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Intervista con l'allenatore dell'Atiesse: noi favorite con almeno altre 3 squadre
Petruso non fa proclami

Intervista con l'allenatore dell'Atiesse: noi favorite con almeno altre 3 squadre

Toni Petruso è tra i pochi allenatori sardi ad aver calcato - da mister - i parquet dell'A1. Eppure nulla, nelle sue parole e nel suo atteggiamento, è mai sopra le righe. Che sia proprio questo il segreto dei suoi successi?
Toni Petruso parla della sua carriera e della C1Ciao Toni, ci fai un riassunto del tuo curriculum da allenatore di calcio a 5?
Ho iniziato, quando ancora giocavo, a seguire le giovanili della Delfino Cagliari e di seguito quelle del Domusdemaria. Per quanto riguarda la prima squadra ho avuto due esperienze da giocatore allenatore in A2, sempre con le medesime squadre. Poi è arrivata la chiamata dell'Atiesse, con cui ho iniziato la carriera solo da mister: tre anni tra A2 e A1. Dopo un anno di pausa, sono tornato alla nuova Atiesse nel massimo campionato regionale e nello stesso anno ho seguito la rappresentativa sarda e partecipato al Torneo delle regioni.


 
Quali sono state le più belle soddisfazioni?
Ho Ottimi ricordi di tutte le stagioni, La salvezza il primo anno di A2, la promozione il secondo anno e, che dire, disputare così giovane il massimo campionato nazionale del tuo sport è stato qualcosa di incredibile, anche la partecipazione alla Final eight di Coppa italia è stata una gran bella soddisfazione. Partecipare all'ultimo Torneo delle regioni con la rappresentativa con le giovani promesse nostrane mi ha gratificato tanto.


 
Ora con l'Atiesse, per il secondo anno, ti cimenti con una C1. Quali sono le differenze maggiori nell'allenare a questo livello rispetto al "professionismo" della seria A?
Le differenze ci sono, è innegabile. Le maggiori sono a livello organizzativo societario, di staff ridotto all'osso e di disponibilità dei ragazzi, che, essendo studenti o lavoratori, non hanno la possibilità, nonostante la volontà, di allenarsi con continuità. Per me allenare è uguale a tutti i livelli; chiaro, la gestione di un gruppo di professionisti, la possibilità di vedere i ragazzi tutti i giorni, la qualità e le coscenze dei giocatori di categoria, ma sopratutto l'intensita di gioco, sono differenze importanti.


 
Se puoi "disegnarti a tavolino" il giocatore ideale, ma devi scegliere tra forza tecnica e capacità tattica, cosa scegli? E quanti anni ha il tuo giocatore ideale?
Sono stato un giocatore tattico e ora faccio l'allenatore, quindi predilico nel nostro sport chi sa stare in campo ed è capace di gestire tutte le situazioni in tutti i momenti della gara. Penso che questa qualità, abbinata ad una buona tecnica ed una preparazione fisica adeguata faccia sì di avere a disposizione un gran bel giocatore.
Per quanto riguarda l'età credo che un giocatore a vent'anni sia già formato. Se ha qualità per partecipare al campionato della sua squadra, deve giocare. Chiaramente l'esperienza è importante ma la si fa giocando e non tutti la maturano negli stessi tempi.

 


Pensi che le regole imposte dalla Federazione (come la presenza "forzata" dei giovani in prima squadra) siano utili?
Discorso vecchio e... attuale. Ripeto, per me i giovani che hanno qualita devono giocare a prescindere dall'anagrafe; io eliminerei piuttosto la categoria Under 21 e proverei a convincere le società a curare di piu Giovanissimi e Allievi. Questo per creare Juniores competitivi che possano far parte, a seconda delle loro possibilità, di rose sia nel regionale e perchè no?, (i migliori) nei campionati nazionali.

 


Qual è l'obiettivo dell'Atiesse  per l'imminente campionato di C1? Chi è la favorita del campionato?
Migliorare, migliorare, migliorare... Favoriti? Credo Che Atiesse, Ossi, San Paolo e Delfino siano almeno in partenza un gradino piu in alto, ma son tante le squadre che possono dire la loro in un campionato molto livellato e sicuramente interessante.

Grazie Toni!

In questo articolo
Stagione:
2012/2013
Tags:
Serie C1
Atiesse
C1
Toni Petruso