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Quei tre minuti di stupidità al Sant'Elia...
I cori razzisti a Eto'o, interviene l'arbitro

Quei tre minuti di stupidità al Sant'Elia...

Nemmeno il tempo di iniziare la gara, siamo al 3': dalla Curva Nord dello Stadio Sant'Elia partono i purtroppo classici "buu" razzisti all'indirizzo di Samuel Eto'o. Il direttore di gara, Tagliavento di Terni, saggiamente e con grande personalità evita che la situazione prosegua, e interrompendo il gioco convoca i due capitani e gli addetti allo speakeraggio, spiegando che al protrarsi dell'episodio sarebbe corrisposta la sospensione della partita. L'episodio fortunatamente si chiude al primo avviso.

 

EDUCAZIONE SPORTIVA - Fa tristezza che una realtà come quella di Cagliari, mai a che fare con episodi di intolleranza razziale, si trovi al centro delle cronache per un fatto simile. E infatti la spiegazione più semplice è quella che nella questione di razzismo ci sia ben poco. Perché se la tifoseria avesse davvero ideologie di questo tipo, le avrebbe manifestate in altre occasioni, o ancora peggio, con i giocatori di colore che si sono succeduti in queste stagioni in maglia rossoblu: dall'ex capitano e bandiera David Suazo ad Alvarez, da Mboma al compianto Mayele. Alla luce di questo, l'episodio di domenica pomeriggio sembra più un'offesa gratuita di qualche isolato stupido, un tentativo di destabilizzare un campione avversario che si teme in maniera particolare. Per inciso, se Eto'o fosse stato bianco e biondo, probabilmente il motivo di insulto sarebbe stato qualche familiare. Tutto ciò non giustifica sicuramente quanto accaduto, perché i tanti bambini allo stadio avranno sicuramente percepito l'argomento più immediato, ovvero quello del razzismo, anche se il discorso andrebbe generalizzato all'assenza di educazione sportiva nel nostro paese, che ogni giorno ci mette sotto gli occhi esempi dei più tristi.

 

IL PRECEDENTE SPAGNOLO - Fa ancora più tristezza il fatto che i cori siano stati indirizzati a un giocatore da sempre sensibile all'argomento e impegnato attivamente per risolvere questa piaga sia a livello sportivo che sociale. Purtroppo per l'attaccante nerazzurro non è il primo episodio del genere che lo riguarda: nel 2006, quando ancora militava nel Barcellona, sul campo del Real Saragoza i continui insulti e il lancio di noccioline dalle tribune ad ogni palla toccata dal camerunense lo fecero andare su tutte le furie, tanto da portarlo a un passo dall'uscita del terreno di gioco. Soltanto i prolungati interventi di compagni di squadra (Ronaldinho su tutti), avversari e direttore di gara riuscirono a far desistere Eto'o. In un'altra occasione, sempre a Saragoza, dove dopo un tempo di continui insulti, nella ripresa segnò e mimò il comportamento di una scimmia assieme al compagno Deco. A fine partita dichiarò: «Questa gente ha pagato il biglietto per vedere una scimmia, era giusto che vedessero una scimmia».

 

GLI INCROCI CON LA SARDEGNA - C'è anche chi parla di un accanimento della Curva dovuto anche alla situazione privata che lo riguarda. Eto'o infatti è padre riconosciuto di una bambina di 8 anni, Annie, avuta in una relazione con Anna Barranca, ai tempi Pr per alcune discoteche di Maiorca, nel periodo in cui l'attaccante vestiva la maglia dell'omonima società iberica. Il giocatore ora paga regolarmente gli alimenti a madre e figlia, ma si è sempre rifiutato di avere qualsiasi contatto con loro. Sembra difficile però che la questione dei "buu" sia legata a questa vicenda, nota ormai da tempo.

In questo articolo
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2010/2011
Tags:
Sardegna
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