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Castiadas, la rivincita di Piccarreta: «Tre anni fa un addio non sereno. Avrò una squadra competitiva ma nessuna pressione per vincere»
Il mister: «Ripescati in D? Magari ma credo di no»

Castiadas, la rivincita di Piccarreta: «Tre anni fa un addio non sereno. Avrò una squadra competitiva ma nessuna pressione per vincere»

Castiadas è di casa, ci ha giocato prima, ci ha allenato e giocato, poi l'ha solo allenato. Andrea Piccarreta, classe 1972, torna in biancoverde, tre anni dopo un addio tumultuoso (ma con un'altra proprietà) a metà stagione e dopo tanti campionati e playoff fatti ottenendo due promozioni in Eccellenza e Serie D. Coi sarrabesi ha pure una retrocessione dalla serie D, che brucia ancora e che entra a far parte dei tanti motivi che l'hanno portato a dire sì alla chiamata del presidente Pierpaolo Piu. «L'addio di tre anni fa non è stato proprio sereno - dice Piccarreta - diciamo che non mi ero lasciato in modo tranquillo con chi allora guidava la società anche se poi ci siamo chiariti. Per me è una sorta di rivincita a da questo ritorno devo tirare fuori un qualcosa in più che mi deve aiutare a fare bene». Un ritorno favorito dalla stagione col Porto Corallo chiusa all'ottavo posto dopo la rivoluzione di dicembre: «Può essere che il campionato scorso abbia contribuito a togliere il prosciutto dagli occhi a qualcuno ma lo sappiamo che una stagione sbagliata può metterti in disparte e una fatta bene può rilanciarti».

 

Andrea Piccarreta torna al Castiadas dopo tre stagioniIn quale categoria giocherà il Castiadas?

«Per un allenatore è sempre meglio avere un qualcosa in più, se dovessimo essere ripescati in serie D mi farebbe solo che piacere, tra l'altro è una categoria che mi ha lasciato molte amarezze al di là della retrocessione. Il Castiadas che fu costruito da gennaio in poi poteva stare ancora in serie D, perciò mi piacerebbe potesse ripetersi una occasione così per togliermi qualche sassolino dalla scarpa. Se dovessimo ripartire da Eccellenza, l'opzione più probabile, lo faremo consapevoli che non sarà facile ripetersi dopo quello che è stato fatto l'anno scorso, andando coi piedi di piombo senza mai pensare di esaltarsi, stando tranquilli e pensando domenica dopo domenica»

L'anno scorso il Castiadas non nascose di volere la serie D, qual è l'obiettivo che il nuovo tecnico deve raggiungere?

«La società ha basi solidissme e sa il fatto suo, il presidente Pierpaolo Piu e il patron Cenzo Zaccheddu non mi stanno mettendo alcun tipo di pressione. Hanno assicurato che mi daranno da guidare una squadra competitiva con la quale ci ritaglieremo il nostro spazio, tutto quello di buono che arriverà sarà ben accetto. Ma non ho nessun tipo di vincolo da assolvere»

Il nome di Piccarreta circolava da oltre un mese, mai pensato che non si concretizzasse più?

«Certo che sì. Con la società ci eravamo sentiti circa due mesi fa, avevo esposto il mio pensiero e la società il suo. In attesa di essere chiamato ciascuna parte faceva le proprie valutazioni, io ho parlato con altre società senza però prendere nessun impegno. La cosa divertente è che tutti sapevano che sarei stato l'allenatore del Castiadas tranne me, la verità è che solo l'altro giorno è arrivata la chiamata definitiva per incontrarmi e pianificare la stagione»

Ancora col doppio ruolo o solo allenatore?

«Quest'anno i ragazzi me li godo dalla panchina, immagazzinando sicuramente più stress ma contento di sedermi e vedere gli altri correre. Se poi torniamo indietro di qualche mese, dico che al Porto Corallo avevo una squadra forte nella prima parte che stava dando fastidio in zona playoff e non c'era bisogno della mia presenza in campo, da dicembre in poi con la rosa smantellata il presidente Massessi è stato chiaro dicendomi che avrei dovuto giocare»

Il Castiadas dello scorso anno perde alcuni pezzi, quanti riconfermati e quanti nuovi?

«È una squadra che va ricostruita, guardando l'altro giorno i tesserati, cioè quelli dai 25 anni in giù, c'è una base di 10 ragazzi quasi tutti furoiquota. Col diesse Luca Massessi stiamo cercando di mettere le fondamenta, delle basi solide, il primo tassello importante è quello di Totò Bruno, non ha ancora firmato ma lo considero come un figlio e anche per lui tornare da ex è una rivincita, vuole dimostrare il suo valore, qui lo dimostrò in parte quando retrocedemmo in Eccellenza e l'anno dopo passò al Sant'Elia dopo la preparazione»

Nel rifare le fondamenta non potrebbe mancare un elemento come Porcu

«La risposta è semplice. Pierluigi è un giocatore importantissimo, vorrei iniziare da lui e Totò Bruno. Sulla sua posizione mi sono già espresso con la società e spero possa essere anche l'anno prossimo un tassello fondamentale del Castiadas»

Dal Porto Corallo, si dice, arriverà qualcun altro col cartellino proprio oltre a Totò Bruno

«Probabilmente sì ma è prematuro fare nomi. Ma sono tanti che vogliono venire al Castiadas. Diciamo che questa crisi economica generale fa diventare i giocatori molto più sfacciati rispetto a prima, ti chiamano direttamente loro e cercano una sistemazione. Siccome li conosci tutti, molti sono amici e ti dispiace anche dovergli dire di no»

Torniamo alla stagione scorsa, come definirla vista che si è chiusa con un sorprendente ottavo posto?

«Potremmo definirla paradossale, perché è successo che abbiamo chiuso a 50 punti di cui 27 nel girone di ritorno quando la squadra aveva subito parecchie defezioni. Ma c'è da dire che nel ritorno alcune squadre mollano, altre si salvano e non ti disturbano e quei punticini in più riesci a farli. È stata una stagione molto positiva, perché la squadra della prima parte di campionato, senza presunzione, si sarebbe potuta divertire fino alla fine, tallonando quelle delle prime posizioni. Ma da dicembre in poi ho avuto le soddisfazioni più grandi perché la rosa era completamente diversa e dai giovani del posto ho avuto risposte gratificanti. A Villaputzu, un paese di 4-5mila abitanti, ci si è resi forse conto che, anziché andare in giro a spendere certe cifre alla ricerca di giocatori che poi non fanno la differenza, ci sono in casa dei giovani che possono stare in Eccellenza e dare il contributo con grande forza»

Che fine farà il Porto Corallo senza il suo allenatore-manager che ha tenuto in piedi la baracca anche dopo dicembre?

«Quello di coinvolgere i giocatori nel progetto è un lato del mio carattere che mi contraddistingue, partecipo attivamente alle cose che costruisco. Sono fiducioso che il Porto Corallo alla fine possa iscriversi, ha delle basi importanti con gli 8-10 giovani locali che sono il 60-70% della squadra, poi il restante 30-40% ce lo metterà un allenatore intelligente, capace di permettere alla società di continuare in questa categoria. Conoscendo il presidente Franco Massessi alla fine si getterà di nuovo nella mischia, è una splendida persona anche se un po' burbero ma che alla fine riesci a convolgere, con me al fianco è stato più semplice per lui programmare due volte la stagione»

Il Porto Corallo riuscì a vincere a Castiadas uguagliato solo dal Lanusei. Quale altra partita è stata la chiave della stagione?

«Vincere i derby nel Sarrabus è sempre una cosa al di sopra di ogni altra partita. Battere in casa loro Castiadas e Muravera, per come eravamo, è stato stupendo. Per quello che ci aspettava nel girone di ritorno, invece, la vittoria a Lanusei è stata decisiva per incrementare il distacco dai playout e dare gli stimoli giusti per andare avanti. Per come è arrivata valeva 12 punti, per il rotto della cuffia a 10' dalla fine e in 9 contro 11, poi facemmo solo barricate contro un Lanusei che arrivava da 4 vittorie di fila, una qualificazione in Coppa Italia ed era in grande salute. Se avessero vinto contro di noi avrebbero dato filo da torcere per il primo posto»

Quali giovani allenati lo scorso anno avranno un futuro?

«Nel ritorno avevo sempre cinque 99' in lista, di cui tre costantemente in campo, che hanno ben figurato e possono ritagliarsi degli spazi importanti specie con un altro campionato sulle spalle. Non posso non citare Alessio Marongiu, il cugino Andrea Marongiu, Fabio Madeddu, così come Michele Seu che è davvero bravo e con ampi margini di miglioramenti oppure Gabriele Agus»

Alcuni di loro li rivedremo a Castiadas?

«Non mi piace disturbare l'operato di altre società specie in quelle in cui ho lavorato. Se non dovesse iscriversi il Porto Corallo qualche giovane lo porterei ma mai e poi mai chiederei alla mia ex società qualche giovane qualora dovesse iscriversi, come penso farà»

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2014/2015
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Sardegna