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Promozione
Il presidente: «Quanti errori e il calcio rovina»

Sant'Elia, il Progetto è sempre con Cardia: «Potevo far morire il club ma ho incontrato chi mi ha ridato entusiasmo»

Il Progetto Sant'Elia non è morto. Benché in molti volessero celebrare il funerale sportivo del club di Franco Cardia, il presidente ha iscritto la squadra in Promozione, il campionato più consono alle possibilità economiche dell'ingegnere-costruttore colpito in questi anni dalla forte crisi generale e dell'edilizia in particolare. «Il calcio è stato sempre retto dai grandi costruttori - osserva Cardia - ora possono stare in certe categorie le società rette dagli immobiliaristi e dai grossi commercianti. Io mi sono fatto solo male in questi anni, specie negli ultimi due in cui poi siamo retrocessi dalla serie D e dall'Eccellenza. La dimensione più giusta è la Promozione, con trasferte vicine a Cagliari, con giocatori e allenatori che dovranno venire solo per un rimborso benzina».

 

Franco CardiaDi fatto, il club della borgata cagliaritana è tornato indietro di 5 anni quando nel 2009 tentava, ottenendola, una storica promozione in Eccellenza con Giampaolo Zaccheddu in panchina. Era un Sant'Elia in piena ascesa e, soprattutto, Franco Cardia stava bene economicamente perché la crisi ancora non aveva travolto in modo così pesante il mercato della casa. «Pagavo regolarmente i giocatori - ricorda il presidente - ma, soprattutto, non ho avuto il tempo di capire dove stavo finendo perché ho fatto appena due campionati di Eccellenza che poi mi sono ritrovato in serie D subendo una specie di assalto alla diligenza da parte di giocatori, procuratori e allenatori che mettono solo i soldi davanti ad ogni cosa». Reggere il passo in un campionato nazionale, con trasferte oltre Tirreno, prendendo giocatori ai quali garantire vitto e alloggio, allenatori che chiedono stipendi da professionisti è stato fatale per chi non trovava più liquidità dalla propria attività. «Al livello sportivo ci siamo tolti qualche bella soddisfazione ma io dico che non ne vale comunque la pena, se potessi tornare indietro non farei più quelle stesse scelte. Sono molto deluso dall'ambiente del calcio che definisco un circo nel quale noi presidenti ci mettiano i soldi di tasca nostra per far divertire allenatori, giocatori e procuratori. Tutto per loro è finalizzato ai soldi, posso capirlo a livelli più alti dove realmente ci sono i soldi». 

 

Ecco perché il ritorno in Promozione significa un ritorno ad un calcio propriamente dilettantistico. «L'Eccellenza è costosa per le trasferte, per quanto chiedono giocatori e allenatori e perché poi ti pone un bivio se per caso sei lì che puoi vincere. La serie D infatti ti può far male, non dovrei essere io a parlare perché ho fatto tanti errori in questi anni ma continuo a vedere esempi negativi. Lorenzoni vince con la Torres ma non può affrontare la serie C, Mura a Selargius non ce la fa più e sta vendendo la società, Artedino a Nuoro deve fare tutto da solo perché in giro c'è solo chi promette aiuti che poi non mantiene, il Porto Corallo e il Fertilia si sono date battaglia per andare in serie D ma ora faticano a costruire una squadra in Eccellenza». Meglio affrontare un campionato di Promozione, quindi, anche se il rischio di lasciar morire il Progetto c'era: «Potevo far cancellare la società e, con essa, i debiti che ci sono. Ci sarebbero state cause civili? Benissimo, allora avrei chiesto io i danni a chi mi ha fatto perdere un titolo sportivo con la retrocessione. Invece, c'è stato un colpo di coda, grazie all'ingresso di altri dirigenti che mi hanno aiutato a risolvere tre vertenze che avrebbero impedito l'iscrizione al campionato». Quella di Juan Eugenio, difensore argentino nell'ultimo campionato di serie D («Gli è stato fatto il bonfico per avere la liberatoria»), che ha comportato l'inibizione di tre mesi a Cardia e 1 punto di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato («I giudici hanno capito che sono in crisi con la mia impresa di costruzioni e non mancava la volontà di saldare i debiti»); quella di Massimo Taglialatela, ex allenatore della Juniores («Si è intestardito non pensando più ai valori umani»); e quella della società Sigma di Cagliari, per i premi di preparazione di alcuni ragazzi impiegati dal Sant'Elia in questi anni («Abbiamo trovato un accordo ma non capisco chi fa attività giovanile per guadagnarci in questo modo»). Qualche altra vertenza dovrà essere discussa in questa stagione. «Il 30 giugno - spiega Cardia - scadevano i termini per presentare la lettera di vertenza economica da parte dei giocatori impiegati in serie D due campionati fa. Per fortuna sono pochi, uno di questi è Beppe Atzori, giocatore che ho sempre difeso anche quando qualche allenatore lo voleva mandar via e che ha scelto questa strada a differenza di uno come Bruno Frongia, che ha rinunciato dimostrando di essere un signore».

 

Il Sant'Elia, perciò, riparte con un nuovo Progetto. «È tornato l'entusiasmo - rivela Franco Cardia - grazie ai quattro nuovi ingressi in società che, insieme a me per la quota che ci compete mensilmente, ci consentirà di avere un budget da 70mila euro. E grazie anche a chi è rimasto sempre al mio fianco come Dante Puddu, Gesuino Arrais e Mario Fadda. Poi c'è Andrea Loi (storico capitano del Sant'Elia, ndr) che ha conseguito il patentino di allenatore e che farà da vice al nuovo tecnico». I nomi dei papabili? «Ce ne sono tanti nel taccuino, di sicuro non saranno allenatori blasonati né quelli che hanno in mano i giocatori che si portano appresso come è capitato con Clarkson, soprattutto dovrà farlo gratis o giusto col rimborso per la benzina. L'importante era comunque iscrivere la squadra in Promozione, domani abbiamo convocato tutti per far ripartire la stagione. Che squadra faremo? Sarà adeguata per la categoria e non come abbiamo fatto l'anno scorso».

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
Sardegna
Girone A