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Eccellenza al via, chi l'ha vinta spiega come si fa. Paba: «Ci vuole continuità di risultati». Senigagliesi: «Società solida e giocatori di qualità». Mereu: «Parti bene e sei a metà dell'opera»
Hanno portato in D L.Dolce, Muravera e Nuorese

Eccellenza al via, chi l'ha vinta spiega come si fa. Paba: «Ci vuole continuità di risultati». Senigagliesi: «Società solida e giocatori di qualità». Mereu: «Parti bene e sei a metà dell'opera»

Un'Eccellenza così erano anni che non si vedeva. Se per la vittoria finale ci saranno - come in ogni stagione - diverse e qualificate pretendenti (Castiadas, Tortolì, Atletico Uri su tutte) non si intravvedono all'orizzonte squadre materasso come lo sono state negli ultimi campionati il Porto Corallo (l'anno scorso -2 punti), il Porto Torres (due anni fa retocesso con 15 punti e 23 sconfitte di fila), o in grande difficoltà di organico per diversi mesi come il Selargius e il Castelsardo, prima ancora l'Alghero nel 2014-15 (0 punti nelle prime 12 giornate), Tempio e Progetto Sant'Elia nel 2013-14 (retrocesse comunque con 20 e 23 punti), Carbonia (1 punto nel girone di ritorno) e Pula (6 punti all'andata) nel 2012-13, Villacidro nel 2011-12 (10 punti di cui 4 al ritorno), per non parlare del Sanluri che due anni fa si ritirò dal campionato dopo 20 gare. Dopo il primo turno della Coppa Italia (leggi il resoconto delle gare degli ottavi di finale) la serie A del calcio isolano prenderà il via domenica 18 (scarica e stampa il calendario), ad introdurre la stagione dei pronostici ci hanno pensato gli ultimi tre allenatori che hanno trionfato in Eccellenza. 

Massimiliano Paba, Stefano Senigagliesi e Bernardo MereuMassimiliano Paba l'anno scorso trionfò con il Latte Dolce (73 punti in 30 partite e un'imbattibilità di 29 gare), Stefano Senigagliesi due anni fa portò il Muravera allo storico risultato (76 punti in 34 partite) mentre tre anni fa Bernardo Mereu primeggiò con la Nurorese (69 punti in 30 partite). Il primo è stato confermato alla guida dei sassaresi ed è impegnato nel campionato di serie D, il secondo è ancora fermo dopo che fu sollevato dall'incarico nelle prime dieci giornate di serie D, al terzo non è riuscito il miracolo di salvare il Castiadas (sconfitto ai playout dal Lanusei), ha conseguito il master per allenare in serie A e potrebbe lasciare la Sardegna.

 

Massimiliano Paba costruisce il podio delle favorite per la serie D: «Le più accreditate al salto di categoria sono senz'altro Castiadas, Tortolì e Atletico Uri, tutt'e tre molto forti e un gradino sopra quelle che potranno recitare il ruolo di possibili outsider come il La Palma, che ha un tecnico che dà un'impronta alla squadra e ha inserito giocatori esperti per la categoria, il Calangianus, che ha investito tanto sul mercato, il Budoni, che può migliorare se farà come sembra altri innesti; poi del Valledoria mi piace l'organizzazione di squadra, sul Tonara sono curioso di vedere se Mesina farà la differenza come due anni fa quando segnò 33 gol col Castiadas, il Monastir è invece partito alla grande in Coppa Italia, Tergu e Orrolese hanno cambiato molto e inserito giocatori di spessore, insomma tra queste ci sarà sicuramente chi potrà inserirsi in un discorso di vertice». Il terzetto del podio non avrà perciò vita facile. «Non ci sono squadre materasso che regaleranno punti come è accaduto negli ultimi anni con Porto Corallo, Porto Torres o il Sanluri ritirato. Sarà un campionato equilibrato e molto combattuto, difficile in ogni gara, con un livello molto buono anche nelle squadre che stazioneranno nella parte bassa della classifica, chi l'anno scorso ha ottenuto la salvezza all'ultimo come Tonara, Monastir e le neo-promosse Orrolese, Ilva e Bosa sono tutte molto attrezzate. In generale, in ogni rosa, ci sono giocatori veramente importanti e di categoria superiori, perciò le tre favorite faticheranno anche nelle partite sulla carta più abbrodabili». Mister Paba indica l'elemento fondamentale per arrivare al primo posto: «Per prima cosa bisognerà avere grande continuità di risultati e fare come noi lo scorso anno. Abbiamo messo in fila 29 risultati utili di fila ma in quella grande striscia c'erano dei pareggi che potevano sembrare dei risultati negativi e invece poi hanno fatto la differenza. Se andiamo a vedere la seconda e terza in classifica hanno chiuso con un numero di vittorie simile al nostro, appena 2 in meno (22 a 20, ndr) ma mentre noi abbiamo perso all'esordio e basta San Teodoro e Atletico Uri hanno chiuso la stagione rispettivamente con 7 e 8 sconfitte». Il tecnico dei sassaresi dà anche grande rilevanza agli scontri diretti: «Beh, averli vinti entrambi ci ha dato una spinta enorme, è accresciuta l'autostima e la consapevolezza oltre che essere una brutta botta per gli avversari subiscono la sconfitta. Si dice non per caso che i punti valgono doppio, nelle sfide dirette non si deve perdere se poi le vinci ti dà una forza incredibile». Paba non vede analogie con il campionato di tre anni fa quando c'erano le corazzate Nuorese e Porto Corallo e il suo Fertilia s'infilò a dar fastidio tanto da chiudere alle spalle dei barbaricini e battere i sarrabesi di Virgilio Perra nella finale playoff: «Lo vedo più simile all'anno scorso, perché oltre a noi San Teodoro e Atletico Uri c'erano altre squadre partite per i vertici assoluti come il Tergu e il Ghilarza, poi è chiaro che ci sarà la squadra che deluderà a meno che ognuna non trovi uno sbocco verso la serie D anche coi playoff e la Coppa Italia». 

 

Stefano Senigagliesi vede un campionato simile a quello che vinse due anni fa quando il suo Muravera la spuntò al cospetto di tante pretendenti: «Mi dà proprio questa impressione. Quando all'epoca valutavo il livello di quel campionato ero spaventato, perché si poteva vincere così come uscire dai playoff. Dissi infatti al presidente Aresu e al diesse Cuccu: "È molto difficile trovare una squadra che possa uscire dalla lotta, perché tra noi, Castiadas, Ploaghe, Latte Dolce, Lanusei e San Teodoro ci sono 5 posti per 6 squadre". Mi sembra che quest'anno possa accadere la stessa cosa». Anche se il tecnico marchigiano vede una sua favorita: «Il livello si è alzato molto, diverse squadre si sono rinforzate tantissimo, per istinto e per ragioni di cuore metto davanti a tutte il Tortolì, una squadra forte non solo nelle individualità ma anche al livello numerico di rosa, non so quante squadre in serie D si possano permettere così tante alternative e attaccanti come Figos, Viani e il fenomenale Nieddu, il più forte attaccante dei dilettanti in Sardegna, una punta straordinaria. È favorita così come il Castiadas che ha fatto un mercato di altissimo livello, non solo grandi nomi per l'Eccellenza ma giocatori dal passato importante come Carrus, bisogna solo vedere l'adattabilità al campionato e con quale spirito si affronta il declassamento. Anche l'Atletico Uri, che l'anno scorso è arrivata in finale playoff, è fortissima; il Calangianus ha una squadra di tutto rispetto e credo possa dar fastidio a tutti, il La Palma ha fatto un mercato importante, il Budoni va inserito nel lotto per la storia e per il senso di grandissima rivalsa che ha dopo la retrocessione, è una realtà che non deve stare in Eccellenza. Vedo bene anche il Monastir che ha preso Rais e il Tonara con Mesina, da queste squadre che ho citato usciranno le prime 5 del campionato, dire chi vincerà è difficile anche se il mio cuore, come detto prima, mi porta a dire Tortolì». Senigagliesi spiega anche cosa occore per prevalere: «La vittoria di un campionato nasce sempre da due ingredienti indispensabili, il primo è la società, che dev'esser fatta di persone serie e io a Muravera ho avuto la fortuna di essere supportato da un presidente come Giampaolo Aresu con un senso umano di altissimo livello e grande competenza ma avevo la collaborazione di Renzo Cuccu che, all'interno di un impegno che si faceva sempre pressante, ni ha dato una grande mano; il secondo sono i giocatori di qualità e quando tu hai ragazzi come Chessa, Sogus, Ezeadi, Nurchi, che segnò 30 gol, Dessena e Onano risulta molto più facile vincere. Io dissi che il Muravera all'andata chiuseo al primo posto perché aveva Nurchi, nel ritorno ha vinto il campionato per il progetto tecnico. A questi due aspetti aggiungo la grande continuità, perché noi perdemmo i derby con Porto Corallo e Castiadas, il primo in modo assurdo, e poi facemmo 20 risultati utili di fila, dalla decima d'andata alla quattordicesima di ritorno». L'ex allenatore dei gialloblù vede così gli scontri diretti: «Dicono che i campionati non si vincono negli scontri diretti o perlomeno rischi di perderlo con squadre di bassa classifica, io penso che una singola partita ti possa cambiare l'annata e la vittoria che facemmo a Lanusei, agganciandolo in vetta alla classifica, ci diede la consapevolezza che avremmo potuto giocarcela fino alla fine, perché la sicurezza di vincere non ce l'hai mai però avevo il sentore che stavo allenando una squadra che definivo "pericolosa". Nel ritorno riuscimmo a dare continuità e solidità, subimmo solo 9 gol nel girone ritorno, questo dato è l'emblema di una squadra solida, fatta di grandi giocatori». Senigagliesi, attualmente, è fermo ai box perché paga il mancato passaggio di consegne al vertice societario al Nardò che avrebbe dovuto portare Marco Arno, difensore ex Ancona, Cremonese, Teramo, Frosinone e Foggia, a svolgere il ruolo di direttore sportivo: «Marco Arno è stato un mio ex giocatore nella Primavera dell'Ancona, avevo firmato il contratto e sarei dovuto andare in Puglia per iniziare la preparazione, all'ultimo momento, il 18 luglio è saltato il cambio societario, nel frattempo avevo detto di no al Tolentino e ad altre squadre. Dopo tanti anni non sono impegnato, vuol dire che doveva andare così e magari verrà fuori qualcosa di più bello». Magarai dalla Sardegna: «Per me la Sardegna è la mia seconda casa, e soffro di nostalgia come chi ha il mal d'Africa, vorrei sempre tornare per rivedere persone e posti meravigliosi. Se ci fosse una possibilità di tornare per allenare non avrei nessun problema ad accettare».

 

Bernardo Mereu tre anni fa portò la Nuorese a vincere il campionato con due giornate d'anticipo, evitando così due pericolosi scontri diretti negli ultimi 180' di gioco contro Fertilia e Porto Corallo. Nella scorsa stagione prese in corsa il Castiadas, in serie D, lo risollevò con una grande rimonta che pagò nel finale di stagione e nello spareggio playout a Lanusei. Per l'allenatore originario di Triei la sua ex squadra è in pole position: «La squadra più forte è il Castiadas, l'acquisto di Carrus sposta decisamente gli equilibri e il livello della squadra che aveva già preso giocatori di grande spessore come Deliperi, Sias, Borrotzu, Cordeddu e Alberto Usai. Se prima 4 o 5 squadre potevano più o meno giocarsi il titolo, ora il Castiadas diventa la favorita assoluta, una squadra completa con nomi di assoluta eccellenza per la categoria. A seguire, il Tortolì e l'Atletico Uri hanno la possiblità di disturbare il cammino dei ragazzi di Mannu. Poi, come ogni anno, ci sono le outsiders e mine vaganti che possono inserirsi in qualsiasi tipo di discorso e, con cognizione di causa, provare ad interferire la corsa delle tre squadre. Penso al Calangianus che ha allestito un organico di buon livello, il Budoni se riesce a trovare qualcosina in avanti può rientrare anche nel lotto delle protagoniste, vedo organici giovani e brillanti ma con qualche elemento di esperienza in Monastir e La Palma; lo stesso Tonara, che ha preso un tecnico grintoso e con due giocatori come Cristian Sanna e Antonio Mesina che possono costituire un valore aggiunto, può recitare un ruolo importante». A Mereu piace il livello che si sta delineando nel campionato di Eccellenza: «Nel complesso vedo tutte squadre abbastanza attrezzate, una cosa molto bella è che se si può definire facilmente la protagonista assoluta e le altre che possono infastidirla, è invece difficile individuare che giocherà per la salvezza. Non ci sono infatti squadre che partono con la stagione segnata così come è capitato negli ultimi anni a Porto Corallo e Porto Torres, in tutte le squadre vedo organici che possono far bene, sarà un campionato difficilissimo». Per il tecnico che ha portato la Villacidrese in Lega Pro e salvato la Torres in C1, avere una rosa ampia non è un elemento determinante: «Un campionato a 16 squadre e con 30 partite da giocare non ti stressa in modo particolare, rispetto alla serie D si giocano dalle 4 alle 6 gare in meno e sono tante, perciò non è fondamentale avere una rosa grande ma per lo più dei cambi adeguati». In questo modo il segreto della vittoria è «avere un'idea adi gioco e partire bene perché crea entusiasmo e dà serenità, consentendo ad un tecnico di proseguire col lavoro fatto in preparazione. Questa è l'arma più importante, chi parte bene poi arriva bene e ha il 50% dell'opera fatta, a maggior ragione per chi deve vincere perché può gestire quella piccola crisi che può capitare. Solo la Juventus può permettersi di partire e vincere ma in Italia c'è solo una squadra così». Ma anche gli scontri diretti hanno il loro peso: «Quando giochi per vincere o salvarti i punti valgono sempre doppi, in classifica ne prendi 6 perché ne togli 3 al tuo avversario scavando un solco molto importante in classifica. E poi ne prendi altri 1000 in termini di autostima e consapevolezza che ti permettono di crescere e acquisire certezze. In quelle sfide è importante non perdere ma la vittoria ha un valore doppio perché assesti un colpo molto forte». Mereu non trova analogie tra l'Eccellenza che sta per prendere il via e quella che vinse tre anni fa: «Ogni campionato ha la sua storia, i film sono sempre diversi. Allora c'era il Porto Corallo che aveva una squadra di livello superiore, la Nuorese vinse perché ebbe una grande capacità di organizzarsi e di crescere col passare delle domeniche acquisendo sempre maggiore sicurezza. Anche il Fertilia di Paba fece tanto bene arrivando poi alla finale nazionale playoff, il Muravera di Oliveira aveva un ottimo organico, il Castiadas di Piras non era male. E non c'era una squadra materasso, perché il Progetto Sant'Elia e il Tempio cercarono fino all'ultimo di evitare la retrocessione». L'allenatore che ha segnato il suo nome al miracolo del La Palma a fine anni Ottanta è fresco di patentino Uefa Pro che gli consentirebbe di guidare squadre fino alla serie A, gli esami finale a Coverciano sono terminati ad inizio settembre: «È il massimo risultato raggiunto all'interno di un percorso tecnico e culturale che ho fatto in tanti anni di carriera incui ci ho messo passione e sacrificio. Dove allenerò? Ho avuto delle proposte dall'estero non percorribili, se ne arriveranno altre verrebbero da me ponderate bene e non come l'anno scoro che feci più una scelta col cuore».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2015/2016
Tags:
Sardegna