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L'addio di Cossu al Porto Corallo: «Non potevo barattare valori e principi di 3 anni con la vittoria di un campionato»
Il tecnico: «Ringrazio i Massessi e Villaputzu»

L'addio di Cossu al Porto Corallo: «Non potevo barattare valori e principi di 3 anni con la vittoria di un campionato»

Tre stagioni fantastiche e una quarta che aveva le premesse di un suggello al quadriennio di Marco Cossu al Porto Corallo ma, ad un giorno dall'esordio stagionale in Coppa Italia nel derby contro il Muravera, il tecnico cagliaritano ha lasciato la panchina dei sarrabesi. Nella settimana in cui il difensore Giorgio Piras e l'esterno Davide Meloni avevano lasciato la squadra, le dimissioni di Cossu sono state comunque un fulmine a ciel sereno in casa di quella che, insieme con Nuorese, San Teodoro, Muravera e Alghero, è tra le candidate al salto di categoria. Una decisione sofferta da parte di chi sa di lasciare una famiglia e una grande opportunità professionale ma che in quella famiglia, evidentemente, non stava trovando più quei valori sui quali si sono fondati e formati le sue squadre nei tre campionati precedenti. Un gruppo di lavoro che è stato capace di conquistare in 90 partite 199 punti (in due anni di Promozione e uno di Eccellenza), la vittoria di due triangolari playoff (nel primo caso fu inspiegabile il mancato ripescaggio) e il terzo posto nel massimo campionato regionale. Una decisione che fa apprezzare le qualità dell'uomo Marco Cossu perché per quelle del tecnico parlano i risultati sul campo ottenuti dal Porto Corallo in tre anni.

Come redazione di Diario Sportivo riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marco Cossu che spiega con garbo e stile il perché delle dimissioni e riassume gli oltre tre anni alla guida del Porto Corallo.

«Ringrazio il presidente Franco Massessi e la sua famiglia che mi hanno permesso di vivere oltre tre anni sportivi importantissimi per la mia crescita sportiva ed umana; ringrazio i tifosi di Villaputzu che non mi hanno fatto mai mancare il loro affetto e la loro stima e tutti i giocatori che ho avuto la fortuna di allenare in queste tre stagioni ed in questo scorcio della quarta e dai quali ho imparato tanto, condividendo tanti momenti felici e qualcuno anche meno felice.

C'erano tutti i presupposti affinché questo quarto anno potesse essere quello dell'ulteriore salto di qualità e credo che in pochi allenatori avrebbero rinunciato a guidare quella che, con gli ultimi arrivi che avevamo già programmato, è una super squadra.

Ma i valori e i principi professati in questi anni non potevano essere barattati con la vittoria di un campionato; valori e principi che ci hanno consentito di costruire, oltre tre anni fa, un piccolo miracolo sportivo, riconosciuto ed apprezzato in tutta la Sardegna, diffondendo in tutta l'Isola il nome di Porto Corallo e di Villaputzu in uno dei suoi volti migliori, quello dello sport, partendo da una situazione difficilissima, sia tecnica che organizzativa e costruendo, insieme alla Società, un gruppo capace di ottenere - esclusi i play off - 199 punti in 90 gare, vincere due coppe disciplina e gettare basi solide per questa quarta annata.

Valori e principi rappresentati dall'attaccamento alla maglia ed al paese che rappresentavamo, dal lavoro quotidiano sul campo e dall'individuazione del gruppo, nel vero senso del termine, come elemento essenziale ed imprescindibile per il raggiungimento dei migliori traguardi. Rimanere avrebbe significato non difendere quei principi, tradire me stesso, col risultato di non apparire più credibile agli occhi di tutte le persone che mi hanno conosciuto in tutti questi anni.

Auguro di cuore alla Società, ai tifosi di Villaputzu e a tutti i giocatori di raggiungere le migliori soddisfazioni ed i traguardi più prestigiosi. Conserverò un grande ricordo di Villaputzu, che ho rappresentato con orgoglio, dando tutto me stesso».

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Sardegna