«Ringrazio il club, da esordiente ho guidato una squadra fortissima»
Campanedda, storica Promozione, Cocco: «Stagione bella e tirata, nello spareggio col San Giorgio siamo stati perfetti»
Un'intera stagione, tiratissima più che mai, non è bastata per decretare la squadra vincitrice del girone D di Prima categoria ma sono serviti altri 90' di gioco per decidere il testa a testa tanto bello quanto avvincente che ha tenuto tutti i tifosi del Campanedda e del San Giorgio Perfugas con il fiato sospeso dopo aver chiuso il campionato con 70 punti all'attivo. E, nello spareggio giocato domenica sul campo neutro di Sennori, sono stati i sassaresi guidati da Antonio Cocco, a festeggiare il salto in Promozione grazie al 2 a 0 griffato dal rigore di Delrio e da Vera Rubio.
Spetta proprio all'ex difensore dell'Ossese, che centra l'obiettivo fissato dal club alla sua prima esperienza sulla panchina di una prima squadra, raccontare i dettagli del sogno chiamato Promozione regalato alla popolosa (1.350 abitanti circa) frazione di Sassari.
«Non si può dire che sia stata una stagione facile – ammette mister Antonio Cocco – anche se comunque noi siamo sempre stati al primo posto della classifica, dalla prima all'ultima giornata, ma c'è stato da lottare, e tanto. Il San Giorgio non ha mollato mai e dopo che si sono aggiudicati lo scontro diretto contro di noi, quando mancavano 5 gare al termine, hanno ridotto il distacco in classifica, e dunque ci siamo trovati nella situazione di non poter più sbagliare».
Per decretare la vincitrice ci sono voluti altri 90' di gioco.
«Ci siamo presentati allo spareggio in buono stato di forma: la cosa più importante era credere nelle nostre potenzialità, nella nostra forza; ci siamo sforzati di buttare fuori dalla testa i pensieri negativi, cercando di trasformare tutta la tensione accumulata durante la stagione in energia positiva, in benzina per affrontare al meglio anche quest'ultimo impegno».
Il tecnico commenta la prestazione offerta dai suoi nel match più importante dell'anno.
«Ho avuto modo di rivedere la partita proprio l'altra sera, a freddo, e credo proprio che i miei abbiano legittimato la loro forza, in campo, grazie ad una prestazione senza sbavature. Il San Giorgio Perfugas si è confermato una squadra fortissima, che merita il salto di categoria. Noi però abbiamo giocato con grande attenzione e concentrazione e con grande intensità; nonostante la posta in palio fosse altissima siamo riusciti a mantenere la calma, senza cadere nelle loro provocazioni. Abbiamo giocato con la testa giusta, insomma, dal primo all'ultimo minuto».
Cocco poi aggiunge.
«Abbiamo fatto tutto quello che c'era da fare per vincere una partita così importante; del resto in campo c'erano diversi giocatori che avevano già avuto modo, in passato, di giocare sfide decisive, quindi non hanno pagato lo scotto per l'agitazione che magari puoi provare quando sei nuovo ad impegni di questo tipo. L'esperienza dei nostri giocatori migliori è stata fondamentale in questo senso».
Tra i protagonisti principali del match ci sono ovviamente Alessio Delrio e Vera Rubio, autori dei due gol che hanno deciso l'incontro.
«Abbiamo giocato in un impianto che, per quanto riguarda le dimensioni, era molto più grande rispetto al nostro; in settimana ci siamo messi di impegno per studiare tutte le soluzioni per poter rendere al meglio: ho a disposizione dei ragazzi che, in campo aperto, possono fare tanto male e non è un caso che Delrio e Vera Rubio abbiano inciso così tanto nel risultato finale. Vera ha procurato il fallo da rigore, poi Alessio si è presentato sul dischetto, con grande coraggio e grande personalità, considerando che Saragato gli aveva già parato un penalty in occasione della sfida in campionato, ma per fortuna il nostro attaccante è riuscito a spiazzarlo e a depositare la sfera in fondo al sacco, firmando così il gol del vantaggio. Il 2 a 0 è arrivato grazie ad una giocata straordinaria di Vera Rubio, che ha dimostrato per l'ennesima volta tutta la sua forza, ma anche Occulto, autore dell'assist, ha giocato una bellissima partita».
Il Campanedda si è presentato al confronto finale contro il Perfugas forte della difesa meno battuta del torneo e con il secondo miglior attacco, alle spalle di quello del Monte Alma.
«I numeri parlano chiaro in questo senso e noi non possiamo che essere estremamente soddisfatti: abbiamo chiuso la stagione con 22 gol al passivo e la migliore differenza reti ed io, che sono un ex difensore, mi sento particolarmente orgoglioso di questo. Ma credo che sia stato l'atteggiamento che la squadra ha mantenuto in campo a fare la differenza: si attacca e ci si difende in 11, suonerà come una cosa banale ma in realtà le cose sono andate proprio così. Ad inizio però c'erano diversi dubbi a proposito del rendimento della squadra: c'era la sensazione che, perdendo un difensore, le cose si sarebbero potute complicare parecchio, ma alla fine il pacchetto arretrato si è comportato alla grande ed è stato uno dei nostri punti di forza, considerando che per 17 volte, nella stagione regolare non abbiamo subito neppure una rete, come è successo tra l'altro in occasione dello spareggio finale. Diciamo pure che c'è stato grande equilibrio tra i reparti».
Il Campanedda centra l'approdo in Promozione dopo diversi tentativi che, in passato, erano andati a vuoto.
«Ė vero, la società inseguiva questo traguardo ormai da diversi campionati, ma i dirigenti quest'anno hanno fatto davvero le cose in grande, allestendo una rosa di primissimo livello. Hanno poi avuto il coraggio di dare le chiavi dell'organico ad un allenatore che non aveva mai allenato una prima squadra e per me questo è un motivo di orgoglio. Per quanto ci riguarda abbiamo ripagato la fiducia del club sul campo, fornendo ottime prestazioni, e la cosa vale, ovviamente, per i giocatori ma anche per il resto del mio staff. La dirigenza ha fatto ulteriori sacrifici nel mercato di riparazione, con gli ingaggi di Vera Rubio e di Usai che ci hanno dato quel qualcosina in più che forse ci mancava e che è risultato utilissimo nello sprint finale, quando i punti in ballo valevano il doppio».
Cocco divide i meriti in parti uguali.
«La società ha fatto davvero un ottimo lavoro e noi abbiamo fatto il massimo, in campo, per riempire d'orgoglio i nostri tifosi e tutto il resto del paese: loro ci hanno ripagato riempendo le tribune del campo e facendoci sentire tutta la loro vicinanza: il calore che ci hanno tramesso è stato qualcosa di straordinario, che ci ha aiutato a buttare il cuore oltre l'ostacolo. I nostri sostenitori sono stati a dir poco fantastici: hanno addirittura organizzato le trasferte con i pulmini per venire a seguirci in ogni campo, con tutto il loro entusiasmo, fumogeni annessi. Siamo felicissimi di averli resi così contenti e di essere riusciti a regalare loro queste gioie ed emozioni».
In molti si chiedono già se mister Cocco sarà ancora sulla panchina del Campanedda anche nella prossima stagione.
«Ora ci siederemo attorno allo stesso tavolo e avrò l'occasione per fare quattro chiacchiere con la società; qui mi sono trovato molto bene e credo che l'esperienza che ho fatto al Campanedda rappresenti una tappa fondamentale per la mia crescita; lavorare in un ambiente così sereno è stato semplice, non mi hanno messo nessuna pressione addosso. Qui ho trovato delle persone sincere e genuine che non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto, anche quando mi è capitato di prendere qualche decisione sbagliata. Sarebbe folle pensare che ad un allenatore emergente, nell'arco di una stagione, le cose possano andare tutte lisce come l'olio, senza nessun contrattempo. Il nostro percorso di crescita, del resto, passa proprio dagli errori che commettiamo; qui al Campanedda mi hanno dato tutto il tempo di cui avevo bisogno, tutta la pazienza, e non posso che ringraziarli per questo. Dopotutto ho 31 panchine in carriera e, partendo da queste premesse, gli errori siano inevitabili, ma la dirigenza mi è stata vicina dall'inizio alla fine: si può dire che, almeno per quest'anno, siamo cresciuti assieme».
Cocco chiude con le dediche e i ringraziamenti.
«Il primo pensiero va alla società, che mi ha messo a disposizione una squadra fortissima e ha deciso di puntare su di me; l'aver raggiunto questo obiettivo, importante e storico allo stesso tempo per il Campanedda, mi riempie di gioia. Ringrazio tutti i giocatori, che mi hanno seguito dal primo all'ultimo minuto in ogni allenamento e in ogni partita e in ogni momento della stagione, anche in quelli più delicati e critici. Le occasioni per confrontarci non sono mancate, ma tra di noi c'è sempre stato molto rispetto e molta serenità, anche quando le discussioni si facevano più accese. Devo ringraziare, inoltre, tutto il resto dello staff tecnico, che mi è stato particolarmente vicino in questa mia prima esperienza: ci siamo dovuti inventare, dal nulla, molte delle metodologie di allenamento che poi abbiamo adottato nel corso della stagione, provandole e riprovandole sul campo; ci siamo dovuti mettere in discussione, noi per primi, ma possiamo dire che la scommessa è stata vinta. Chiudo con una dedica particolare alla mia famiglia che, nei momenti in cui ero più cupo e triste, mi hanno sempre aiutato: il mio ultimo pensiero non può che andare a loro, per quello che hanno dovuto sopportare in tutti questi mesi».