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Arzachena, Branicki si è sbloccato: «È stato un gol liberatorio, spero di farne altri e di centrare i playoff»
«Società seria e grande gruppo, vorrei restare»

Arzachena, Branicki si è sbloccato: «È stato un gol liberatorio, spero di farne altri e di centrare i playoff»

L'aria di casa ha sbloccato Piotr Branicki ed è arrivato il primo gol con la maglia dell'Arzachena. È bastato all'ex Sora rivedere gli antichi rivali dell'Isola Liri per chiudere un'astinenza che durava quasi quattro mesi, per di più la rete del gigante polacco ha dato il là alla vittoria degli smeraldini per 2-0 che ora proveranno ad inserirsi nella lotta playoff da perfetti guastafeste. Per il panzer classe 1983 la gioia della vittoria è coincisa con la fine di un incubo: «È stato un gol liberatorio, lo cercavo e, contro l'Isola Liri, è scattato pure un qualcosa in più visto che dentro di me sono un po' sorano. Esser stato vicino alla mia vecchia casa mi ha aiutato a segnare e sbloccarmi, ho fatto un bello scambio con Milia e poi ho segnato, ora speriamo di fare ancora bene sottoporta in questo finale di campionato».

 

Piotr Branicki (Arzachena) primo gol alla decima presenzaTi pesava questa astinenza? L'Arzachena, d'altronde, a dicembre ti aveva preso anche per segnare

«Per un attaccante fare gol fa sempre piacere ma sin da quando sono arrivato qui dicevo che non era importante quante volte avrei segnato ma vincere le partite. Non avevo ancora fatto gol ma, nel frattempo, sono stato contento di aver dato assist preziosi a Cicino, Spano e altri compagni. Certo, far fare un gol non è la stessa cosa di quando segni tu ma ti devi adeguare, non sono un giocatore che aspetta l'assist del compagno per metterla dentro, se non arriva la palla rientro e vado a prendermela per poi darla io ad un mio compagno messo meglio. So benissimo che l'anno prossimo si andrà a controllare quanti gol ho segnato ma non si prende Branicki per i gol che fa ma per trascinare la squadra, io mi sacrifico e non sono egoista, non fa parte del mio dna. Sono sempre contento quando vince il gruppo»

Il tuo rendimento è stato condizionato da un infortunio che ti ha tenuto fuori un mese e mezzo 

«Tranne l'anno scorso che mi sono infortunato al ginocchio, non mi era mai capitato di stare fermo così tanto tempo ma la cosa che mi fa rabbia è che ciò è dovuto ad un errore dei dottori qui in Sardegna che mi dicevano di stare a riposo assoluto. Quando poi sono andato a Napoli, in due giorni ho risolto il problema; si trattava di una mancanza di cartilagine ed è bastata un'infiltrazione di acido ialuronico al ginocchio per tornare subito a correre senza sentire dolore. Poi, stare un mese e mezzo fermo totale si fa fatica a riprendere la forma, specie per uno come me che pesa 95 chili e deve riprendere il tono muscolare perso. Adesso però va meglio, ho fatto un gran lavoro con Marcello Senes in palestra (la Flex Pro Gym, ndr) e sto tornando alla grande anche se il campionato è quasi finito, mancano solo 4 partite, e non ho potuto dare quello che volevo»

Il ds Antonello ZucchiDurante questa assenza prolungata c'è chi non ha mai smesso di credere in Branicki

«Sicuramente Antonello Zucchi che è un direttore sportivo competente e ha grande stima in me. Continuava a ripetermi: "Stati tranquillo Pietro, hai la fiducia di tutti e ora che starai meglio ci darai una grande mano". Lo voglio ringraziare pubblicamente perché ha sempre creduto in me come pure il mister Giorico e tutti i miei compagni di squadra. E dico grazie anche a mia moglie che mi ha sopportato in questo periodo. Quando sono arrivato avevo una grande fiducia, stavo bene, ho giocato 5 partite e mi mancava solo gol, poi ho avuto un problema muscolare sto fermo una gara, torno e mi fa male il ginocchio. Per fortuna sono andato a Napoli e quella siringata al ginocchio è stata decisiva per tornare in campo»

La vittoria con l'Isola Liri non era facile e vi apre altri scenari, ora che farete?

«In effetti ci davano già per perdenti domenica scorsa ed era una cosa strana specie perché lo leggevo nei giornali sardi che, anziché, incoraggiarci, davano contro. L'obiettivo ora è fare sempre meglio, ci sono diverse squadre lassù in classifica che provano a conquistare i playoff e allora io dico perché non anche noi? Adesso siamo più sciolti e tranquilli, il primo passo verso la salvezza è stato fatto, ora spetta a noi non rendere anonimo il finale di campionato. Se faremo molto bene in queste 4 gare conquisteremo i playoff altrimenti vuol dire che altri saranno stati più forti di noi; di certo è che fino alla fine si combatte anche perché incontriamo tutti avversari che lottano per i playoff. Per noi sono 4 finali e sappiamo che fare in questi scontri diretti» 

Si parte incontrando l'Aprilia, domenica sarà una gara speciale per te visto che in nerazzurro hai fatto la tua miglior stagione in D con 16 gol, vincendo pure il campionato

«Sono passate cinque stagioni e non ci sono più i miei ex compagni ma a me rimane pur sempre un ricordo bellissimo perché l'Aprilia andava per la prima volta in serie C grazie anche ai miei gol e alle mie prestazioni. Incontreremo una bella squadra con giovani interessanti, spero di giocare bene e di vincere, ci servono i punti per stare in corsa nei playoff»

Anche perché, questa domenica, se la Nuorese vince in casa del San Cesareo e l'Olbia batte il Fondi almeno una posizione la scalate oltre ad accorciare verso il terzo posto 

«Domenica è un turno importante, si spera di migliorare la classifica visti gli altri scontri diretti ma già nella gara contro l'Isola Liri pensavamo che vincendola potevamo scavalcare l'Olbia, loro invece sono stati molto bravi a vincere in casa del Cynthia e ci stanno ancora davanti. Ma ancora c'è tempo per superarli, sono tutte battaglie e fa piacere che possano lottare quattro squadre sarde»

La squadra dell'Arzachena in palestra e nello spogliatoio dopo la vittoria

Sei arrivato a metà stagione e la squadra già andava bene, hai avvertito nell'ambiente che è stata fatta comunque un'impresa nel raggiungere la salvezza a 5 giornate dalla fine?

«Tutti conoscono le difficoltà che ha avuto l'Arzachena nel programmare la stagione in attesa del ripescaggio. Quando sono arrivato a dicembre mi è stato detto chiaramente che si puntava alla salvezza senza passare da playout, se poi fosse arrivato un qualcosa in più tanto meglio. Aver raggiunto il traguardo in netto anticipo ha reso tutti contenti, d'altronde l'anno scorso erano retrocessi e pure quando giocavo a Sora due stagioni fa la squadra lottava per la salvezza. Dopo qualche anno finalmente l'Arzachena sta nelle posizioni altissime della classifica, c'è solo da apprezzare quanto fatto dai miei compagni che sono partiti molto bene ad inizio stagione; da dicembre in poi abbiamo continuato a mantenere un buon rendimento che ci ha permesso di non essere coinvolti nella solita bolgia finale a combattere per ottenere la salvezza. Faremo sempre una guerra ma per obiettivi più prestigiosi»

Un finale di stagione stimolante, dopo l'Aprilia i derby con Nuorese e Olbia per poi chiudere con un'altra gara da ex contro il Fondi

«Sì è proprio stimolante e, infatti, voglio dare il massimo in queste 4 finali. Sono tutte gare importanti e giocheremo pure due derby bellissimi, speriamo di farne altre di queste sfide nei playoff»

Ma Branicki spera in una riconferma ad Arzachena?

«Certo che sì, se la società mi chiederà di rimanere ci penserò eccome. Gioco in Sardegna, in una società seria e in un ambiente sereno, poi c'è un mare stupendo ma che si vuole di più? Ora però penso solo a dare il massimo, voglio aiutare la squadra, l'allenatore e la società ad ottenere un grande traguardo, poi c'è tutta un'estate per parlare d'altro»

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2014/2015
Tags:
Sardegna
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