Stocchino & Co: «Felici per noi, società e tifosi»
Il Ghilarza si gode la storica finale, Mannu: «Abbiamo battuto le migliori, vogliamo vincere la Coppa Italia e scalare posizioni in campionato»
Festa grande in casa Ghilarza. La conquista della storica finale di Coppa Italia chiude, tra l'altro, un periodo negativo di quattro sconfitte di fila, compreso il ko dell'andata a Tergu. Il rigore di Stocchino e la grande difesa nella ripresa dopo l'espulsione di Chergia ha reso più entusiasmente il traguardo raggiunto.
«Abbiamo sofferto ma meritato questa finale - dice il tecnico Graziano Mannu che ha chiuso il match senza voce - Faccio i complimenti ai ragazzi per il percorso compiuto eliminando le squadre più del torneo come San Teodoro Latte Dolce e Tergu. Sapevano che per noi era una finale anticipata, i ragazzi ci tenevano tantissimo perché non stavano attraversando un buon momento, solo giocando alla morte la finale sarebbe potuta arrivare». Il mister giallorosso capisce la rabbia del Tergu e non dimentica gli assenti: «Loro reclamano per due rigori che probabilmente c'erano ma non sono stati fischiati. Il nostro c'era ugualmente ed è stato determinante per la vittoria. Ma ci aiutato moltissimo anche il gol di Caddeo, che purtroppo non gioca più con noi. La sua rete nella gara di andata ci ha permesso di passare il turno, la finale conquistata è anche merito suo». Grande aiuto da parte del pubblico: «È stato favoloso, ci ha creduto e spinto quando siamo rimasti in dieci dandoci la carica per pareggiare le forze in campo». La finale è un premio anche agli sforzi della società: «Ci tenevano tanto perché volevano regalare questa grande soddisfazione al paese. Io ho giocato e perso una finale quando guidavo il Carbonia, speriamo questa volta di conquistare il trofeo. Ora cercheremo di recuperare qualche posizione anche in campionato, eravamo partiti bene ma nelle ultime settimane ci siamo bloccato, la stagione è lunga è scaleremo qualche posizione». Felicissimo il presidente Tore Fadda: «Bellissima vittoria, ottenuta con forza e determinazione e che ci ripaga dopo le recenti sconfitte. Per il Ghilarza è un traguardo storico, in finale ci sarà il pubblico delle grandi occasioni».
Mattia Cordeddu ha vinto il duello contro Bazzoni e Gutierrez. Lui sarà l'unico ex Lanusei a poter alzare ancora il trofeo: «Sarebbe una soddisfazione enorme, è la terza finale di fila che gioco contando anche quella di Promozione sempre col Lanusei. Ci manca l'ultimo sforzo e poi la gioia sarà completa». Chi ha conosciuto gioie e dolori di una finale di Coppa Italia è Simone Deliperi: «L'ho vinta quand'ero alla Torres contro il Taloro che probabilmente ritroveremo all'ultimo atto, e ho perso due anni fa contro il Porto Corallo quando giocavo alla Nuorese anche se non ero in campo. Undici contro undici abbiamo fatto molto bene, cercando la via del gol senza avere frenesia, nella ripresa con l'uomo in meno abbiamo sofferto ma corso pochi pericoli. Il nostro percorso è stato fatto battendo grandi squadre e sempre con l'1-0, anche questo è significativo della compattezza del gruppo». Il match-winner è stato Simone Stocchino: «Sono contento per il gol, per la finale e per la soddisfazione che abbiamo dato ai nostri tifosi. Ho dato tutto me stesso e sono uscito stremato. Nel finale la squadra ha difeso con determinazione la vittoria». Una sofferenza dovuta all'espulsione di Fabio Chergia: «Ho sbagliato nella prima ammonizione, potevo evitare la protesta. Sono contento per i miei compagni che hanno fatto sì che questa espulsione non fosse determinante. Mi dispiace non giocare la finale, vorrà dire che ci sarà nelle fasi nazionali». Non si è risparmiato nemmeno Angelo Marci, non al meglio della condizione: «Non potevo calciare col destro per via di un problema muscolare che mi ha tenuto fuori per alcune gare. Abbiamo dato il massimo tutti e ci godiamo questo momento di felicità dopo le recenti sconfitte». Chi avrebbe voluto dare una mano alla squadra è Bruno Frongia, ultimo arrivato in casa ghilarzese e reduce dall'operazione al ginocchio che l'ha tenuto fuori oltre sei mese: «Mi alleno con la squadra da un mese e mezzo, mi sento ormai pronto ma manca solamente la certificazione da parte dell'ortopedico che mi ha operato perché possa mettere piede in campo. La mia presenza era utile anche stando in panchina e sono contento che questo traguardo sia arrivato anche grazie a ciò che hanno dato in campo i più giovani come Idrissi, Girseni, Frau e Patta più quelli che sono entrati a gara in corso come Piras, Zago e Nuscis.