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Un secolo di sfide, campalinismi e alleanze. Sassari e Cagliari e i destini incrociati
Torres e Cagliari tra memoria e sberleffo

Un secolo di sfide, campalinismi e alleanze. Sassari e Cagliari e i destini incrociati

Sabato 27 agosto 2011 non si è giocato l’atteso Cagliari-Milan, esordio “coi fiocchi” del campionato di serie A 2011/12, per via dell’ampiamente noto sciopero dei calciatori della nostra massima serie calcistica: ohi ohi… a puntu bonu seus arribaus se in Italia scioperano pure loro… Decisamente sconcertante se visto “con gli occhi del tifoso”… Il mio abbonamento “Curva Sud” è rimasto conservato nel cassetto, il mio sabato sera si è svolto altrove e differente da come preventivato e la mia curiosità calcistica regionale si è indirizzata verso il gustoso anticipo della prima giornata del nuovo campionato di Eccellenza regionale, Torres-Nuorese, terminato “tennisticamente” 6-0! “Nobili decadute”, “squadre blasonate del calcio sardo”, gli epiteti si sprecano, certo è che la sfida calcistica tra le principali società calcistiche dei capoluoghi provinciali di Sassari e Nuoro non passa inosservata, per quanto relegata in un campionato (nominalmente) dilettantistico.

NON SI VIVE DI SOLO CALCIO Personalmente, e qui mi espongo, nonostante i miei lunghi trascorsi in Curva Nord con gli Sconvolts (una vita fa…) da anni sostengo sportivamente la squadra rossoblù del Capo di Sopra, perché merita quantomeno di tornare in quella che continuo a chiamare “serie C”: per incredibili colpe dirigenziali, pessime gestioni societarie e malversazioni varie, la squadra e i tifosi sassaresi si son ritrovati in pochi mesi dai play off per salire in serie B (con la micidiale coppia d’attacco Palumbo-Evacuo) al derby col Valledoria in Eccellenza… Che trauma! Meno male per Sassari che nel basket c’è la Dinamo, per la quale ho la presunzione di affermare che non ci sia sportivo sardo che non l’abbia seguita e sostenuta con affetto e passione.

1903 e 1920 NASCONO LE SOCIETA' Da tifoso cagliaritano, in ogni caso, i miei ricordi e i miei diari personali rimangono indelebili, anche a distanza di più di 22 anni… Cagliari e Torres, accomunate dal colore rossoblù, sono infatti enormemente distanti nei rispettivi campionati: il glorioso Cagliari Calcio 1920, prima squadra ad aver portato il tricolore al di sotto di Roma nell’ormai lontano 1970, la squadra che ha donato alla Nazionale il suo più grande cannoniere (e speriamo continui a restarlo a lungo), il mitico e irripetibile ‘Gigirriva’ alias Rombo di tuono, milita in serie A, campionato da difendere a denti stretti e mantenere il più a lungo possibile, viste le difficoltà affrontate negli anni per recuperarlo. La Torres, invece, fondata nel lontano 1903, affronta, come detto, il campionato di Eccellenza regionale, “condannata” a vincerlo. Il 12 marzo 1989 (come dimenticarlo? Ero in Curva Nord e da solo un giorno ero maggiorenne!) le due squadre si sono scontrate ufficialmente in campionato per l’ultima volta, e da allora tanta, tantissima acqua è passata sotto i ponti per le due formazioni.

MAGNAGAULI E MAURREDDINI Le vicende sportive che contrapposero Cagliari e Torres a cavallo della metà del Novecento appartengono oramai alla preistoria del calcio e del Cagliari: si giocava ancora nel polveroso campo di via Pola e le cronache sono ormai circonfuse di una sorta di alone leggendario: tempi “pioneristici” sia in campo che sugli spalti... Per chi, come il sottoscritto, il Cagliari rappresenta un’autentica e, fortunatamente, inguaribile malattia, le vicende degli anni Ottanta sono invece tuttora ben presenti: la serie A, la storica esperienza in Coppa UEFA non hanno cancellato il ricordo del periodo di gavetta in serie C da cui è risorto miracolosamente, come l’araba fenice, il grande Cagliari. Nel lontano campionato 1986/87 il Cagliari affrontò il campionato di serie B partendo da cinque punti di penalizzazione, frutto di un tentativo di illecito relativo ad un precedente Perugia-Cagliari da parte della premiata ditta Chinellato (difensore) – Ulivieri (allenatore, che poi nel 2000, ahinoi, rifece altri danni qui a Cagliari… “Repetita NON iuvant”). Al termine di quel campionato, il Cagliari retrocesse in serie C, retrocessione in un modo o nell’altro evitata nei precedenti tornei di serie B, dove, si ricorderà, l’avevano spedito nel 1983 il tandem bidonesco Victorino-Uribe di Amarugi (evitiamo di parlar male dei morti), il mai cicatrizzato due a uno di Boniek e Platini in Cagliari-Juventus e, all’ultima, drammatica giornata il due a zero dell’Ascoli di Mazzone al Cagliari, con reti di Greco (no comment...) e Nicolini. Ironia della sorte, nel corso della medesima annata 86/87, la Torres stravince il proprio campionato di serie C2 e viene promossa in C1, girone B, dove ritrova il Cagliari, con grande onta per i rossoblù cagliaritani. Aria di derby, dunque, tra ‘impiccababbu’, ‘magnagauli’ da una parte, e ‘maurreddini’ o ‘marrocchinni’ dall’altra. Il successivo campionato vede i cagliaritani ulteriormente e vergognosamente annaspare in fondo alla classifica, lottando per evitare l’ignominioso tracollo in serie C2, con la salvezza raggiunta solo alla penultima giornata, sotto la guida del grande e compianto “Cincinnato” Tiddia (così soprannominato per essere stato il salvatore della causa, strappato alle sue colture in serra di Sarroch, in versione analoga al Cincinnato romano). La Torres, invece, vola sulle ali dell’entusiasmo, per un lungo periodo sembra addirittura poter ambire alla promozione in serie B, chiude il campionato in posizione prestigiosa, ben sopra il Cagliari, rendendo lividi di rabbia i cagliaritani: memorabili le scritte spray sui muri di Cagliari in versione kitsch-colta “TATHARI DELENDA EST”, cioè “Sassari (Tathari, in sardo) deve essere distrutta”, prendendo in prestito il noto motto catoniano contro Cartagine. E fortuna che il Cagliari si è – e ci ha – risparmiato l’onta di una sconfitta nel derby! All’andata, all’Acquedotto di Sassari, il Cagliari riuscì a strappare lo 0-0 con le unghie e con i denti agli indiavolati torresini. Al ritorno, al Sant’Elia, il Cagliari riuscì a pareggiare a pochissimi minuti dalla fine con un colpo di testa del legnoso e ‘scallau’ libero Zandonà (1-1), evitando l’umiliazione della sconfitta. Di quella partita rimane l’immagine delle poche centinaia di tifosi sassaresi sistemati nell’anello inferiore della curva nord (all’epoca il Sant’Elia, per i lavori in vista dei Mondiali del 1990, era aperto solo nel settore Distinti) che in versione folklorico-partenopea (era l’epoca di Maradona...) cantavano “Oh mamma, mamma, mamma, sai perché mi batte il corazon? Ho visto Mario Piga!”, per la presenza del calciatore, squalificato, insieme ai tifosi. A fine partita, invece, cordiale, goliardica, simpatica e amichevole “sassaiola” contro i sassaresi fuori dalla curva Nord... È curioso anche ricordare che esattamente la domenica prima (era il 21.2.1988) si erano fatte le prove generali di derby al Palazzetto di via Rockfeller, dove fu giocata l’ultima sfida ufficiale di basket tra l’Esperia Cagliari e la Dinamo Sassari, nel torneo di serie B1 (orgogliosamente vinsero i cagliaritani 86-84, vendicando la sconfitta di Sassari dell’andata): fu il derby dei due playmakers, Pippo Lai contro Sergio Milia, rispettivamente cagliaritano e sassarese veraci. Da allora la Dinamo vola alla grandissima in serie A rappresentando al meglio la Sardegna, mentre l’Esperia… Beh, forse è meglio tacere del basket a Cagliari…

SASSARESE CUCÙ, I MONDIALI ALLA TIVÙ Il campionato di calcio successivo 1988/89, sempre C1 girone B, vide finalmente scoccare l’ora della riscossa per il Cagliari, alla guida del quasi esordiente Claudio Ranieri: il Cagliari dominò il torneo, arrivò primo e fu promosso in serie B a tre giornate dalla fine, liberando i propri tifosi dallo spettro di rimanere in C e continuare a vedersi la Torres davanti. La stessa Torres disputò uno straordinario campionato, arrivando fra le prime; da allora, purtroppo, cominciò il suo declino tra alterne vicende. E i derby di quell’anno? Furono addirittura quattro, compresi i due di Coppa Italia. Gara di andata di campionato, a Sassari, il Cagliari che vince 1-0 (gol di ‘Pedro’ Piovani), mandando in visibilio il migliaio di cagliaritani presenti all’Acquedotto che già pregustano la vittoria, poi, nei minuti di recupero, cross e rete di testa del terzino sassarese Di Rosa: 1-1, una beffa, tra il tripudio degli ‘impiccababbu’... A fine partita fu appositamente coniato dai cagliaritani il coro “PAREGGIU RUBATTU” (non vorrei sbagliare, ma credo opera della creatività di Michele Atzori, alias “Dr. Drer”…), con chiara allusione all’allora presidentissimo della Torres Bruno Rubattu. Ci furono poi i due derby di Coppa Italia: 0-0 all’andata a Cagliari, all’Amsicora (il Sant’Elia era ancora chiuso), al ritorno, invece, il Cagliari va a vincere 1-0 a Sassari, qualificandosi (in quell’anno il Cagliari vinse anche la Coppa Italia di serie C). Chi segnò? Ancora lui ‘Pedro-gol’ Piovani, idolo della tifoseria cagliaritana anche grazie ai quei gol alla “Torrese” (sì, proprio Torrese, con la e finale per sbeffeggiare i cugini del Capo di Sopra): lo stesso Piovani, che poi anni dopo, nel 1993, segnò il suo primo gol in serie A col Piacenza proprio contro il Cagliari, per giunta in rovesciata! Si arrivò così all’ultimo derby, all’ultimo scontro ufficiale tra le due squadre, in occasione della gara di ritorno in campionato, il 12 marzo 1989. In quell’occasione fu riaperto, anche se limitatamente ai settori della Curva Nord e dei Distinti, lo stadio Sant’Elia. In quell’occasione fu esposto uno storico striscione ironico: “SASSARESE CUCÙ, I MONDIALI ALLA TIVÙ”, con chiaro riferimento che Cagliari e il suo stadio sarebbero stati sede del Mondiale di Italia 90 (che poi, detto tra noi e col senno di poi, le partite che Inghilterra, Olanda, Eire ed Egitto disputarono qui a Cagliari furono tra le più noiose che la storia dei Mondiali ricordi…). Il Cagliari segnò dopo pochi minuti con Barozzi, proprio sotto la curva nord: un tripudio. Poi, al secondo tempo, verso la fine, ancora una volta la beffa: il difensore Mauro Valentini, piuttosto “marmoreo”, si avventurò in un improbabile dribbling al limite dell’area, perse palla e ne scaturì il pareggio torresino: 1-1. La promozione del Cagliari divise da allora i destini delle due squadre: esiste un certo amarcord per quei tempi, certo, ma di sicuro nessun cagliaritano vuole più riassaporare l’aria di derby! Antonello Greco

(rielaborato e aggiornato da “La rivalità tra Cagliari e Sassari: le recenti vicende sportive. Per non dimenticare…”, Il caffè sestese, anno IV, n. 3, aprile 1999, p. 7).

In questo articolo
Squadre:
Stagione:
2011/2012
Tags:
Sardegna