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Eccellenza
Il tecnico: Gara speciale, sono un ex di passaggio

Hervatin lancia il Valledoria: «I miei 16 eroi pronti a sfidare la Torres»

«Siamo al gran completo, i miei 16 eroi ci sono tutti e sono pronti per sfidare la Torres». Gianluca Hervatin inquadra con un paradosso la semifinale playoff del Valledoria in casa dei sassaresi ma che rappresenta la verità di un traguardo raggiunto da una squadra partita per salvarsi e trovatisi a duellare con le grandi del campionato. «Pur con una rosa ristretta - osserva il tecnico valligiano - con pochi ricambi e mille difficoltà, abbiamo fatto 58 punti, perché ci metto pure i tre punti nello spareggio vinto contro l'Atletico». 

 

Uno spareggio, mister, vinto 4-0 giocato in un turno infrasettimanale che ha creato un po' di polemiche ma che ha ribadito ciò che era emerso in campionato

«Giocare il mercoledì a me andava bene, ho potuto far riposare qualcuno e far giocare qualche altro, abbiamo recuperato le energie che la squadra aveva fino alla 23ª-24ª giornata. Se prendiamo i numeri era giusto che ci qualificassimo noi e, anche se avevo detto che nello spareggio non contavano le due nostre vittorie in campionato, evidentemente l’esito della terza gara ha seguito le statistiche»

La bravura vostra è stata quella di riacciuffare i playoff quando sembravano persi con le tre sconfitte di fila, ma che ci fa lassù il Valledoria nel campionato delle grandi firme?

«La classifica ha sempre ragione, il Valledoria rappresenta la quinta forza del campionato a prescindere dal fatto che a settembre 18 squadre siano partite tutte per vincere o per salvarsi. Siamo una piccola società ma ci siamo distinti, lavorando tanto e senza pretese esprimendo però qualità pur con una rosa limitata che ha subito una normale carenza di energia»

La forza del Valledoria è il gruppo, ma è stato più bravo l'allenatore a crearlo o più fortunato a trovarlo?

«Il merito è di tutti, giocatori, società e allenatore. Non voglio fare né troppo l’ipocrita né troppo il presuntuoso, io ho i meriti che mi spettano. Non c’è un metodo per creare un gruppo, in squadra con me ho giocatori che conosco da anni, con loro utilizzo il dialogo e c’è complicità ma da loro pretendo rispetto e nessuno ha mai frainteso l’amicizia. La mia forza è l'essere un allenatore giovane, per fortuna ho ancora qualche anno per dirlo, con qualcuno che va in campo sono quasi coetaneo e questo, secondo me, gioca a mio favore»

Ora vi aspetta la gara contro la Torres, il ritorno di Hervatin al Vanni Sanna sarà ancor di più speciale

«Era nel destino che affrontassi la mia ex squadra in una partita così importante ma io sono un ex torresino di passaggio, questa è una gara speciale che deve dare l’emozione che darebbe a qualsiasi allenatore incontri la Torres, una squadra che è un pezzo di storia del calcio sardo, in uno stadio importante di fronte ad una bella cornice di pubblico. Io però ora sono l’allenatore del Valledoria e se loro dovessero andare avanti bene, sennò saremmo noi a gioire»

Anche per Mura e Ferreira, a segno contro l'Atletico, si tratta di un ritorno "particolare" a Sassari

«Sì, Alberto e Patrick hanno giocato contro la Torres al ritorno, ma a Valledoria. Mura, tra l'altro, ha già segnato alla sua ex squadra. A loro dico che bisogna approfittare delle emozioni perché, se prese nel verso giusto, danno una carica in più altrimenti ti tolgono energie»

Due anni fa il Selargius chiuse al quinto posto e vinse i playoff regionali e quelli nazionali, l'anno scorso il Castiadas finì quarto e arrivò fino alla finale nazionale riuscendo a salire comunque in serie D, quest'anno è la volta del Valledoria?

«Magari. Probabilmente anche loro avranno ragionato come noi, basandosi sul gruppo, credendo nel lavoro. Noi vorremmo imitarli, non invidiamo nessuno ma proviamo sempre a copiare chi fa meglio di noi. Sarei contento di raggiungere un traguardo simile anche se questi sono discorsi che mi fanno un po’ paura, siamo ancora lontani, diciamo come se fossimo agli ottavi di finali»

Ma la società sarebbe pronta, eventualmente, ad affrontare un campionato difficile e dispendioso come la serie D?

«Secondo me queste sono esperienze da provare. Se dovesse capitare, la serie D bisogna non temerla perché se affrontata dà lustro e blasone alla società. Ad esempio, il Castiadas, se dovesse retrocedere sarebbe comunque una delle squadre da battere in Eccellenza»

Fabio Salis

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
Intervista