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Alghero, la scommessa vinta da Pala: «La salvezza è stata una grande impresa»
Il mister: Pinna, Demartis, Serra, Congiu speciali

Alghero, la scommessa vinta da Pala: «La salvezza è stata una grande impresa»

Aveva un fine settimana programmato a Gavoi da trascorrere con la famiglia quando a metà gennaio gli è arrivata la chiamata dell'Alghero che aveva appena esonerato Johnny Manunta. Fabio Pala ha detto sì sapendo che la situazione era complicata con diversi giocatori in uscita (Levacovich, Zaccheddu, Satta e Sanna) e che sarebbe stato all'esordio in Eccellenza: «Il calcio è così, quando pensi che in una stagione non alleni poi arriva la proposta che ti cambia i programmi. Io ebbi la possibilità di allenare in Eccellenza già nel 2009 quando l'Olmedo chiese a me che allenavo la Juniores di sostituire proprio Manunta. Risposi di no perché non potevo fare un torto a Johnny col quale collaboravo, scelsero Gianni Fiore e gli diedi comunque una mano». Con l'Alghero che stava sprofondando sempre più fino ad avere un solo punto di vantaggio sulla zona playout, l'arrivo di Pala con una esperienza alla guida di prime squadre limitata a Olmedo (Promozione) e Sprint Ittiri (Prima) era visto con una certa diffidenza: «Sono stato chiaro sin da subito coi pochi senatori del gruppo che erano rimasti come Demartis, Pinna, Serra e Congiu. A loro dissi: "Se c'è disponibilità da parte vostra bene, altrimenti posso risalire in macchina e tornarmene a casa". È finita che il 40enne tecnico ha diretto il suo primo allenamento e poi guidato i giallorossi per 11 giornate riuscendo a mantenere la categoria.

 

Il tecnico Fabio Pala tra Tore Pinna e Massimo DemartisPassati due mesi dalla fine del campionato come si può definire la salvezza dell'Alghero?

«Una bella impresa in condizioni tecniche e societarie molto difficili. I dirigenti che sono rimasti erano sempre presente, altri però si sono allontanati e non ne conosco il motivo. Io ho chiesto ai giocatori di cercare di isolarci da questi problemi e pensare solo alla salvezza. C'è da dire che i rimborsi, bene o male, sono stati dati, quelli rimasti scoperti paradossalmente sono i tecnici che hanno un contratto»

La situazione era al limite

«La squadra è stata smantellata rispetto a quella che aveva Massimo Demartis ad inizio stagione e poi Cuccureddu e Salaris per qualche altra giornata. Con l'arrivo di Manunta sono stati presi alcuni giocatori che poi sono andati via dopo il suo esonero. Col mercato chiuso si poteva pescare solo dagli svincolati, non siamo riusciti a prendere l'ex Arzachena D'Aqui ed è arrivato solo Coghene, un bel rinforzo anche se un po' fuori condizione perché non giocava da sei mesi. Anche lui ci ha dato una grande mano e segnato un gol importante col Valledoria»

In queste condizioni accettare era un'autentica scommessa

«A me le scommesse piacciono e sono del parere che un allenatore deve sapersi sempre calare nella realtà in cui è chiamato ad operare, sapendo capire società e squadra. In questo caso ci voleva un po' di incoscienza ma sapevo comunque che i "grandi" della squadra non erano affatto male. Demartis può giocare altri 5 anni visto come ha tenuto un attaccante forte fisicamente come Ferreira, Pinna è stato decisivo nella vittoria a Gavoi, entrambi hanno grande personalità con centinaia e centinaia di gare nei professionisti. Serra è un vero bomber e se fosse stato in un'altra squadra avrebbe mantenuto la media di 25 gol a campionato, Congiu è un gran lottatore, ha un carattere speciale ed è sempre stato pronto a tenere in alto il morale della squadra. I magnifici quattro sono stati bravi ma erano assolutamente pochi per l'Eccellenza e soprattutto andavano risollevati nel morale finito a terra»

Cosa ha potuto dare alla squadra?

«Io ho contribuito a dar loro un po' di tranquillità e nuovi stimoli, i ragazzini poi erano intimoriti e disordinati. Da loro bisognava tirar fuori qualcosa in più anche se non era facile affrontare avversari che scendevano in campo con 4 fuoriquota e 7 grandi quando noi facevamo al contrario. Il problema più grande è stato proprio quello di far coesistere i pochi giocatori anziani con tutti i giovani. Tutti mi hanno seguito e, seppur senza avere tanto tempo a disposizione, abbiamo lavorato bene sulla tattica. Sono soddisfatto del fatto che la squadra abbia recepito il 4-2-3-1 che, se fatto bene, porta a difendere con 9 giocatori e attaccare sempre con almeno 4»

Fabio Pala si sente di meritarsi la conferma in Eccellenza?

«Credo di aver dimostrato di poterci stare in questa categoria, mi è stato chiesto di portare la barca in porto e ci sono riuscito. C'è sempre da imparare ma ho la consapevolezza che mi trovo meglio nelle categorie più alte dove meglio riesco a leggere le gare che non in Prima o Seconda dove c'è più confusione tattica. Soprattutto credo di poter fare bene se ho la possibilità di costruire la squadra dall'inizio stagione, l'ultima volta che l'ho fatto è stato a Olmedo tre anni fa con la squadra seconda in classifica in Promozione prima che la società facesse scappare i migliori giocatori. Avevo Mura e Usai che poi sono saliti di due categorie giocando nel Latte Dolce, Dettori poi è stato capocannoniere in Promozione col Codrongianos. I soldi sono importanti per fare grandi squadre ma si può fare un calcio apprezzabile anche senza spendere tanto, i giocatori bravi ci sono anche in categorie minori ma sono del parere che gli allenatori non devono conoscere il giocatore per il nome che portano ma perché li hanno visti sul campo, ma non tutti vanno a guardare gare di Promozione, Prima e Seconda»

Il patron Angelo Mannu ha detto che farà una squadra con anziani non oltre i 25 anni e che Pala è la prima scelta per la panchina

«È già positivo che nell'Alghero si parli di futuro e mi fa piacere essere la prima scelta per guidare la squadra in Eccellenza. Io aspetto e non ho dato parola a nessuno ma sarò pronto a parlare con chiunque perché la passione per allenare non manca e senza quella non ottieni risultati»

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2013/2014
Tags:
Sardegna