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Mattias Meloni, centrocampista, Tortolì
«Scelta sofferta, ho dato anima e cuore per quella maglia»

Mattias Meloni lascia il Budoni e si accasa al Tortolì: «Dopo 11 anni di biancoceleste volevo una nuova esperienza, per me può essere una svolta»

Undici stagioni nel Budoni, dai Giovanissimi alla prima squadra con debutto in serie D all’età di 16 anni. Mattias Meloni è sempre stato considerato un "grande" quando era tra i fuoriquota ed è stato uno dei più "giovani" tra i grandi a indossare la fascia di capitano. In serie D ha collezionato 229 presenze e attraversato ogni momento storico del club, dall'essere matricola nel 2008-09 al primo record di punti nel 2011-12 (51 punti e quinto posto), poi battuto nel 2014-15 (57 punti e quarto posto), dai playout vinti contro l'Arzachena (2013-14) a quelli persi contro il Cynthia (2015-16). È rimasto in Eccellenza, ha sofferto per una stagione programmata in ritardo ma chiuse con la grande soddisfazione del ritorno in serie D con la vittoria dei playoff nazionale. Ma ogni storia ha sempre una fine, Meloni lascia i colori biancocelesti e vestirà la maglia del Tortolì, la grande avversaria in campionato che ha vinto con 4 giornate d'anticipo proprio col successo a Budoni. 

«Si diceva che il nostro calcio era di un'altra categoria ma loro hanno fatto un campionato incredibile, avevano una rosa ampia formata da grandi giocatori tutti di categoria superiore, trovavano sempre una giocata che non t'aspettavi perché in squadra c'era chi poteva fare la differenza in qualsiasi momento. L'attacco era devastante con Nieddu, Figos, Placentino, Viani, Cocco, a centrocampo Lepore, Angheleddu, D'Agostino, dietro Vignati, Gutierrez e Floris non certo gli ultimi arrivati. La loro forza è stata anche il gruppo. Bene o male è rimasta la rosa dell'anno scorso, sono contento della scelta fatta, conosco il mister Loi, mi stima e apprezza, mi ha ripetuto più volte ci teneva tantissimo ad avermi lì a Tortolì, un aspetto in più per aver detto sì al Tortolì». Per Meloni inizia un nuova esperienza «che mi darà una consapevolezza maggiore, sarà un input per fare qualcosa di più, una svolta che potrebbe farmi fare la differenza. Mi serviva fare una nuova esperienza, avevo richieste in Eccellenza (Sorso e Castiadas, ndr) ma mi mancava prendere l'aereo, anche se temo volare. Dopo quest'anno di sacrifici la serie D me la sono riconquistata sul campo. Entro in un gruppo che, bene o male, è rimasto quello dell'anno scorso, mi metterò a disposizione della squadra e del mister Loi, e giocherò se lo merito. Conosco Lepore, ho giocato con lui tre o quattro anni, gli altri li ho sempre incontrati come avversari, trovo un gruppo solido in cui sono rimaste le colonne portanti». Avrà il vantaggio di saper fare molti ruoli, in difesa, centrocampo e attacco, ma per uno c'è una certa predilezione: «La mezzala mi piace tantissimo, sono un giocatore che ci mette tanta corsa e, in quel ruolo, è fondamentale questa caratteristica per inserirsi e ripiegare. Quest'anno nel girone di ritorno ho quasi sempre fatto il centrale di centrocampo ma non mi tiravo indietro se dovevo inserirmi in avanti»

Una decisione non facile, per la prima volta il 25enne di Siniscola lascia i colori biancocelesti. «È stata una scelta sofferta e molto difficile, ho passato 11 anni nel Budoni, calcisticamente sono cresciuto lì e, grazie a loro, ho potuto giocare in serie D dall'età di 16 anni. A Budoni ci sono stati problemi societari, si è dimesso il presidente Fois e non sapevi più a chi rivolgerti. La priorità l'ho data al Budoni, sono stato ad aspettare loro ma, visto il perdurare dei problemi, ho preso questa decisione sennò rischiavo di rimanere senza squadra. Dopo aver detto sì al Tortolì non nego che mi sono scese le lacrime agli occhi, oltre a tenerci al Budoni lascio tanti amici. Ho sempre dato anima e cuore per quella maglia ma sono arrivato anche ad essere il capitano della squadra e, probabilmente, qualcosa l'avrò fatta pure io». Un addio che poteva essere anticipato di un anno. «La retrocessione dello scorso anno ha bruciato parecchio - ricorda Meloni - bisognava rifare tutto da capo. Per come si è iniziata la stagione e il campionato era una sfida quasi impossibile, impensabile poter arrivare dove siamo arrivati, abbiamo dato una prova di forza e di gruppo importante». Tornerà a Budoni da avversario: «Magari ci sarà qualcuno che mi insulterà ma fa parte del gioco, io auguro sempre il massimo e tutto il bene del mondo al Budoni, può essere che sia un arrivederci e non un addio ma ora devo pensare alla mia nuova squadra, il passato rimane lì e per me c'è una nuova avventura». Ripensando agli undici anni in biancoceleste «sarebbero tante le persone da ringraziare. Pensando alle origini della mia avventura un posto speciale ce l'ha Giovanni Sanna il mio primo presidente, poi nel corso degli anni è subentrato Filippo e anche a lui devo tanto. Quest'anno si è inserito Renzo Oggianu e posso dire che ha fatto un lavoro straordinario per tutta la situazione che c'era attorno alla squadra, è una persona cui tengo. Negli anni ho visto di tutto e di più, sarò a mister Raffaele Cerbone che ho avuto in diversi momenti così come Giuseppe Bacciu, per non dire di Felice Melchionna che mi fece esordire a 16 anni in serie D. Avrei una lista che non finisce più, con rammarico e dispiacere vado via ma bisogna cambiare e resettare tutto, inizio una nuova esperienza al Tortolì con la testa giusta, per fare bene con la maglia rossoblù».

 

 

 

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2016/2017