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Il portiere: "L'adrenalina che mi porta in campo è la stessa del primo giorno che ho messo i guanti"
Cinus, l'incubo dei rigoristi "il Pula si salverà"

Il portiere: "L'adrenalina che mi porta in campo è la stessa del primo giorno che ho messo i guanti"

L'incubo dei rigoristi. Marco Cinus, estremo difensore del Pula, viaggia da anni, alla media di oltre il cinquanta per cento di rigori parati. Il suo record, l'anno scorso, al San Gavino Monreale. Sei, su otto. E Marco non si è smentito neanche nell'ultima partita, contro il Fertilia, quando ha parato il rigore di Ledda al 60esimo. E nonostante la sconfitta del Pula, per 2-0, si è aggiudicato il titolo di migliore in campo. Assoluto protagonista, in diverse occasioni, ha salvato il risultato con parate straordinarie. Una in particolare, che lascia il pubblico sgomento. "Vincere una sfida", questo il motivo per cui, l'esperto portiere, classe 77, decide di approdare al Pula. E da uno che di sfide ne ha giocate e ne ha vinte, avere scelto l'ennesima difficile, non stupisce. Quella di unirsi ad un valido gruppo e compiere l'impresa: portare i biancorossi alla salvezza. Con soli 12 punti, in 21 partite, che costringono il Pula, al penultimo posto in classifica, l'impresa, sembra essere quasi essere un miracolo.

Ma Cinus, dopo una parentesi iniziale al Gemini Pirri, non ci pensa due volte. Quando il ds Luca Pilo, suo grande amico, lo chiama per accasarsi al Pula. "Il Pula, sarebbe dovuta essere, la mia squadra, sin dall'inizio di campionato - esordisce Marco- già quest'estate, avevo intrapreso delle trattative, con la societa'. Ma per motivi logistici e di lavoro, ho dovuto fare altre scelte". Una scelta razionale che andava contro il suo istinto. Ma alla fine l'istinto ha avuto la meglio sulla ragione e Marco ora indossa quella maglia. E sia un caso o meno, sta di fatto, che dall'arrivo di Cinus, il Pula ha messo nel forziere, sei dei 12 punti totali, e in sole quattro partite. "Raggiungere i play out, sarebbe come vincere il campionato - continua Marco - se cosi non fosse, credo che ci siano, le buone basi per ripartire". Marco Cinus, selargino doc, cresce proprio, nella squadra del suo paese il Selargius. Qui compie tutta la trafila delle giovanili. A 17 anni, viene integrato, in pianta stabile in prima squadra, dove rimane per cinque anni. Cosi giovane, in una squadra di serie D, in un periodo in cui, l'obbligo dei fuoriquota, era limitato a uno, la dice lunga sulle qualita' del ragazzo. In quegli anni Marco, gioca poco. Il motivo è comprensibile. "A diffendere la porta granata, c'era un mostro sacro: Gianni Picasso - ci racconta sorridendo Cinus - è stato il mio maestro. Da lui ho imparato tanto". Ma il giovane portiere riesce comunque, a ritagliarsi degli spazi. Si fa trovare pronto, quando viene chiamato in causa. Conquista la stima e la fiducia dei suoi compagni. Anche quelli più grandi. La conferma di quanto dice, arriva proprio dal suo maestro. L'attuale portiere del Football Olbia 5, Gianni Picasso. "Ho un ricordo straordinario di Marco. Si distingueva per la testardaggine e la volontà con cui voleva imparare e crescere. Oltre che per la forza fisica e l'umilta - racconta con ammirazione Picasso - Marco non si fermava mai. E mi assecondava in tutte le mie pazzie. Una era quella, di rimanere, anche un'ora oltre la fine dell'allenamento. A fare interminabili sfide di calci di rigore". A Cinus quella pazzia è servita. Forse sono state, proprio quelle sfide, a farlo diventare l'incubo dei rigoristi. L'unica sfortuna per Marco? In quel periodo Picasso era al top. Non si faceva mai male.

Ma la perseveranza, e il saper aspettare il proprio momento, hanno fatto di Cinus, il valido portiere che è diventato. Nel 2000 a malincuore si stacca dal Selargius, e il "cigno" spicca il volo. Inizia per lui una lunga carriera. Prima, l'ambiziosa avventura in promozione con il Dolianova di Camillo Vacca, con l'obiettivo di vincere il campionato. Non lo vincono per pochi punti. Ma riescono a vincere la Coppa Italia. Dopo un altro anno a Dolianova, inizia a girovagare per tutta la provincia: Muravera, Sarroch, Quartu 2000, San Gavino Monreale, 2 anni a Carbonia, e di nuovo a Muravera, poi Sanluri. Quest'anno dopo Pirri, ecco il Pula. Non è sicuramente una delle stagioni migliori dei biancorossi. Diversi sono stati i momenti burrascosi. Come la fuga in massa di alcuni giocatori, tra i quali Omar Floris. Che pero' fa rientro a casa, dopo aver giocato una sola partita, con il Sanluri. E' evidente che alla base, del momento critico del Pula, ci siano problemi societari. Ma oltre questi, quali altri impediscono ai biancorossi di uscire dall'infuocata zona di bassa classifica? "Non so dire quali fossero i problemi precedenti al mio arrivo -commenta Cinus - sicuramente, non di natura tecnica. Sia per quanto riguarda la guida, che il parco giocatori". Con evidente discrezione prosegue: "Non mi sento di parlare di situazioni che non ho vissuto".

Per l'estremo difensore, attualmente, l'unico problema del Pula, é quel posto, in basso nella classifica. E il morale della squadra? Prevale l'ottimismo di potercela fare, o la paura di non farcela? "Nello spogliatoio c'e' la consapevolezza, che la rimonta, non sia assolutamente facile. Il problema è la grossa distanza che dobbiamo colmare, per agganciare il treno salvezza. Ma c'è anche la convinzione, maturata sul campo, che possiamo giocarcela con tutti". A Cinus e compagni, sembra che chi li precede, voglia aspettarli. E finche' la matematica non li condanna, ci proveranno. I mezzi ci sono. Cinus non ha dubbi. E il punto di forza, è l'esperienza e le capacità tecnico-tattica dei vari Dentoni, Floris, Uccheddu, Cossu, Salis, che rappresentano l'asse portante della squadra. Ma un altro punto di forza di questa squadra, è proprio il loro portiere. Chi lo conosce dice questo: "Marco sa guidare al meglio la squadra. Con grande personalita'". E la cosa che che piu' lo distingue, e' la passione, con cui vive ogni partita.

La passione per il calcio, per Marco, è diventata parte integrante della sua vita. Condizionando piacevolmente, la sua sfera privata. "Devo al calcio, le tante amicizie, che tuttora conservo. Alcune molto importanti". E la lunga lista è una conferma di quando dice. Andrea Vergari, Luca Pilo, Manrico Porceddu, Bobo Mannai, Tonio Cadeddu, Antonio Ferraro, Daniele Cadelano, sono persone con cui ha condiviso, non solo esperienze calcistiche, ma tante esperienze di vita. Anche solo per queste amicizie, l'estremo difensore, rifarebbe tutte le rinunce e tutti i sacrifici fatti, in tutti questi anni di calcio. Fare a meno delle uscite del sabato sera, dei viaggi last minut, di una vacanza a Natale, per seguire gli allenamenti, non è stato un peso. "Non rinuncerei mai all'adrenalina del pre-partita". E a 35 anni, dopo piu' di vent'anni di calcio, quell'adrenalina, è la stessa di quando Marco, ha giocato la sua prima partita di calcio. S.F.

In questo articolo
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2012/2013