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Serie D

Progetto Sant'Elia, retrocessione evitabile

Viste le premesse la retrocessione era preventivabile, visto il campionato e le avversarie almeno i playout erano alla portata del Progetto Sant’Elia. Il ridimensionamento economico e l’aver puntato sui giovani erano indizi sufficienti per una stagione di sofferenza. Così è stata ma poi scopri che, nonostante tutte le traversie, se i cagliaritani avessero vinto le ultime tre sfide casalinghe con Isola Liri, Civitavecchia e Real Hyria (0 punti) si sarebbero guadagnati con certezza gli spareggi.

 

Giordano divorzio dannoso

Ad agosto si è deciso di puntare su Franco Giordano, allenatore esperto ma assente dalla serie D da un vent’ennio. Il 58enne ex tecnico di Pirri e Ferrini ha sorpreso tutti con una partenza lanciata: 7 punti in 7 partite con due vittorie casalinghe (Cynthia e Sora). Un 4-3-3 dal gioco brioso e veloce, squadra frizzante con due schegge sulle ali come Dessena e Cordeddu. In mezzo il fosforo di Atzori, l’esperienza di Dessì e la vigoria di Ezeadi, dietro la colonna Frongia con l’aitante Eugenio, più la spinta di Caredda. Le pecche? La mancanza di un centravanti con i giovani ‘93 Boi e Pintus, bravi ma acerbi finalizzatori. E l’inesperienza del portiere Pilia (‘94) ex Cagliari che, alla grande prova col Selargius, ha sommato una serie di errori clamorosi. La squadra comunque c’era e l’entusiasmo pure. Poi il corto circuito il 14 ottobre: l’esonero di Giordano, dopo la vittoria con la capolista Sora. Mistero sui reali motivi della decisione. Il presidente Franco Cardia dirà in seguito: “Mi ha offeso”. Di sicuro non quelli tecnici, la classifica era ottima. Alla 7ª giornata il Sant’Elia era a pari punti col Civitavecchia e aveva dietro Arzachena, Anziolavinio, Real Hyria, Cynthia, Ostia e Selargius. Perciò salva e fuori dalla zona playout. La società gestisce l’improvviso vuoto chiamando in panchina Mario Orrù, responsabile del settore giovanile. Farà 3 gare, con 2 sconfitte di fila a Anzio (2-0) e Budoni (3-0) e un pari casalingo prestigioso con la Torres. Di positivo c’è la scoperta di Cabras (‘95) in difesa, la fiducia a Pintus (‘93) in attacco e il rilancio in porta di Sanna (‘92). Ma il margine si è eroso: penultimo posto con 8 punti insieme con Civitavecchia, Selargius, R.Hyria e Ostia.

 

Gigi Piras non dà la svolta

In panchina arriva Gigi Piras che esordisce con un grandissimo pari in casa della capolista Turris. L’1-1 è pagato a caro prezzo con l’infortunio a Dessena, l’uomo in più: stagione finita. Cambia il modulo, si passa al 4-4-2 ma arriveranno tre sconfitte di fila (Palestrina, Isola Liri e Casertana) e con esse l’ultimo posto. Delude la punta Sanguinetti, cileno dal passato importante ma fuori condizione. Arrivano Concas e Ferreira ma non lasceranno tracce. La vittoria a Civitavecchia e i pari con Porto Torres e Nola sono un’illusione, le sconfitte con Arzachena, Selargius e Sarnese segnano la fine di Gigi Piras.

 

Con Mereu niente miracolo

Torna Bernardo Mereu in panchina per il miracolo-bis. Mancano 14 partite, la squadra è penultima con 14 punti, 1 in più del Civitavecchia e 2 in meno al Real Hyria. Il tecnico non ha Caredda (svincolato), Puddu e Dessena sono infortunati. Ridarà orgoglio e vigore alla squadra che gioca bene ma raccoglie poco. Infortuni, squalifiche, avversari forti e i persistenti problemi economici fanno il resto. Le due vittorie di fila con Anzio e Budoni riaccendono la speranza: terzultimo posto e playout sicuri. Poi il blackout coi 4 ko (Torres, Turris, Palestrina e Isola Liri), l’ultimo segna l’addio di Mereu: dimissioni dopo lo 0-4 nel match decisivo. Chiusura d’anno con Giorgio Congiu in panca e il preparatore atletico Mauro Bernardini: due bei pari in trasferta con Casertana e Porto Torres e due ko in casa. Giù in Eccellenza e con 1 punto di penalizzazione.

 

In questo articolo
Campionato:
Stagione:
2012/2013
Tags:
Sardegna
Girone G