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Marco Mariotti, allenatore, Torres
«Come si può passare dal fare beneficenza ad essere traditori?»

Torres, parla Mariotti: «Società assente da marzo, ho il dovere di stare vicino ai ragazzi. Sputato sangue per la maglia e poi messi alla gogna»

Dopo il comunicato dei giocatori della Torres in risposta al comunicato-denuncia del loro presidente Salvatore Sechi e dopo la lettera che gli stessi calciatori rossoblù hanno scritto ai tifosi per spiegare quali erano stati i passi fatti verso la società per richiedere il pagamento del primo mese e mezzo di stagione (dal 23 luglio al 31 agosto), ecco che arrivano le riflessioni del tecnico dei sassaresi Marco Mariotti che spiega il perché è stato sempre al fianco dei suoi ragazzi, li difende dalle accuse di tradimento verso la maglia e comunica che quanto percepirà dalla Torres da questo momento in poi lo destinerà in beneficenza. Qui di seguito pubblichiamo quanto scritto dall'allenatore romano nel suo profilo social

 

Ho atteso alcune ore prima di fare una mia riflessione sull’accaduto e la voglio condividere con voi.

È la prima volta in 24 anni che mi succede un fatto del genere. Nella mia carriera non ho mai fatto questioni di mero denaro. E per questo motivo i soldi che percepirò dalla Torres, da questo momento in poi, andranno in beneficenza verso chi in questo momento si trova in difficoltà maggiori delle mie.

Ho scelto questa società riducendomi il mio ingaggio del 40% pur di allenare la Torres ed ho avuto l’opportunità di conoscere una città meravigliosa e dei tifosi straordinari. Perciò è una scelta che rifarei mille volte.

Mariotti uomo però ha il dovere, oltre che in campo e negli allenamenti, di stare vicino ai suoi ragazzi nei momenti dove ne hanno bisogno come adesso. Faccio presente che il monte-rimborsi di questa squadra è uno dei più bassi di tutta la serie D e non merita certo questo trattamento.

La società è stata assente sin dai primi di marzo, abbiamo invocato più volte un incontro mai arrivato. Noi non abbiamo chiesto mensilità future ma solo i periodi di luglio ed agosto e la prima settimana di marzo. Questo perché il 70-80 per cento dei ragazzi non hanno ora un sostegno di cui vivere.

Altra riflessione: come si può in poche ore far passare uno splendido gruppo da un’asta di beneficenza con a fianco i loro nomi ad una massa di traditori e di gente che non ha cuore? Come può un gruppo che ha sputato sangue per questa società ricevere frasi irripetibili ed essere messi alla gogna mediatica?

Ma i presidenti che hanno pagato sette mesi e sono stati vicino ai ragazzi sono tutti nababbi oppure hanno avuto un minimo di sensibilità in una situazione simile?

Questo è un momento storico dove dovrebbero intervenire le istituzioni per salvaguardare questi ragazzi che fanno dello sport la loro professione ma in questi casi finiscono nel dimenticatoio senza essere tutelati in alcun modo.

Le mie riflessioni fatte nelle scorse settimane riguardanti un mondo di furbi che cavalcano i problemi della pandemia hanno trovato subito riscontro. Tutti pensano all’io ed al proprio orticello. Ed ecco che quando ci sono certi accadimenti ognuno esce allo scoperto per quello che è.

Concludo con un ringraziamento a tutti i sassaresi per la stima e l’accoglienza avuta in questi mesi e per i tanti messaggi di solidarietà ricevuti da Sassari nelle ultime ore.

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