La gara col Tortolì sospesa a fine primo tempo
Sanluri, il presidente Pilloni dopo l'aggressione all'arbitro Cannas: «Mi vergogno di ciò che ho fatto, un gesto inqualificabile. Mi scuso con tutti gli sportivi»
L'ha fatta grossissima e il primo a riconoscerlo è stato proprio lui, Paolo Pilloni, presidente del Sanluri calcio che ha aggredito l'arbitro Luigi Cannas al termine del primo tempo chiuso sull'1-1 contro il Tortolì, spintonandolao e buttandolo a terra all'ingresso negli spogliatoi. La gara è stata sospesa per lo choc subito dal direttore di gara cagliaritano, che ha deciso di non riprendere più la partita ed è stato accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di San Gavino per gli accertamenti del caso.
L'inqualificabile gesto del massimo dirigente del Sanluri nasce per un calcio di rigore fischiato a favore degli ogliastrini nei minuti di recupero e trasformato poi da Marco Nieddu. Un penalty contestato dai mediocampidanesi che ritenevano fosse inesistente. Nel cammino che porta agli spogliatoi, l'allenatore del Sanluri Antonio Prastaro e il dirigente Giuseppe Cuozzo hanno protestato con l'arbitro che ha comunicato loro l'espulsione, in quel momento è intervenuto anche il presidente Pilloni che ha inveito contro il direttore di gara: «Gli ho detto che stava rovinando la partita nell'aver concesso un rigore che non c'era e nell'espellere il mio allenatore e il dirigente accompagnatore. Lì l'arbitro ha notificato anche a me l'espulsione, a quel punto ho perso la testa e l'ho spintonato, lui ha perso l'equilibrio ed è caduto a terra. Non so poi se abbia sbattuto la testa a terra».
Fin qui il racconto del principale protagonista che, però, non vuole tirar fuori attenuanti per un gesto che lo stesso Paolo Pilloni definisce «inqualificabile». Poi aggiunge: «Mi voglio scusare centomila volte con l'arbitro Cannas, con la categoria arbitrale, con i miei atleti, con la società del Sanuri e quella del Tortolì ma anche con tutti coloro che fanno sport. Mi vergogno enormemente di ciò che ho fatto, è stata un'esperienza che non avrei mai voluto vivere. Io, che in 15 anni di presidenza del Sanluri ho sempre cercato di comportarmi da sportivo, ho rovinato tutto per tre secondi in cui non ho più ragionato. Non esiste in alcun modo che un massimo dirigente come me aggredisca un arbitro qualsiasi sia il motivo che ha portato a questo gesto. Non c'è nessuna scusante, non riesco ancora a capacitarmi del gesto, assolutamente da condannare, che ho compiuto». Un gesto che poi qualifica così: «Ho fatto una grande "cazzata"». Sebbene nasca da un episodio vissuto come un'ingiustizia e al termine di vivaci proteste che avevano surriscaldato l'ambiente: «Sono un passionale, il primo tifoso del Sanluri. Chi mi conosce sa quanti soldi ho investito nel calcio per l'amore che ho per questo sport. Quel rigore dato contro, per noi inesistente, l'ho vissuto come una mancanza di rispetto verso chi fa enormi sacrifici. Ma, ripeto, non doveva succedere assolutamente che spintonassi l'arbitro». E precisa: «Non ho fatto altro, né dato calci o pugni ma, dopo essermi scusato pubblicamente, mi scuserò personalmente con l'arbitro Cannas, che è un ragazzo che fa sport».
Sul piano sportivo, le decisioni sulla gara sospesa verranno adottate in settimana dal giudice federale: si avrà sicuramente la sconfitta a tavolino per il Sanluri, che poi rischia anche una squalifica del campo. Pesante sarà pure l'inibizione che subirà il presidente Paolo Pilloni: «Accetterò qualsiasi squalifica mi verrà data perché riconosco la gravità del gesto, spero tanto che aver perso la testa per tre secondi non rovini la stagione del Sanluri, che era partita sotto i buoni auspici dopo aver fatto un progetto di ringiovanimento che stava dando i primi frutti, visti anche nel primo tempo contro il Tortolì».