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Karel Zeman plasma il suo giovane Selargius: «Salvezza sì ma divertendoci»
Il tecnico: «Noi in ritardo, non pronti in Coppa»

Karel Zeman plasma il suo giovane Selargius: «Salvezza sì ma divertendoci»

Se otterrà i risultati lo dirà il campo, se è bravo lo diranno i giocatori con il loro rendimento. Di sicuro Karel Zeman fa l'allenatore con grande professionalità e con quell'entusiasmo che contagia tutti. Se poi lo incontri fuori dagli spogliatoi e ci parli 10' scopri in lui quel mezzo sorriso che lo rende simpatico a prima vista. Il Selargius non ha scelto il figlio di Zdenek ma ha voluto un allenatore che fosse dirompente, trainante e coinvolgente per il nuovo progetto che il gruppo rappresentato dall'avvocato Antonio Gaia intende realizzare, cioè quello di riavvicinare i selargini alla squadra. Da 12 giorni Karel è al campo mattina e sera, non ha perso neanche un minuto da quando il club granata gli ha affidato la panchina iniziando la preparazione l'11 agosto. Ma il lavoro pesa meno quando è sorretto dall'entusiasmo che, in questo caso, è reciproco. Quello del tecnico verso società e giocatori e quello dei dirigenti e atleti verso un allenatore dalle metodologie innovative. E quel "mostro" che fa allenare fino allo sfinimento i giocatori è stato debellato in poco tempo. «Quando sono arrivato al Selargius - dice il 37enne allenatore nato a Palermo - nessuno voleva venire a giocare qui, ora diversi giocatori stanno chiamando per far parte del nostro gruppo. Evidentemente si sta spargendo la voce che ci si allena bene». Prima stoccata degna del grande Zdenek.

 

Karel Zeman non si è fermato nemmeno a FerragostoMister, facciamo il punto sulla preparazione, come procede?

«Prosegue bene, con le classiche defaillance fisiche che ci sono in questo periodo della stagione. Qualcuno era sicuramente poco abituato a certi carichi di lavoro ed è difficile trovare chi ha retto tutte le 12 sedute però i ragazzi si allenano con entusiasmo e cercano di reggere i carichi di lavoro»

Perciò sono i giocatori che si adeguano agli allenamenti e non il tecnico al passo dei giocatori

«Io ho allenato in altre categorie e adotto le stesse metodologie di lavoro anche in serie D, ovviamente cercando di adattarmi alle varie realtà»

Tanta corsa, allenamenti e nessuna amichevole ma domenica c'è la Coppa Italia

«Difficile che possa presentare una squadra al completo contro il Budoni. Sebbene sia la prima uscita ufficiale del Selargius questo non deve minimamente farci cambiare il programma degli allenamenti. Noi abbiamo svolto solo 12 giorni di preparazione quando le nostre avversarie sono già da un mese al lavoro»

Che squadra manderete in campo allora?

«Non lo so, ci sono alcuni giocatori acciaccati, Atzori è squalificato e 5 ragazzi che oggi hanno saltato l'allenamento lo recupereranno domani mattina per cui non so davvero chi potrò mandare in campo. Vedrò chi sarà in grado di affrontare una gara ma, di sicuro, chi giocherà darà il massimo in campo. Il risultato non dovrà contare per noi perché poi lunedì proseguiremo il nostro programma che ci porterà all'esordio in campionato il 7 settembre»

Per la prima uscita del Selargius ci sarà però una inevitabile aspettativa

«Temo proprio questo e spero che queste aspettative siano rimandate di altre due o tre settimane, ci vuole ancora del tempo per vedere qualcosa. Per una squadra che si basa sulle individualità o che poggia il proprio gioco sull'improvvisazione cercando gli attaccanti con lanci lunghi non ci vogliono chissà quanti allenamenti, per noi che invece vogliamo proporre un gioco corale basato su determinati meccanismi è difficile essere adesso una macchina perfetta. Ad ogni allenamento ci si migliora e al decimo mese di lavoro saremo sicuramente più bravi che non al primo»

La nuova società ha chiesto di mantenere la categoria ma qual è l'obiettivo di Karel?

«Senza riuscire a conquistare la salvezza ogni discorso è inutile, quello è l'obiettivo societario. Per me che alleno una squadra che, al novanta per cento, è composta da ventenni, sarei contento se qualcuno dei miei giocatori l'anno prossimo possa fare il salto in un campionato professionistico»

Come si cresce avendo cucita addosso l'etichetta d'essere il figlio di Zdenek?

«In linea di massima molto bene. Mio padre è un allenatore di calcio e, che piaccia o meno come svolge il suo lavoro, è una persona rispettabile, perciò mi sarei vergognato se fossi stato il figlio di un mafioso. Poi dico che, avendo deciso anche io di fare l'allenatore, l'anno scorso a Malta (nel Qormi, ndr) ero Karel Zeman e non il figlio di Zdenek»

Selargius è nell'area metropolitana di Cagliari, si può dire che per la prima volta Zeman padre e figlio lavorano nella stessa città

«Ma per mio padre non è tanto bella questa vicinanza. Lui è sempre stato propenso che la mia carriera da allenatore fosse ben distinta dalla sua altrimenti, pur ritenendomi all'altezza, mi avrebbe fatto allenare le squadre Primavera dei club dove è stato. A me invece va molto bene perché così ho la possibilità di seguire il suo Cagliari spesso»

Sarà dunque domani al Sant'Elia per la gara di Coppa Italia contro il Catania?

«Certo che sì, non posso perdermi la prima uscita ufficiale del Cagliari»

E domenica papà Zdenek contraccambierà la visita al figlio?

«Proprio domenica spero tanto di no. Preferirei venisse più avanti, per le gare di campionato»

Quanto delle metodologie di suo padre stanno influenzando quelle da lei adottate?

«L'influenza è totale, ho seguito tutti i suoi allenamenti fin da quando avevo due anni, poi un conto è guardarli e un altro è metterli in pratica»

Karel e Zdenek allora uniti nel modo di proporre il calcio

«Credo di sì. Quando le società che hanno chiamato mio padre l'hanno poi messo in condizione di lavorare lui ha regalato spettacolo ai propri tifosi e non, come spesso si dice, ai tifosi avversari. Il Cagliari punta alla salvezza come ha fatto nelle stagioni passate, ma uno stesso obiettivo può raggiungersi in modi distinti e pure divertendosi. Anche per me i risultati finali, sebbene analoghi, possono essere ottenuti regalando emozioni diverse»

In questo articolo
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Stagione:
2014/2015
Tags:
Sardegna
Girone G
Intervista