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Prima Categoria
Il presidente: «Punteremo ancora sui locali»

Stefano Caredda applaude il suo Seui Arcuerì: «Più forti degli infortuni e degli imprevisti: sono orgoglioso di questi ragazzi»

Termina nel migliore dei modi la stagione per il Seui Arcuerì, che grazie al 2 a 1, in rimonta, rifilato all'Iglesias può finalmente festeggiare una salvezza inseguita a lungo, ed acciuffata però soltanto all'ultimo, nello spareggio play-out che valeva un'annata intera.
La compagine del presidente Stefano Caredda si tiene stretto questo grandissimo traguardo, frutto di un'attenta e oculata programmazione: il club ha scelto infatti, scommessa coraggiosa e dal valore umano elevatissimo, di puntare senza esitazione sul bacino di talenti locali, andando decisamente controcorrente rispetto alla tendenza abituale; un punto su cui la società ha intenzione di insistere anche in vista del futuro, che si annuncia già carico di ottime aspettative.

 

«Siamo assolutamente soddisfatti – ammette Caredda – per il risultato ottenuto dalla squadra; non era assolutamente facile, considerando poi che la stagione è stata decisamente travagliata, a causa di diversi infortuni, anche piuttosto seri, e situazioni particolari che hanno rallentato irrimediabilmente il nostro cammino, mi riferisco ad esempio al cambio di allenatore, avvenuto a metà campionato. I ragazzi però hanno saputo buttare il cuore oltre l'ostacolo: si tratta quindi di una salvezza sofferta, ma assolutamente meritata».

 

A fare la differenza, la grande grinta con cui avete inseguito il vostro obbiettivo, sino all'ultimo secondo utile.
«Il ricordo della retrocessione rimediata due anni fa era ancora ben presente; una delusione cocente, che ci ha permesso però di affrontare con maggiore determinazione la gara: sotto di uno a zero, siamo stati bravi a ribaltare la situazione, con una volontà esemplare, grazie anche all'aiuto dei nostri sostenitori, domenica hanno risposto in tantissimi alla nostra chiamata; il record di incassi parla chiaro in questo senso, è stata una festa magnifica».

Troppo spesso, nell'arco del campionato, l'epilogo è stato decisamente più amaro: per il presidente si tratta di uno dei punti deboli del suo Seui.
«Abbiamo subito per troppe volte il ritorno degli avversari: in almeno 8-9 occasioni, sempre negli ultimi cinque minuti, sono stati gettati alle ortiche punti che ormai sembravano messi in cassaforte; una costante negativa che ci ha accompagnato praticamente per tutta la stagione.
Nell'ultima uscita, fortunatamente, è accaduto il contrario: un secondo tempo di spessore, in cui è venuto fuori il nostro grande carattere».

 

Oltre ad un attaccamento alla maglia davvero esemplare:
«E' uno dei motivi di vanto maggiori: scendiamo in campo puntualmente con 7-8 giocatori locali, una cosa difficile da vedere in molte altre squadre, ed è normale che questo aspetto si faccia sentire, alla lunga, in positivo ovviamente.
Il nostro progetto, all'inizio, prevedeva di integrare la rosa con l'innesto di alcuni elementi di altissimo livello provenienti da fuori, ma i piani si sono complicati a causa di imprevisti legati principalmente agli infortuni, così siamo stati costretti a fare di necessità virtù, puntando maggiormente sui ragazzi del posto».

I risultati sono stati ottimi:
«Massimo Moi ad esempio, la nostra punta di diamante, ha totalizzato 18 gol, un bottino di tutto rispetto. I ragazzi sono maturati tantissimo, anche sul piano della personalità: penso proprio che continueremo con questa filosofia».

 

Le premesse per stupire ancora e magari diventare una solida realtà della Prima Categoria ci sono tutte:
«Vogliamo affidarci ancora allo zoccolo duro che tanto bene ha fatto quest'anno e che con tutta probabilità verrà riconfermato in blocco, proprio per l'alto valore calcistico e soprattutto morale che i ragazzi hanno messo in mostra.
La nostra missione sarà quella di dare sempre più spazio ai giovani di Seui: per un presidente è fonte di grande orgoglio poter riportare il calcio a quel ruolo di aggregatore sociale che in realtà dovrebbe sempre avere. C'è da considerare poi che in un gruppo di tredici - quattordici ragazzi, almeno due, di solito, maturano delle potenzialità importanti da esprimere in palcoscenici sicuramente più prestigiosi».

 

Tra i momenti chiave della stagione, Caredda ne evidenzia uno in particolare:
«La sconfitta rimediata nei minuti di recupero contro il Villanovatulo ha fatto scattare la scintilla: c'era molto malumore tra i giocatori, tanta delusione, ma è servito per far uscire tutto il nostro orgoglio: la vittoria, in rimonta, strappata in casa del Sant'Antioco nel turno successivo è stata fondamentale per l'autostima e il morale».

 

L'ultima battuta è riservata, come al solito, a dediche e ringraziamenti vari:
«Questa salvezza è il regalo migliore che possiamo fare al nostro paese e ai sostenitori, che non ci hanno mai fatto mancare il loro affetto; un pensiero inoltre va a coloro, tra allenatori e dirigenti, che hanno sposato il progetto negli anni scorsi, lasciando un ottimo ricordo, e un segno indelebile, in tutti noi».

In questo articolo
Squadre:
Campionato:
Stagione:
2014/2015
Tags:
Sardegna
Girone B