Salta al contenuto principale
Difendiamo il calcio a 5, oasi di vera sportività
Il commento alla giornata di C1

Difendiamo il calcio a 5, oasi di vera sportività

Sinceramente pensavamo di non doverne più parlare. Perchè l'argomento è nettamente più noioso rispetto al gioco, ai risultati, ai trionfi e le disfatte che ci piace raccontare, dando al tutto un'enfasi che forse sarà irreale, ma che rende l'idea di ciò che ogni giocatore vive nel proprio cuore.
Ed invece eccoci di nuovo a parlare di episodi sgradevoli e che nulla c'entrano con le vicende del gioco. Partiamo da fatti, avvenuti nel dopo gara di Quartiere Marina - Domus Chia. Un tesserato dei padroni di casa entra nello spogliatoio avversario, con fare, si fa per dire, non proprio amichevole. Le versioni a questo punto inevitabilmente divergono: "normali" scaramucce, secondo la Marina, minacce e non solo, secondo il Domus. Una terza versione dei fatti dovrebbe scaturire dal prossimo comunicato ufficiale della FIGC, posto che il tutto si sarebbe svolto sotto gli occhi della coppia arbitrale.
Ben ci guardiamo dall'emettere una "sentenza" su quanto accaduto.
Ma, ancora una volta, vogliamo chiarire alcuni concetti.

Intanto, se qualcuno se lo è dimenticato, nel nostro mondo non esistono fazioni, quando si tratta di preservare il giocattolo. Siamo tutti appassionati, tutti - chi a titolo gratuito, chi con qualche rimborso (più in là di quello non si va) - coinvolti in questo grande gioco: i giocatori, i dirigenti, la Federazione, gli arbitri, quelli che - come noi - raccontano le vicende del campo. E andrebbero aggiunti gli amici che seguono le squadre, i figli, le mogli... Siamo tutti uniti nel condividere un obiettivo generale ed irrinunciabile: far funzionare un campionato bello da giocare, seguire, arbitrare, organizzare.
Promuovere tante ore di attività fisica e ludica; vicende nelle quali vige sovrana la regola dello sport, che premia il migliore, che vede il risultato del campo sempre accettato - per quanto doloroso. Che tollera che un sano agonismo sconfini nell'istintivo gesto "oltre le righe", fino a che anche questo rientra comunque nei canoni del vivere civile. Un fallo di reazione in campo, per quanto censurabile, ci sta. Un atteggiamento violento, specie dopo il fischio finale e il sacro saluto a centrocampo, no. Punto. Nulla può giustificarlo.

Perchè travalica lo sport e ci rimanda al peggior vivere quotidiano. Quello che è regolato dalla giustizia ordinaria - per intenderci.
Ecco, aldilà di tutto, i signori che non accettano questo, dovrebbero accomodarsi all'uscita. Quelli che parlano di "malafede degli arbitri" (ma siamo seri, per una volta: ma chi crede di essere così importante da indurre un arbitro, che col suo "lavoro" guadagna sì e no i soldi per pagarsi una pizza con la fidanzata, a macchinare contro una squadra di serie C1 regionale?), quelli che "le promettono" all'avversario, quelli che se si rivedessero in un filmato si vergognerebbero di come hanno agito, quelli che devono essere trattenuti dai compagni, quelli che portano nei palazzetti i ridicoli motti del mondo ultrà. Sarebbe bene che noi tutti, magari sollecitati dalla Federazione, ci ritrovassimo in una stanza per rinnovarci la promessa di preservare il nostro mondo da tutti questi comportamenti. Forse, avendolo ripetuto insieme, ci sentiremmo più solennemente impegnati a dar seguito ai buoni propositi. Anche quando perdiamo.
Per fortuna conosciamo molto bene sia i ragazzi della Marina che quelli del Domus. Sappiamo che non possono pensarla diversamente. Siano i primi a promuovere ed aderire a una simile iniziativa. Mostrino con i fatti di voler restare in questo meraviglioso villaggio, alle condizioni che ci siamo detti.

E veniamo, finalmente, alle partite ed alla situazione di campionato.
Nel poco spazio che ci rimane, diremo che l'Asso ha vinto ancora, soffrendo da principio e dilagando nel finale, contro un Athena Oristano ora più che mai coinvolto nella zona playout. Ma ci asterremo dal ripetere una volta di più che il campionato dei capoclassifica è finito da un pezzo, si gioca per i record, si va avanti attendendo che l'ineluttabile divenga aritmetica. Tanto più che la diretta inseguitrice (mai definizione fu meno centrata) è inciampata in un'inattesa sconfitta. Ci aveva già provato, a dirla tutta, la Delfino, a lasciare punti preziosi contro una pericolante. Aveva per esempio, affrontato una battaglia ad handicap contro il Lanusei, risalendo da 0-3 per vincere nel finale. Stavolta lo stesso passivo raccimolato nei primi minuti di gara è risultato fatale. Il PmLab ha gestito con ordine il vantaggio ed ha portato a casa tre preziosissimi punti per la lotta salvezza. I ragazzi di Piccoi, invece, sono stati così affiancati dal Santadi (gita di piacere con cinquina a Sassari) e dal Villaspeciosa, che ha piegato un più che coriaceo Cagliari 2000, in quella che forse è stata la gara tra le squadre più in forma del torneo. Tra questo inedito terzetto ed il resto del gruppo c'è un fossato che, se ulteriormente divaricato, lasciarebbe fuori dai playoff ogni altra contendente. Fra queste: la Mediterranea, che ha battuto un Bingia formato Lourdes (nel quale agli infortuni di gioco si sommano oramai incidenti sul lavoro, malanni varii, urgenze extra-campo dell'ultimo istante), il Domus e il Quartiere Marina (come detto affrontatesi sabato, con vittoria dei gialloblù di misura).
Sotto, è lotta per salvarsi. Nella quale. oltre al PmLab, vince solo la San Paolo. Sono punti doppi, quelli conquistati dal quintetto di Barbieri, perchè giunti contro una diretta avversaria. In sei punti stanno ora altrettante squadre: una retrocederà direttamente, quattro delle altre potrebbero dover ricorrre ai playout. Solo una, presumibilmente, conquisterà la salvezza diretta.

In questo articolo
Stagione:
2013/2014
Tags:
Serie C1
Massimo Campionato Regionale