«In molti ci davano per spacciati, si sbagliavano»
Frassinetti, Filippi è orgoglioso: «Vincere così è ancora più bello»
Promossa a pieni voti: si conclude così, nel migliore dei modi, la stagione della Frassinetti, che si è confermata tra le più grandi rivelazioni di tutta la Prima Categoria.
La squadra allenata da Michele Filippi è maturata esponenzialmente con il passare delle giornate, ad ha chiuso il campionato al secondo posto, a sole tre lunghezze dalla corazzata Su Planu, dopo una strepitosa cavalcata in cui sono arrivati ventuno risultati utili consecutivi.
Gli esami da affrontare per conquistare il prestigioso approdo in Promozione sono stati numerosi, a cominciare dalla sfida, poi vinta, con il fortissimo Guspini di Torrigiani, che ha permesso alla Frassinetti di accedere al triangolare play-off; importanti conferme sul grande valore di questa squadra sono arrivare nelle gare contro l'ostica Castor di Tortolì e in particolare contro l'Arbus, ultima tappa di una corsa che ha davvero dell'incredibile.
«Siamo molto stanchi – dichiara Filippi - ma decisamente felici e soddisfatti di quello che abbiamo fatto.
Con il senno di poi, aver conquistato la promozione in questo modo è ancora più bello, sia per il grandissimo valore delle squadre che abbiamo affrontato e sia per la visibilità che ci siamo conseguentemente ritagliati: abbiamo avuto l'opportunità di farci conoscere come una realtà apprezzabile.
Ottenere dei risultati dopo aver affrontato delle prove difficili come è capitato a noi ti permette inoltre di crescere e maturare su diversi aspetti; accumuli inevitabilmente un bagaglio di esperienze che potrebbe risultare importantissimo in vista del futuro».
La corsa della Frassinetti verso questo grandissimo traguardo è partita dalla sfida conto una squadra fortissima come il Guspini.
«In quella partita è emersa la nostra grande capacità di soffrire: abbiamo affrontato una squadra nata per vincere il campionato, che aveva quindi tutte le carte in regola per metterci in grossa difficoltà, considerando poi che ha un organico composto da tantissimi giocatori di talento.
E' stato un match in cui non abbiamo sicuramente brillato, sul piano del gioco, ma siamo ugualmente riusciti a stare in partita e a tenere bene il campo, riuscendo peraltro a vincere».
Contro la Castor è arrivata in un certo senso la conferma del grande carattere di questo gruppo.
«Siamo scesi in campo con lo stesso atteggiamento con cui abbiamo affrontato tutte le altre partite della stagione: era una sfida delicatissima, perchè incontravamo una squadra che, almeno sino all'esonero di Guerriero, si trovava in testa al proprio girone con un discreto margine di vantaggio rispetto alle dirette inseguitrici; hanno attraversato probabilmente un momento di appannamento che ha permesso al Monastir poi di recuperare, ma sapevamo che avremmo incontrato una squadra di assoluto valore.
Nello specifico, loro in quell'occasione hanno puntato più sul contenimento e sull'ostruzione della nostra manovra; la mia non vuole assolutamente essere una critica ma francamente fatico a comprenderne la logica.
Noi abbiamo cercato di fare la partita, ma ci è mancata probabilmente la costanza e l'intensità sul piano del gioco, un aspetto che in una partita del genere ci può comunque stare; siamo stati bravi però a non mollare: dopo il pareggio con la Castor, tutti davano la Frassinetti come la squadra con meno possibilità di conquistare il primo posto nel triangolare, invece noi eravamo consapevoli di aver dato il massimo e che, continuando su quella strada, avremmo potuto dire la nostra anche contro l'Arbus; non ci sentivamo assolutamente spacciati, nonostante l'entusiasmo, un tantino precoce a dire la verità, di qualcuno che pensava di averci già eliminato dai giochi; abbiamo comunque dimostrato anche in quel contesto grande serenità, grande maturità e grande convinzione nel lavoro che abbiamo fatto.
Tra le altre cose – continua il tecnico - mi è dispiaciuto non poter stringere la mano all'allenatore della Castor, semplicemente perchè non ho ben capito chi fosse il loro tecnico; in tutte le gare disputate quest'anno è stato l'unico caso in cui mi è capitata una cosa del genere.
Ho apprezzato al contrario l'assoluta sportività dell'Arbus, abbiamo trovato un ambiente sano, sereno, leale, che ha fame di calcio ma nel modo giusto; che ha saputo accettare, in primis con il suo allenatore Nicola Agus, il verdetto del campo nonostante, in quel momento, il loro cammino si fosse notevolmente complicato.
Ho trovato gente che sa accettare le sconfitte con un sorriso e sa riconoscere i meriti dell'avversario; sono contento del risultato ottenuto dall'Arbus, perchè contro di noi hanno giocato una grandissima partita».
In quell'occasione avete offerto una prova di notevole personalità, considerando che affrontavate una squadra di categoria superiore.
«E' necessario partire da una premessa, perchè il fatto che le squadre che disputano il campionato di Promozione devono necessariamente schierare quattro fuori quota è un aspetto che può influire notevolmente sull'esito di una partita e sul conseguente giudizio; grazie a questa regola probabilmente la differenza tra le due squadre viene sensibilmente livellata, anche se devo ammettere che abbiamo disputato un'ottima partita, in particolare nella seconda frazione: siamo usciti dagli spogliatoi, dopo l'intervallo, con la consapevolezza che ci saremo giocati un'intera stagione in 45 minuti.
E' stata una grandissima prova di maturità, visto che siamo stati in grado, cosa non da poco secondo me, di recuperare lo svantaggio e ribaltare completamente il risultato in maniera decisa, dimostrando quanto questo gruppo ci tenesse a coronare nel migliore dei modi un cammino strepitoso».
La Frassinetti ha disputato dei play-off ad altissimo livello, dopo aver chiuso il campionato con la bellezza di 21 risultati utili consecutivi: dati che fotografano, tra le altre cose, la grandissima condizione atletica della squadra.
«Abbiamo svolto un ottimo lavoro, non solo sul piano atletico, è ovvio: il gruppo è sempre stato concentratissimo, ha sempre dimostrato sul campo di avere il grandissimo desiderio di conquistare un traguardo storico; penso che questo, assieme all'organizzazione, sia stato uno degli aspetti fondamentali».
Vi siete piazzati a sole tre lunghezze dalla capolista Su Planu: una vittoria che probabilmente era alla vostra portata e che magari vi è sfuggita a causa di qualche episodio particolare.
«Non c'è nessun rammarico in questo senso, io penso che i punti in classifica rispecchino il reale valore della squadra, c'è poco da discutere; ogni partita ha rappresentato una tappa imprescindibile del nostro percorso, che si è concluso nel migliore dei modi al triangolare.
Le sconfitte, per fortuna poche, e i pareggi, che apparentemente potevano anche risultarci stretti, in effetti rappresentano un momento importantissimo per la nostra crescita; senza queste esperienze probabilmente non saremo riusciti a disputare una partita brillante come quella contro l'Arbus.
Gli errori sono importanti per migliorare, ne sono assolutamente convinto».
Per Filippi, è arrivato un risultato assolutamente inaspettato, ma inseguito comunque con tantissima determinazione.
«Non ho mai pensato al traguardo della promozione, mi sono concentrato sul lavoro.
Sono sempre stato convinto che la Frassinetti, è una cosa che tra l'altro ripetevo spesso ai miei giocatori, avesse tutte le carte in regola per diventare una realtà scomoda, nel senso che avrebbe potuto competere alla pari con tutte le avversarie pur portando avanti un'idea di calcio ben precisa, facendo delle scelte coraggiose e allo stesso tempo rischiose, privilegiando la programmazione e il lavoro».
Non ci sono dubbi, intanto, sul fatto che il tecnico continuerà la sua bella avventurà con la Frassinetti anche nel prossimo campionato.
«Stiamo incominciando a parlare del futuro, anche se siamo soltanto alle battute preliminari.
La nostra idea, un anno fa, era quella di creare un progetto che potesse avere grandi prospettive di crescita; credo che continueremo con lo stesso intento, con la consapevolezza che nel prossimo campionato incontreremo difficoltà maggiori e che servirà quindi maggiore organizzazione da parte nostra, anche sotto il profilo dell'organigramma societario, per poter reggere tutte le pressioni.
Il gruppo ci da ampie garanzie e siamo intenzionati a proseguire su questa strada, anche se molto dipenderà dal numero di fuori quota che si dovranno schierare in Promozione: personalmente mi auspico che questa norma venga corretta e che la Sardegna, in questo senso, si avvicini alla linea espressa dalla normativa nazionale.
Il discorso dei fuori quota è delicato, perchè spesso si ha a che fare con dei giovani che non riescono a dedicare il giusto impegno, per mille motivi, al calcio: questo influenza inevitabilmente, a detta di chi in queste categorie ci bazzica da anni, il lavoro del gruppo intero e ne condiziona inevitabilmente il rendimento; penso che i ragazzi che davvero se lo meritano possano comunque ritagliarsi uno spazio importante».
Le incognite legate ad un campionato in Promozione sono tante, ma Filippi non ha paura.
«Mi sento esattamente come mi sentivo un anno fa, quando ho iniziato questa avventura: ho grande voglia, voglio continuare a crescere e sono consapevole che con il lavoro si può raggiungere qualsiasi tipo di obbiettivo.
Quest'anno le cose ci sono andate decisamente bene, l'anno prossimo probabilmente incontreremo molte difficoltà in più, ma il valore di una squadra emerge molto di più nei momenti critici.
Da questo punto di vista non vediamo l'ora di confrontarci con questa nuova realtà per capire realmente chi siamo».