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La favola Bosa, Naitana: «Iniziammo 4 anni fa con una salvezza in Prima, ora Coppa Italia vinta e playoff per l'Eccellenza vicini». Di Angelo: «Gruppo fantastico, non possiamo più tirarci indietro»
Il tecnico Puggioni: «Il sogno deve continuare»

La favola Bosa, Naitana: «Iniziammo 4 anni fa con una salvezza in Prima, ora Coppa Italia vinta e playoff per l'Eccellenza vicini». Di Angelo: «Gruppo fantastico, non possiamo più tirarci indietro»

Il Bosa non finisce di stupire, ogni volta si supera e aggiorna la storia. In campionato ha battuto la Monteponi Iglesias nello spareggio fra le seconde in classifica e si è messa in vantaggio per disputare i playoff per l'Eccellenza, in Coppa Italia è arrivato sino alla finale conquistando il trofeo ai calci di rigore contro un Carbonia davvero tosto. Il giovane presidente Marco Naitana non sta nella pelle dopo aver portato un trofeo storico in bacheca: «Ripenso sempre a come siamo partiti, quattro anni fa dovevamo salvarci in Prima categoria e ora ci ritroviamo a vincere la Coppa Italia di Promozione, un trofeo mai vinto da una squadra di Bosa. Il carattere bosano ci aiuta, il fatto che siamo tutti del posto e tutti amici ci spinge a non mollare mai. Faccio i complimenti al Carbonia che, insieme a noi e all'Orrolese, meriterebbe di andare in Eccellenza. Hanno una grande organizzazione di gioco e sono persone squisite. Il nostro legame con loro era nato a Bosa ma è scoppiato poi nella gara di ritorno a Carbonia con gli ultras che ci avevano preso un po' in simpatia facendoci dei cori, per noi è stato bellissimo, so cosa significa essere ultras, li ringrazio anche per il regalo ricevuto, una felpa del Carbonia». Nella gara tra tifoserie quella rossoblù non ha certo sfigurato. «Il nostro pubblico è stato encomiabile - continua Naitana - sembravamo al campo Italia e non a Sa Rodia. Abbiamo creato un entusiasmo che non si vedeva da vent'anni, da quando io ero piccolino e andavo a seguire Bosa e Calmedia. Spero che ci si accorga di cosa stanno facendo i nostri ragazzi, non bisogna farseli sfuggire, faccio perciò un appello a qualsiasi imprenditore voglia unirsi a noi, saremmo ben lieti di accoglierlo». Adesso Il Bosa si ributta in campionato: «Vogliamo conservare il secondo posto che potrebbe valere una promozione in Eccellenza. Con 4 punti siamo dentro, l'Orrolese credo abbia già vinto il campionato, anche meritatamente, perché è stata quasi sempre prima, una squadra costruita per vincere, di qualità e quantità che mi impressionò molto all'andata. Domenica andremo a Senorbì non so con quali forze dopo la finale di Coppa e la gara con la Monteponi, ci sarà fresco Roberto Carboni a cui dedichiamo il trofeo visto che per un problema non ha potuto partecipare alla finale». 

 

Luigi Di Angelo, Tore Carboni e Marco NaitanaCon Salvatore Carboni guida il Bosa in quest'impresa, con esperienza ed eleganza Renzo Puggioni sta dando il suo grande contributo dalla panchina e si gode la vittoria della Coppa Italia: «Non avevamo mai vinto questo trofeo, i ragazzi l'hanno meritato facendo tanti sacrifici. Il Carbonia ha avuto la possibilità di vincere, nel primo tempo noi abbiamo stentato accusando un po' la stanchezza della gara contro l'Iglesias, nella ripresa siamo venuti fuori, abbiamo segnato e potevamo raddoppiare, loro hanno pareggiato e la gara è proseguita sul piano dell'equilibrio. Bravi noi poi a non sbagliare i rigori, lì è una lotteria, chi li fallisce non ha più possibilità di rimediare». Al Bosa è mancata la qualità e la velocità di Roberto Carboni. «Non possiamo regalare certi giocatori alle avversarie - dice con rammarico mister Puggioni - purtroppo non poteva giocare, gli abbiamo però fatto un bel regalo perché è stato l'artefice di questa nostra stagione segnando più gol di tutti». Adesso mancano due gare per regalarsi un sogno chiamato Eccellenza cullato per tanti mesi: «Il sogno deve continuare sino alla fine, speriamo di festeggiare contro l'Orrolese che ha ormai vinto il campionato. A noi interessa conservare il secondo posto per disputare lo spareggio per andare in Eccellenza. Noi eravamo in Prima categoria, siamo stati ripescati ed eravamo l'incomodo del girone Sud, che noi non conoscevamo, è stato molto dispendioso dal punto di vista economico e fisico perché affrontare 15 trasferte così lunghe non è facile, bisogna perciò fare un plauso ai ragazzi che non sono mai mancati agli allenamenti e hanno tanto cuore». Il trofeo tricolore è stato sollevato da Luigi Di Angelo, capitano dei rossoblù che rende merito agli sconfitti: «Il Carbonia ha creato diverse occasioni, aveva più gamba di noi, noi però non abbiamo mollato, siamo arrivati ai rigori ed è una lotteria, onore a loro ma vince una squadra, ci è andata bene e siamo contentissimi». Il 32enne difensore rossoblù non crede ancora alla scalata della squadra: «Sono al Bosa dall'età di 5 anni, ho visto crescere i ragazzi che tre anni fa si sono salvati in Prima categoria, con gli stessi giocatori e l'aggiunta di Tore Carboni e il fratello Roberto siamo arrivati in Promozione e vinto la Coppa Italia, questo fa capire il gruppo fantastico che siamo, tutti amici». Ora l'ultimo sforza per un'altra impresa, chiudere secondi disputare i playoff per salire in Eccellenza. «Domenica a Senorbì sarà una gara dura - dice Di Angelo - ci mancano tre giocatori squalificati e siamo stanchi. Però non possiamo più tirarci indietro, dobbiamo vincere e spero che contro l'Orrolese sia una festa per entrambe le squadre. All'inizio avrei pagato per salvarmi e ora invece siamo lì, noi ci crediamo e il nostro pubblico pure, non ci manca niente se non le ultime due partite e poi vedremo se faremo i playoff». 

In questo articolo
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2015/2016
Tags:
Sardegna