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Il Latte Dolce vuole vendicarsi anche col Castiadas, Cocco: «Abbiamo un solo risultato, la vittoria»
Il capitano: «Paura di Melis? Penso alla finale»

Il Latte Dolce vuole vendicarsi anche col Castiadas, Cocco: «Abbiamo un solo risultato, la vittoria»

È uno dei veterani del Latte Dolce capace di vivere una favola esaltante che ha proiettato i biancoblù dalla Promozione in serie D per poi ridiscendere in Eccellenza al termine di una stagione tanto bella quanto sfortunata nel suo atto conclusivo. Giacomo Cocco, sasserese classe 1984, è il capitano di una squadra che ha appena conquistato la finale playoff battendo il Ploaghe e ora si appresta ad affrontare il Castiadas con l'obiettivo di rappresentare la Sardegna negli spareggi nazionali: «Mancano ancora due giorni e poi scenderemo in campo, sono pochi ma sembreranno interminabili». L'esterno sinistro quasi non sente la fatica di una semifinale giocata appena tre giorni fa, a Codrongianos, e vinta con un gol di Fideli all'ultima azione dei tempi regolamentari: «La gioia è stata tanta e la carica che ci ha dato ti fa smaltire ogni tossina, poi in fin dei conti siamo riusciti ad evitare pure mezzora di supplementari. Stiamo bene e lo si vede dai risultati che stiamo ottenendo da diversi mesi».

 

Giacomo Cocco, 1984, capitano e perno del Latte DolceLe ultime due sconfitte, da 24 partite a questa parte, sono state col Ploaghe e Castiadas, la prima è vendicata e ora?

«Ora credo ci sarà anche la seconda. L'unico ko del girone di ritorno è stato proprio a Castiadas, dopo aver dominato la partita e sbagliato cinque o sei gol, abbiamo avuto un infortunio al 90' sul loro 2-1 e un rigore dubbio per il 3-1 nel recupero. Loro erano con l'uomo in meno e sono stati bravi a difendere il risultato portando a casa i tre punti ma venerdì sarà un'altra gara per noi senza altri risultati che la vittoria»

La gara col Ploaghe è stata decisa al 95' da Fideli, pensavate già ai supplementari?

«Noi abbiamo cercato di fare gol nei 90' perché il supplementare diventa una fatica in più che rende facile il compito a chi vuole difendere il risultato di parità. Il gol-vittoria è arrivato al 95' ed è stata una sorpresa perché la gara si può dire che era già finita ma l'intenzione nostra era di segnare nei tempi regolamentari»

Una gara che si è portata appresso qualche polemica per l'eccessivo recupero e il rigore reclamato dal Ploaghe per un fallo di mano

«È stata una partita brutta, giocata malino da tutt'e due le squadre. Loro hanno reclamato per un fallo di mani ma si dimenticano che nella loro area ci sono stati due tocchi di mano, noi però non siamo andati a recriminare perché avevamo vinto, loro invece l'hanno puntualizzato. Credo che non abbiamo rubato proprio niente in quella gara»

Neanche un cambio e soli 5 giorni per recuperare, un vantaggio per il Castiadas?

«Anche il Ploaghe ha giocato con gli stessi undici eccezion fatta per un cambio forzato. Mister Paba ha pensato anche ai 120' perché può capitare nei supplementari che un giocatore sia colpito dai crampi o non ce la faccia fiisicamente, perciò giocarti i cambi prima dei 90' era un rischio. Noi abbiamo il vantaggio di aver già riportato in alto la concentrazione ma lo svantaggio di aver sprecato tante energie rispetto a chi non ha giocato la semifinale. Ci sono vantaggi e svantaggi per entrambe le squadre»

In campionato avete battuti i sarrabesi all'andata ma il ko del ritorno vi ha compromesso il cammino per il primo posto

«Sì è vero, a Castiadas quella sconfitta ci ha messo fuori dai giochi; visti i loro risultati, se dopo avessimo vinto tutte le partite, saremmo arrivati a pari punti ma senza poter più agganciare il Muravera in vetta. Con la testa non abbiamo più pensato al 100% al primo posto, ci credevamo meno anche se giocavamo per vincere tutte le gare perché non devi mai gettare la spugna, come ha fatto poi il Castiadas che era riuscito a recuperare i 5 punti di svantaggio dai loro cugini per poi perdere la possibilità dello spareggio facendo 2-2 con l'Alghero»

Sulla strada del Latte Dolce trovate ancora Emiliano Melis, l'anno scorso doppietta col Selargius nei playout a Sassari e al ritorno decisivo con una punizione. Per voi è uno spauracchio?

«Assolutamente no. Io non penso a lui ma al Castiadas che ha un buon organico in generale e Melis ne fa parte. Ormai non me ne frega più del fatto che col Selargius sia venuto sul nostro campo e ha segnato i gol-vittoria mentre nel finale del campionato non ha giocato altre gare, il mio obiettivo è ora vincere la finale playoff»

È un vantaggio reale per il Castiadas passare in caso di parità nei 120' o sarà diverso rispetto alla gara col Ploaghe perché si gioca in campo neutro?

«Ovviamente è un vantaggio per loro, però se fosse nei 90' sarebbe stato ancor più difficile per noi. Così, in effetti, si annullano solo i rigori e, alla fine, credo che vinca la squadra migliore. Certo, se andiamo nei supplementari, è più facile per loro difendersi ma siamo due squadre che giocano a viso aperto, noi siamo il miglior attacco e il loro è di poco inferiore ma così si diceva anche prima della gara col Ploaghe e fino al 95' eravamo sullo 0-0... Se dovessimo guardare i numeri si prospetta una gara bellissima, con gol ed emozioni, io spero sia così per lo spettacolo e i tifosi ma queste gare secche sono tese e strane ed è anche possibilie vedere poche occasioni» 

Se vincerete i playoff regionali e poi quelli nazionali sarà ricucita la ferita della retrocessione?

«Direi proprio di no, è difficilissima ricucirla per come è maturata per noi, stiamo parlando di sport ma rimarrà pur sempre una ferita che ancora fa male» 

Specie se uno pensa al fatto che i 43 punti conquistati la scorsa stagione sarebbero stati sufficienti ora per una salvezza diretta in serie D

«Esattamente. Quest'anno il livello della serie D si è abbassato anche se si pensava il contrario vista l'eliminazione dell'ex C2; invece ci sono state società che hanno gettato la spugna già a novembre e dicembre, come Anziolavinio e Terracina. Bisogna partecipare ad un campionato per sapere il valore che puoi avere ma credo che con la squadra dell'anno scorso ci saremmo salvati bene e avremmo pure dato fastidio a chi lottava per i playoff. Se adesso andremo in serie D sarà un grande gioia per tutti che però non ricuce nessuna ferita» 

Il girone d'andata al di sotto delle attese è dovuto al fatto che avevate un allenatore nuovo, alla delusione di voi reduci dalla serie D o cos'altro?

«Chi è rimasto al Latte Dolce non era deluso ma giocava con una "incazzatura" addosso; io sono sempre andato a mille, così come gli altri reduci dalla retrocessione. L'andamento meno brillante all'andata è dipeso dal fatto che c'era sì un mister nuovo ma anche che la squadra era rinnovata: degli "anziani" c'eravamo io, Usai, Ruggiu e Delizos. Con tante novità non è facile andare subito a mille in campo e fuori, si devono ricreare certe dinamiche dentro lo spogliatoio anche se poi non abbiamo avuto tante difficoltà sotto questo punto di vista perché i nuovi arrivati sono tutti bravi ragazzi e mister Paba è preparato. In casa abbiamo ottenuto qualche risultato un po' così per la sfortuna e perché gli avversari si difendevano, nel nostro campo piccolo se non sblocchi la partita poi si complica il progetto di vittoria. Alla base di tutto, comunque, c'è stato un cambiamento radicale che doveva avere i suoi tempi per dare dei frutti»

Voi e il Tortolì siete stati gli unici a restare imbattuti contro il Muravera, vittoria meritata per la squadra sarrabese?

«Ho sempre detto che c'erano 5 squadre in grado di vincere il campionato, cioè quelle che sono arrivate dietro il Muravera, che è stato più bravo, continuo e, magari, anche un po' più fortunato di noi, Castiadas e Ploaghe. A loro tanto di cappello e i nostri complimenti ma la differenza tra chi ha vinto e chi sta disputando i playoff era così minima che il risultato finale è dipeso molto da qualche episodio che ha girato a loro favore e un pizzico di sfortuna in più nelle altre pretendenti» 

I giovani sono sempre stati il fiore all'occhiello del Latte Dolce, quest'anno su tutti sono emersi Panai con 15 gol in campionato e Fideli che è andato in Nazionale e ha segnato reti pesanti

«I nostri giovani sono veramente una risorsa che il Latte Dolce ha da tanto tempo ed è un merito della società. Sono principalmente tutti bravi ragazzi e dotati di tanta umiltà, l'elogio va a tutti indistintamente anche se poi ci sono state le sorprese come Panai e Fideli. Noi però siamo abituati a questi exploit come lo ha avuto in precedenza Masala, ma devo dire che siamo bravi anche noi anziani a gestirli, usando il bastone alcune volte e spesso la carota. In certi frangenti ci vuole la strigliata ma molto le coccole sennò un giovane perde tranqulllità e fiducia» 

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2014/2015
Tags:
Sardegna
Intervista