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Sebastian Puddu, diesse, Carbonia
«Conservo l'amicizia con Setzu, Fele un uomo di spessore»

Carbonia promosso ma il diesse Puddu lascia: «Ho vissuto mesi esaltanti, il club avrà la volontà e l'ambizione di non fare la comparsa in serie D»

Una stagione, nemmeno completata per l'improvvisa emergenza sanitaria, ma con il grande traguardo raggiunto del ritorno del Carbonia in serie D trent'anni dopo l'ultima partecipazione (13º posto nel girone H in Interregionale con il fallimento della società). Ora le strade tra il direttore sportivo Sebastian Puddu e il club minerario si separano. Un fulmine a ciel sereno per il club biancoblù che, solo pochi giorni fa, aveva ricevuto la certezza della promozione in serie D e che doveva gettare le basi per la programmazione per il rientro in un campionato nazionale e importante come la quarta serie.

 

Raggiunto telefonicamente il diesse Puddu spiega serenamente la scelta fatta: «Vado via perché la mia "mission" era quella di dare un contribuito alla costruzione della squadra che doveva tornare in Serie D. Per fortuna e per la bravura dei giocatori questo obiettivo è stato raggiunto al primo anno. Nelle ultime settimane ho avuto modo di fare delle valutazioni che mi hanno portato alla non prosecuzione dell'esperienza al Carbonia. Sono sicuro che il club avrà la volontà e l'ambizione di non fare la semplice comparsa in un campionato affascinante e difficile come la serie D».

 

Un'esperienza felice per il direttore sportivo capace di portare a Carbonia giocatori vincenti per l'Eccellenza - Angheleddu, Boi, Cordeddu, Figos, Pinna su tutti -  con l'aggiunta nel mercato di riparazione del bomber Meloni (ex Muravera) che ha griffato la finale della Coppa Italia, storico trofeo messo nella bacheca dei minerari. «Sono stati mesi esaltanti - chiosa Puddu - con la vittoria della Coppa Italia regionale e il turno della fase nazionale che ci ha visto sfiorare la qualificazione nell'ultima gara ufficiale fatta dal Carbonia prima che esplodesse la pandemia. Uno stop inevitabile ma che ha privato la piazza del giusto epilogo che meritava di vivere. Di questa esperienza conservo la passione della città, della società e dei tifosi, in particolare i Briganti che non hanno fatto mai mancare il loro apporto e supporto in qualsiasi campo in cui siamo andati. Conservo l'amicizia con il dirigente Francesco Setzu, che ha permesso tutto ciò con la fusione fatta col Samassi, e ho conosciuta una persona come Checco Fele che si è confermato un uomo di spessore, che sa di calcio come pochi».

In questo articolo
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2019/2020