«I risultati che stiamo facendo ci ripagano dei sacrifici fatti»
Sestu, i giovani crescono, Piras: «Il pari con la capolista Decimoputzu? Altro step, prima con le grandi perdevamo»
Scommettere forte sui giovani, si sa, comporta sempre dei rischi e richiede soprattutto una buona dose di pazienza: i risultati sperati, dunque, potrebbero non arrivare subito, e il lavoro è maggiore rispetto a quello che dovresti fare con una squadra composta da giocatori di esperienza con diverse stagioni alle spalle giocate ad altissimi livelli. Ma allo stesso tempo, ed in maniera direttamente proporzionale alle difficoltà che si incontrano, arrivano anche le soddisfazioni.
In questo senso, l'esempio fornito dal Sestu di Massimiliano Piras è emblematico: la compagine biancoblù ha allestito la propria rosa puntando tutto, o quasi, sui calciatori che arrivano dal proprio vivaio, ed i 29 punti conquistati nel girone A di Prima categoria sino ad ora, e che valgono per il sesto posto in classifica in coabitazione con il Quartu 2000, sono una bella impresa. Il girone non è sicuramente dei più semplici, ma Tassi e soci stanno continuando, nel migliore dei modi, con il loro percorso di crescita, come testimonia, tra gli altri, l'ottimo pari, per 0 a 0, strappato all'ormai ex capolista del girone Decimoputzu, proprio nell'ultima uscita. All'orizzonte, intanto, la sfida in casa del fanalino di coda Asseminese, con il tecnico dei biancoblù che suona la carica.
«Quella col Decimoputzu è stata davvero una partita molto tosta – dichiara mister Piras – La vittoria era alla portata di entrambe le squadre ma credo che, alla fine, il pareggio sia stato il risultato più giusto, almeno per quello che si è visto in campo. Loro hanno avuto una grandissima occasione proprio in avvio, ma il nostro portiere ha sfoderato un intervento miracoloso sventando la minaccia, poi sul proseguo dell'azione hanno colpito un palo a porta praticamente vuota. Scampato il pericolo siamo riusciti a giocare alla pari contro una delle compagini meglio attrezzate del girone e forse, facendo bene i conti, quelli che sono stati più pericolosi in avanti siamo stati noi, colpendo anche un palo del resto. E, nel recupero, abbiamo avuto la palla che poteva darci i tre punti, con Tassi che non ha inquadrato il bersaglio grosso davvero per una questione di centimetri».
Il tecnico poi ammette.
«Si è trattato di un bel banco di prova, considerando che nel girone di andata siamo sempre andati piuttosto male nei confronti con le squadre di vertice. Stavolta invece abbiamo fatto uno step ulteriore nel nostro percorso di crescita: ho a disposizione una squadra molto giovane e questi risultati sono fondamentali per il morale e per proseguire nel migliore dei modi con il nostro lavoro».
Piras poi svela: «Ho chiesto ai miei di scendere in campo e giocarsela senza paura, tanto non avevamo niente da perdere. Dobbiamo però partire necessariamente da una premessa: nella nostra rosa ci sono 15 ragazzi nati tra il 2004 e il 2008, e di questi ben quattro classe 2008 hanno già esordito in prima squadra; diversi elementi del 2005 e del 2007 fanno parte, in pianta stabile, della formazione titolare. Siamo un gruppo piuttosto giovane, a parte 3-4 anziani; per il resto potremmo tranquillamente essere definiti una Juniores, con addirittura alcuni Allievi che hanno trovato spazio dal primo minuto in diverse occasioni».
L'allenatore del Sestu ritorna sull'ottimo pareggio strappato al Decimoputzu.
«Ci mancava una prova convincente contro una squadra costruita per vincere il campionato; finalmente abbiamo giocato alla pari, e finalmente siamo riusciti a scendere in campo senza timori reverenziali».
Nel girone di ritorno il Sestu ha conquistato già due vittorie e due pareggi.
«Siamo in linea con i nostri programmi; rispetto agli anni scorsi, in cui avevamo fatto scelte differenti per quanto riguarda la guida tecnica, in questa stagione ho ripreso in mano le cose, considerando che ricoprivo il ruolo di responsabile del settore giovanile. Sono io che ho fatto nascere questa società nel 2012 e, a parte i primi 2-3 anni in cui mi son messo in gioco in prima persona seguendo la prima squadra, mi sono concentrato sul nostro vivaio che vanta numeri in continua crescita. Sino alla passata stagione, dunque, ho lavorato insieme ai giovanissimi».
Poi Piras prosegue.
«Per il campionato del 2024-25 avevamo intenzione di puntare tutto su un allenatore che avesse voglia di scommettere sui giovani, così è nata in me la volontà di riprendere il lavoro con la prima squadra. Il nostro settore giovanile, nel frattempo, continua a regalarci grosse soddisfazioni: abbiamo vinto il campionato regionale con i Giovanissimi fascia A2 e il campionato provinciale con gli Allievi. I nostri talenti hanno grossi margini di miglioramento davanti, ma a volta, se ti affidi a tecnici che arrivano da altre realtà sportive, rischi che non ci sia la giusta sintonia nei programmi: ci sono alcuni allenatori che, magari, tendono a portarsi appresso parecchi giocatori dalle loro precedenti esperienze, e se vuoi puntare sugli elementi del tuo paese questo non va affatto bene. Quest'anno abbiamo dato un taglio netto in questo senso e ci siamo concentrati sui ragazzi che fanno parte del nostro settore giovanile: il nostro obiettivo è quello di riuscire ad essere competitivi per il salto di categoria in 2-3 anni. Del resto il Sestu ha una storia importante alle spalle, considerando che è stato addirittura in serie D, poi il club era fallito e noi l'abbiamo fatto rinascere. Ora abbiamo circa 250 iscritti che fanno parte del nostro vivaio, e siamo una scuola calcio di secondo livello. Ci sono tutti i presupposti affinché il futuro sia roseo, insomma. Sempre che non ci "rubino" i giocatori...».
Il tecnico tocca una questione spinosa e scende nel dettaglio con le sue analisi.
«Il problema più grande in questo periodo è che ci sono troppi interessi a livello economico attorno al calcio dilettantistico. Voglio dire: se un giocatore è bravo, e magari viene preso dal Cagliari, allora sono io il primo a sponsorizzarlo, come è già successo tra le altre cose. In questi anni ne abbiamo mandati molti in casa rossoblù, nonostante il nostro club non faccia parte delle società affiliate alla società di Giulini».
Piras non le manda certo a dire.
«Il male più grande arriva dalle altre compagini, che spesso promettono mari e monti ai ragazzini, e capita altrettanto spesso che i più bravi si facciano attrarre dalle parole di alcuni ciarlatani, non posso che definirli così, che fanno calciomercato a livello giovanile. Noi stiamo primeggiando, tra virgolette, con gli Allievi regionali e con i Giovanissimi Elite, puntando esclusivamente sui ragazzi che sono cresciuti nel nostro settore giovanile; altre società, anche più quotate e blasonate della nostra, non possono di sicuro dire la stessa cosa. Se si va a guardare le loro rose, i ragazzi che arrivano dal loro vivaio si contano sulle dita di una mano sola».
Gli obiettivi del Sestu sono chiari:
«Lavoriamo per permettere di crescere al meglio i nostri giovani talenti, sperando che possano ripagarci, a suon di soddisfazioni, per tutti i sacrifici che facciamo per loro».
La classifica della prima squadra, nel frattempo, parla chiaro: 29 punti e sesto posto in coabitazione con il Quartu 2000. I gol fatti sono 24, mentre quelli subiti 32.
«A dire la verità potremmo essere molto più cinici in avanti, che in sostanza è quello che chiedo ai miei: in fase offensiva sciupiamo ancora troppe occasioni, ma anche dietro si può migliorare molto, perché poi il saldo tra reti fatte e quelle subite è in passivo. La classifica invece è piuttosto buona ma vogliamo dare una sistemata soprattutto al rendimento in fase difensiva, anche se è vero che molti gol di quelli che abbiamo incassato sono arrivati nei match con le squadre di vertice, e penso ovviamente a Baunese, Cannonau Jerzu e Decimoputzu, considerando che nella sfida dell'andata contro i campidanesi avevamo perso 5 a 0. Per il resto, bene o male ce la siamo sempre giocata ad armi pari con tutti. Nelle ultime settimane abbiamo trovato la giusta quadratura, il mix perfetto ed equilibrato tra elementi anziani e giocatori più giovani».
Nelle prime cinque uscite del girone di ritorno il Sestu ha totalizzato 8 punti su 15 a disposizione.
«Due settimane fa siamo andati a vincere in casa della Bariese: diciamo pure che sino ad allora il nostro tallone d'Achille erano proprio le trasferta in Ogliastra, da cui molto spesso siamo usciti sconfitti. Mi sembra di poter dire che nel girone di ritorno il trend stia cambiando in questo senso, ad eccezione della partita che abbiamo giocato in casa della Baunese, dove abbiamo incassato due gol nei primissimi minuti, e il terzo prima del riposo. Il giorno non siamo praticamente scesi in campo: la paura ed il timore reverenziale hanno preso il sopravvento e c'è stato ben poco da fare. Ma ci sta che molti giovani paghino qualcosa sul piano dell'emozione e rendano meno di quello che potrebbero, ma in realtà stiamo bruciando le tappe per quanto riguarda il loro inserimento in Prima Squadra, quindi non abbiamo nulla di cui lamentarci, anzi. Contro la Bariese siamo partiti con due 2008 in campo, parliamo in pratica di due Allievi. Siamo contentissimi per quello che stiamo facendo: quest'anno ci servirà per capire chi, fra i nostri giovani, ha già le carte in regola per poter far parte in pianta stabile della Prima Squadra. E credo che anche qualche 2009 potrà fare le sue prime apparizioni nel campionato di Prima Categoria: il nostro obiettivo è quello di concedere ai ragazzi più meritevoli tutto lo spazio possibile. Anche perché poi ci lamentiamo sempre del livello del calcio italiano, ma dovremmo considerare che l'anno scorso il Barcellona, nella semifinale di Champions, è sceso in campo con due classe 2007 in campo. Noi i 2007 non li facciamo giocare nemmeno in Prima Categoria».
Il tecnico si concentra sulla prossima sfida in programma nel prossimo fine settimana: la trasferta in casa dell'Asseminese si annuncia già bella quanto delicata.
«Non ci possiamo assolutamente permettere di sottovalutare l'impegno: stiamo curando in maniera particolare l'aspetto mentale, perché il rischio di abbassare la guardia quando affronti l'ultima della classe è reale e concreto, ma di certo non sarò io a commettere questo errore. I ragazzi, magari a livello inconsapevole, tendono a diminuire la tensione agonistica nelle partite sulla carta più abbordabili, e le cose in questo caso diventano ancora più difficili e insidiose. I nostri avversari non hanno nulla da perdere: giocheranno alla morte per conquistare il bottino pieno in uno degli ultimi treni-salvezza che hanno a disposizione. Se noi non ci presentiamo con il piglio giusto rischiamo di rimediare brutte figuracce. I miei sono già avvisati, altrimenti c'è il rischio di ritornare indietro dalla trasferta di Assemini con il morale sotto i tacchi».