di gioco, e l'assenza di Andrea Palmas in mezzo al campo, non abbiamo subito un solo tiro in porta».

 

Alla fine dei giochi dunque, il giudizio del tecnico è più che positivo:
«Si sarebbe potuto fare qualcosa in più, ma sono del parere che ognuno raccoglie ciò che semina: questo risultato è assolutamente meritato, non ho nulla da rimproverare ai miei ragazzi, anche se con 5 reti in più, per farti un esempio, probabilmente non sarebbe stato necessario giocare lo spareggio».

L'allenatore ironizza:
«A noi le cose semplici non piacciono: in questi tre anni al Sant'Elena ho affrontato due play-out e conquistato una salvezza all'ultima giornata; ci piace festeggiare bene, se no non siamo contenti (ride)».

I contrattempi non son mancati di certo:
«Con l'addio di Concas abbiamo perso parecchio peso in avanti: a disposizione avevamo alcuni attaccanti giovani che non hanno sicuramente sfigurato, ma in termini di esperienza c'è stato un ovvio calo, inutile nasconderlo.
I mesi più difficili? Tra gennaio e marzo, ma ne siamo usciti grazie alla grande compattezza di questo gruppo e al supporto della società che ci è sempre stata vicina».


Mascia è sempre stato fiducioso:
«Nel calcio non c'è niente di sicuro, ma ero consapevole che questo gruppo poteva fare bene; l'autostima nei propri mezzi ti regala una marcia in più.
E' doveroso fare un applauso ai ragazzi per quello che hanno fatto quest'anno in tutto l'arco della stagione e in particolare nell'ultima gara di domenica: sfido chiunque a giocare in 10 contro un avversario e mezzo
– ribadisce -, non riesco a spiegarmi perchè le cose siano andate così, ma ormai è acqua passata».

 

Quest'anno, in teoria, si conclude il programma pianificato con la società; è il momento di tirare le somme:
«Abbiamo intrapreso un percorso triennale che si è un po' arenato rispetto ai piani: il primo anno era transitorio, nel secondo sono arrivati Placentino e Ferraro, le idee c'erano ma nel corso della stagione le strategie del club sono state riviste e ci siamo bloccati, per fortuna la salvezza è arrivata all'ultima giornata contro il Barisardo; quest'anno la storia si è ripetuta: è arrivato Concas che poi è stato ceduto nel mercato invernale senza essere rimpiazzato.
Ci sono problemi economici, ne sono consapevole, e attaccare la società non avrebbe senso; so bene i grandi sforzi che questo direttivo ha messo in atto per mandare avanti la barca».


Il lavoro del tecnico risulta dunque ancora più prezioso:
«Il mio più grande merito probabilmente è quello di essere riuscito a mantenere il gruppo compatto nei momenti difficili, ma sarebbe stato tutto inutile se dall'altra parte non ci fosse stata la voglia e la determinazione di lottare per tagliare questo traguardo».

Ora non è da escludere un addio:
«Per questa squadra ho lottato sia da giocatore e sia da allenatore, è una maglia che ho tatuata addosso, ma probabilmente, e lo dico a malincuore, è meglio cambiare aria, anche se ancora non è detta l'ultima parola».

 

Il pensiero dopo una stagione così impegnativa vola subito verso «i miei figli e la mia compagna che mi hanno sopportato per tutto questo tempi, praticamente a casa non ci stavo quasi mai.
Ma il ringraziamento più grande va ancora una volta ai ragazzi, nessuno escluso: si sono meritati questo epilogo».

In questo articolo
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
Sardegna
Girone A