«Girone d'andata perfetto poi le difficoltà non sono mancate»
Il Samugheo in trionfo, Ferraro: «Vittoria del gruppo, c'erano avversari più tecnici di noi ma abbiamo messo altre qualità»
Missione compiuta per il Samugheo targato Giorgio Ferraro: i rossobiancoverdi si sono aggiudicati la vittoria del girone B di Prima categoira con 90' di anticipo rispetto al termine della stagione, grazie ai tre punti incassati nel 2 a 1 interno contro il Gonnosfanadiga. Il tecnico, la dirigenza e tutti i tifosi possono ora tirare un bel sospiro di sollievo e godersi il meritatissimo successo dopo una stagione avvincente, soprattutto per quanto riguarda il girone di andata, anche se nella seconda parte del torneo la squadra del Mandrolisai ha incontrato qualche difficoltà in più abbassando il ritmo della marcia. Il futuro del club sembra assolutamente roseo e tra poche settimane, a bocce ferme, i dirigenti inizieranno a lavorare per allestire la rosa in vista del prossimo campionato di Promozione.
«Eravamo consapevoli – ammette mister Ferraro – che la sfida contro il Gonnosfanadiga rappresentava il primo match-ball a nostra disposizione per chiudere la corsa al titolo. Siamo riusciti a prepararci al meglio, nonostante arrivassimo da un periodo non proprio brillantissimo, a dire la verità, ma questi alti e bassi, nel corso di una stagione, sono da mettere in conto, soprattutto quando hai a che fare con una squadra molto giovane, considerando poi che anche io ho iniziato da poco la mia avventura come allenatore. La mancanza di esperienza si è fatta sentire, soprattutto nel finale, ma i miei ragazzi hanno stretto i denti e si sono comportati alla grande».
Il tecnico commenta la prestazione offerta nell'ultima uscita.
«Siamo sicuramente partiti molto forte, portandoci sul 2 a 0. Poi nel secondo tempo ci siamo rilassati un po' troppo a dire il vero, sempre a causa dell'inesperienza, e i nostri avversari hanno accorciato il divario. Noi ci siamo presentati diverse volte in area di rigore avversaria, costruendo qualche buona occasione per trovare ancora la via della rete e per fortuna siamo riusciti a strappare i tre punti pieni. C'è da dire che il Gonnos si è dimostrato un avversario validissimo, che ha lottato sino all'ultimo per la vittoria del campionato, poi anche loro hanno sbandato un pochino. Per questo dico che quella di domenica è stata una grandissima vittoria, ottenuta contro una squadra di primissimo livello, ma le due compagini in campo hanno dato vita ad un bello spettacolo, che è la cosa che più conta».
Il Samugheo ha sfornato una prima parte di stagione praticamente perfetta.
«Io ho iniziato il mio lavoro con questa squadra l'anno scorso e, tra le altre cose, è il mio secondo anno nei panni di allenatore. La cosa più importante era continuare con il nostro percorso di crescita, che poi coincide anche con il mio. Nel girone d'andata abbiamo mantenuto un ritmo altissimo, che pochi sono riusciti a reggere (al giro di boa +6 sull'Arbus, +11 sulla Gialeto e +12 su Freccia Parte Montis, ndr). A voler essere sinceri forse abbiamo corso più forte anche delle nostre stesse possibilità e sapevo che sarebbero potuti arrivare i momenti difficili, come succede, in pratica, in tutte le stagioni, anche perché la nostra rosa non aveva di certo le caratteristiche per mantenere quel passo sino alla fine del torneo; il Samugheo non è una squadra schiacciasassi, come poteva esserlo, magari, l'Atletico Masainas dell'anno scorso, che nel nostro girone ha perso solo l'ultima partita del campionato».
I ragazzi di Ferraro si sono compattati nei momenti più delicati.
«Se di crisi si può parlare, questa riguardava solo i risultati, anche perché le prestazioni ci sono sempre state e sono sempre state piuttosto convincenti. Si è trattato semplicemente di un periodo molto sfortunato: commettevamo mezzo errore e gli avversari ci facevano due gol; in precedenza, magari, ci presentavamo per dieci volte di fronte alla porta e riuscivamo a segnare anche tre-quattro gol, invece i nostri attaccanti, ad un certo punto, si sono bloccati, per tutta una serie di circostanze. Eppure non mi sono mai fatto prendere dallo sconforto, anzi, sono sempre rimasto fiducioso, perché comunque a livello fisico stavamo bene; dovevamo solo aspettare che il momento negativo passasse, una cosa che nel calcio succede spesso».
Il Samugheo è riuscito a lasciarsi alle spalle un gruppetto di avversari di tutto rispetto.
«A dire il vero noi siamo partiti con l'intento di fare bene e migliorare, possibilmente, il terzo posto conquistato l'anno scorso. Volevo anche ricordare che nel nostro girone c'erano ben quattro squadre provenienti dalla Promozione: Arbus, Gialeto, Verde Isola e lo stesso Gonnosfanadiga; due di queste, e parlo di Arbus e Gialeto, sono tra le società storiche nel panorama sardo, considerando che in passato hanno militato nel campionato in Serie D e l'Arbus, ha corso per diversi anni in Eccellenza. Parliamo dunque di società che hanno un bagaglio di esperienze importanti alle spalle, a differenza del Samugheo che conquista la Promozione per la seconda volta. Sono cose che si tendono a dare per scontate, ma che incidono parecchio nell'economia di una stagione».
Ferraro poi aggiunge.
«Sembrerà un discorso banale, ma sicuramente c'erano squadre molto più attrezzate del Samugheo a livello tecnico; noi abbiamo sopperito alle nostre mancanze puntando forte su altre qualità; il lavoro fatto in tutti questi mesi ha dato i suoi frutti e siamo riusciti a vincere un campionato che, magari, dall'esterno poteva anche sembrare semplice, ma posso assicurare che non lo è stato per niente».
Il Samugheo ha messo in mostra un attacco a dir poco atomico, con 66 reti all'attivo.
«A parte Alex Pistis, che in avanti è stato un po' il nostro punto di riferimento, con 14 centri, siamo andati in gol con tantissimi giocatori: questo significa che ci siamo sempre affidati al collettivo, che abbiamo vinto le partite tutti assieme, grazie alla nostra organizzazione tattica».
La vittoria del campionato è arrivata, addirittura, con 90' di anticipo rispetto al termine della stagione.
«Quando si vince è sempre bello, e a noi le cose sono andate piuttosto bene in questo senso. Ai miei ragazzi ho fatto diversi esempi: per aggiudicarti il titolo c'è bisogno anche di un po' di fortuna; conosco calciatori che hanno giocato per 20-25 anni e non hanno mai vinto neppure un campionato di Seconda. Mi aspetto che i miei giocatori si rendano conto di quello che hanno fatto, del percorso che ci ha portato a tagliare il traguardo per primi».
Un successo che il tecnico si tiene stretto.
«Siamo cresciuti tanto in questi ultimi due anni e si può dire che la vittoria sia stata il frutto del nostro lavoro, della compattezza che questo gruppo ha messo in evidenza per tutto l'arco della stagione. Ho avuto a disposizione dei ragazzi splendidi, che mi hanno seguito in tutto e per tutto sin dal primo giorno di allenamento di due anni fa, quando ho cominciato la mia avventura assieme a loro, e sino all'ultimo giorno della settimana scorsa. E' stato bello poter fare festa tutti assieme».
Tra le 19 vittorie ottenute sino a questo momento, Ferraro ne sceglie una in particolare per il peso che ha avuto nella corsa al titolo.
«Sapevamo che il calendario per noi era particolarmente complicato, abbastanza impegnativo soprattutto per quanto riguarda le ultime partite, con le sfide a Mogoro, Arbus e Gonnos. Nel girone di andata abbiamo rimediato la prima sconfitta della stagione proprio in casa della Freccia Parte Montis, dopo 10-11 partite praticamente perfette, dove eravamo sempre riusciti a raccogliere il massimo, a parte in due occasioni in cui ci siamo dovuti accontentare di un punticino».
Il ko contro la compagine guidata da Boi rischiava di lasciare il segno.
«Anche perché, nelle sfide successive, ci siamo trovati di fronte a due squadre forti e temibili come Arbus e Gonnos, ma per fortuna siamo riusciti a vincere in casa, contro i primi, ed in trasferta contro i secondi. Io credo che a Gonnos la mia squadra abbia giocato la miglior partita della stagione: un'autentica prova di forza che ci ha permesso di prendere finalmente consapevolezza della nostra forza; abbiamo capito, insomma, che potevamo mettere in piedi qualcosa di importante, anche se poi mancava un girone intero ancora da giocare».
Ferraro ringrazia la società per la grande occasione che ha avuto.
«Sono loro che mi hanno permesso di iniziare la mia carriera da allenatore, dopo che ho chiuso con la maglia rosso-bianco-verde la mia avventura nel mondo del calcio da giocatore. I dirigenti sono stati impeccabili, c'è poco altro da aggiungere: ci hanno dato il loro appoggio dal primo minuto sino all'ultimo. Per quanto mi riguarda ho cercato di portare qualche miglioria, in base alle esperienze che ho maturato nel corso degli anni, grazie soprattutto alle annate che ho passato in categorie superiori alla Prima. Qui a Samugheo stiamo cercando di gettare le basi per un progetto che possa continuare nel tempo, ma ora è giusto festeggiare: i dirigenti si sono fatti il mazzo per nove mesi di seguito, ed è giusto che pure loro si godano questo traguardo. Domenica chiudiamo la stagione, poi ci prendiamo un po' di tempo per rilassarci, vale per tutti».
Il tecnico non svela le carte per quanto riguarda il suo futuro.
«Sono sicuro che troveremo il tempo per sederci assieme attorno allo stesso tavolo e parlare un po' dei nostri programmi, poi vedremo cosa succederà».
Chiusura con e dediche e ringraziamenti di rito.
«Parto dalla mia famiglia, che mi è sempre stata vicina, soprattutto nei momenti più delicati, e quando fai l'allenatore i periodi difficili non mancano di certo. Dedico questo successo ai miei ragazzi e alla società, oltre che, ovviamente, a tutti gli amici che ci hanno supportato. Ho anche una dedica particolare, per un mio carissimo amico e compare che non c'è più e che ci ha lasciato da poco: questa vittoria è tutta per lui».