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Budoni, Mastinu ringhia: «Non ci faremo sorprendere dall'Arzachena, meritiamo la salvezza»
L'ex di turno: Io riconoscente, ma se segno esulto

Budoni, Mastinu ringhia: «Non ci faremo sorprendere dall'Arzachena, meritiamo la salvezza»

«Se questo derby contro l'Arzachena non vale una stagione non saprei quale altra gara scegliere». Per Giuseppe Mastinu, cannoniere del Budoni con 11 gol, il playout di domenica contro gli smeraldini non è solo una sfida che vale la serie D ma è anche la partita contro la società che lo ha lanciato in un campionato nazionale. «Ho giocato in biancoverde per sei stagioni - dice il 22enne sassarese - sono cresciuto lì calcisticamente e sempre lì mi sono formato come uomo. Ho passato momenti belli e meno belli però grazie all'Arzachena ho potuto conoscere la serie D. Per me resta una gara speciale». Non solo Mastinu si presenta da ex, ma anche Pinna, Steri, Palazzo, Corsini e il mister Raffaele Cerbone, colui che ha ritrasmesso la voglia di giocare persa da Giuseppe ad inizio stagione quando l'illusione Torres si era dissolta a ferragosto: «Non volevo più giocare, ero troppo deluso da chi mi ha detto che non poteva farmi un contratto perché "non c'erano soldi". Ma quanto avrei inciso io nel budget visto che sarebbe stata la prima volta in cui avrei giocato in Lega Pro? Avrei preferito che mi dicessero che ero scarso per la categoria. Perciò avevo detto basta col calcio».

 

Giuseppe Mastinu, 1991, è stato all'Arzachena sei stagioniE poi come ha fatto Cerbone a convincere Mastinu ad andare a giocare a Budoni?

«È venuto a Sassari una mattina, mi ha detto che mi voleva la sera ad allenarmi a Budoni e che non sarebbe andato via se non fossi salito in macchina con lui. Mi preparai la borsa e andai col mister, rinunciando ad altre proposte (l'Olbia, ndr). A Cerbone devo tanto perché quando era il secondo di Carmine Nunziata e io avevo 16 anni mi ha aiutato tanto a crescere, stando vicino a noi giovani e dandoci i consigli giusti. L'ho ritrovato l'anno scorso sempre ad Arzachena e mi ha dato subito fiducia, con lui ho un ottimo rapporto che va al di là del calcio ma ho sempre il massimo rispetto dei ruoli com'è giusto che sia»

Budoni-Arzachena, tre settimane dopo il vostro ko in campionato...

«Fu una gara strana per noi, non giocammo palla a terra come abitualmente facciamo e noi che abbiamo una statura medio-bassa se alziamo la palla ci facciamo del male. Poi bisogna anche ammettere che loro ne avevano più di noi, arrivavano sempre primi sulle seconde palle e chiusero meritatamente il primo tempo sul 2-0. Nella ripresa, devo dire che nemmeno il mio gol ha dato una scossa alla squadra e loro hanno poi controllato bene perché con quella vittoria si sono assicurati i playout»

Il gol fu poi accompagnato da un'esultanza un po' polemica verso i vecchi tifosi

«Ci sono tifosi e tifosi, quelli che ti stimano anche se indossi un'altra maglia e gli altri che provocano e basta. Io ho sbagliato comunque perché non devo enfatizzare il comportamento di chi non reputo tifoso, persone che in sei anni di Arzachena non ho mai visto al campo. Io sarò sempre riconoscente ai tifosi smeraldini, quelli che conosco personalmente e coi quali continuo ad avere un bel rapporto. Dopodiché dico che se domenica dovessi fare gol, come spero, esulto per il Budoni e non contro la mia ex squadra perché non ho conti in sospeso con nessuno ed è giusto non averne altrimenti mi toglierebbero qualcosa a livello mentale»

Domenica, in ogni caso, per voi deve essere una gara diversa da quella del 27 aprile

«Da quella sconfitta noi abbiamo imparato molto e non commetteremo certi errori come quello di subire la loro aggressività. Noi sappiamo che il pari nei 120' ci favorisce ma dobbiamo scendere in campo come abbiamo fatto a Genzano nell'ultima di campionato, imponendo il nostro gioco coi fraseggi palla a terra e poi sono sicuro che ce la faremo, meritiamo la salvezza»

Con 43 punti in classificia pensavate già di essere in vacanza?

«In effetti sì perché, oltre a non trovare riscontri negli altri 8 gironi di serie D, non ricordo che in passato una simile quota non bastasse per mantenere la categoria. Ci dà un po' di fastidio giocare la gara ma per come ci siamo inchiodati per due mesi ci sta anche bene, ce la siamo cercata questa gara di playout»

Cosa è successo in quelle 8 giornate in cui, facendo solo un punto, vi siete giocati la salvezza diretta?

«Innanzitutto la fortuna ci ha voltato le spalle perché alcune gare perse meritavamo addirittura di vincerle, più di altre in cui l'abbiamo effettivamente fatto. Avevamo comunque difficoltà a fare gol, io smisi di segnare dalla prima di ritorno dopo la rete al Porto Torres anche per via di un incidente stradale, i meccanismi si sono un po' inceppati e poi quando le sconfitte si accumulano subentra la paura, spesso subivamo gol nel nostro momento migliore e facevamo fatica a recuperarlo, le giocate erano meno sicure»

Mister Cerbone non ha mai smesso di credere in voi

«Sì è vero, ci ripeteva sempre: "Adesso facciamo almeno un pareggio e ci sblocchiamo". Invece noi siamo inesperti e cercavamo la vittoria a tutti i costi quando poi trovavamo la sconfitta»

In effetti, rispetto all'andata è rimasto immutato il numero di vittorie, cioè 6, mentre avete raddoppiato le sconfitte, da 5 a 10

«Questo fa capire l'importanza di muovere la classifica con un pareggio, oltre al fatto che avere un punto in più per noi significava che gli avversari ne avevano due in meno. Ma c'è anche da dire che all'andata ci hanno fischiato sei rigori a favore e, dopo che uscì un articolo in cui si diceva che noi eravamo dei cascatori, nel girone di ritorno non ce ne hanno più dato, una coincidenza un po' strana. Ad ogni modo, siamo stati bravi ad uscirne fuori da quel brutto periodo e arriviamo a questa sfida in un buon momento di forma psico-fisica»

Cosa temere da un'Arzachena che arriva a Budoni col motto del "non c'è due senza tre"?

«È vero, ci hanno battuto anche all'andata e spero che arrivino domenica con quella consapevolezza perché siamo pronti a far sì che quel proverbio non si realizzi. Ripeto, non dovremo subire la loro aggressività, loro faranno sentire l'esperienza in giocatori come Siazzu, Hasa, Manzo, Balleello, Sola e Rossi, ma noi sappiamo come colpirli»

Undici gol in campionato sono un buon bottino per Mastinu?

«È la prima volta che tocco e supero la doppia cifra ma credo che qualche gol in più l'avrei potuto segnare. Ci ho messo un po' a recuperare dall'incidente ma i miei errori sottoporta li ho commessi»

Può aver inciso il fatto di aver giocato da prima punta pur avendo caratteristiche che vengono esaltate in altri ruoli?

«Io preferisco avere la porta avversaria di fronte che stare di spalle ma devo dire che per come giochiamo noi non è così penalizzante fare la prima punta. Diverse volte ho fatto gol in quel ruolo perciò i numeri smentirebbero questo fatto, di sicuro se faccio la prima punta bisogna giocare prevalentemente palla a terra perché quelle alte non sono il mio pezzo forte»

Club professionistici si stanno accorgendo sempre più della bravura dei giocatori sardi e, dopo Cappai, Feola e Mancosu, sono prossimi a sbarcare in Lega Pro due attaccanti come Pozzebon e Sanna. Ma Mastinu non lo cerca nessuno?

«Per ora non ho ricevuto nessuna proposta e, probabilmente, è stato un bene, così resto concentrato sul traguardo salvezza. Io spero di convincere qualcuno a puntare su di me magari facendo una grande gara domenica ma, dopo l'esperienza con la Torres, non ne faccio più un cruccio. Ora spero di andare in vacanza con la salvezza in tasca, poi si vedrà»

In questo articolo
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2013/2014
Tags:
Girone G
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