Salta al contenuto principale
Fadda e la parentesi di Selargius: «Tre anni eccezionali e tre salvezze importanti»
Il tecnico racconta l'esperienza in granata

Fadda e la parentesi di Selargius: «Tre anni eccezionali e tre salvezze importanti»

Con la cessione del Selargius alle porte non si chiuderà solo il ciclo triennale in granata del presidente Tonio Mura ma anche quello del tecnico Vincenzo Fadda da anni legato a doppio filo con l’imprenditore di Terralba. «Sono stati tre anni fantastici – dice l’allenatore di Macomer – con tre salvezze ottenute tra mille difficoltà ma togliendoci diverse soddisfazioni che sono state più degli aspetti negativi». Tre anni vissuti intensamente così come intensi sono stati i rapporti con lo staff tecnico: «Persone speciali come Nicola Testa, il prof Mauro Marras, Federica Porceddu, Giuseppe Peddis, i preparatori dei portieri Luigi Venturi e Michele Antinori, il mio vice e allenatore della Juniores Lello Floris, che ora può coronare il sogno di allenare la squadra del suo paese, il Tonara. Sono sicuro che farà benissimo, era giusto che facesse da solo ma spiccherà il volo, io andrò a seguire qualche sua gara».

Il primo dei tre anni ha un sapore speciale?

«Verissimo. Abbiamo disputato un ottimo campionato, ottenendo la permanenza in serie D nella stagione regolare, facendo emergere giocatori come Federico Boi e Stefano Sarritzu, rilanciandone altri come Luca Caboni, Nicola Lai e Nicola Rais o proponendo Antonio Lai che ha dimostrato di starci benissimo in serie D a dispetto di quanto affermato da altri. Partimmo con poche certezze tecniche, dopo le tante partenze di giocatori finiti all’Arzachena e, con un budget limitato, il diesse Angelo Farci riuscì a costruire un bel gruppo che ha stupito tutti»

Al di là delle conferme di rendimento che i vari Caboni, Rais e Boi hanno avuto nelle due ultime stagioni, per Fadda c’è il piacere di vedere l’esplosione di giocatori poi ceduti come Sarritzu e Nurchi?

«Certo che sì, per me Stefano non sarebbe dovuto scendere di categoria e credo che presto tornerà in serie D perché ha grandi doti, così come Sergio che ha caratteristiche uniche per un attaccante. Ma ritengo sia un giocatore molto forte anche Nicola Lai, quello che più mi ha messo in difficoltà nelle scelte da fare, che giocasse titolare oppure no si è sempre allenato con grande intensità»

A quale gara del triennio è più legato?

«Al 5-1 che rifilammo al Porto Torres, considerata una corazzata specie con l’acquisto di Michele Fini mentre la nostra campagna acquisti veniva da tutti non considerata all’altezza per la serie D. Arrivavamo dal successo di Pomigliano che tutti ritenevano fosse un colpo di fortuna. Quella vittoria nel derby ci diede consapevolezza della nostra forza e, soprattutto, che potevamo starci benissimo in serie D ed è stata importante anche per me che per la prima volta allenavo in un campionato nazionale»

Un altro motivo d’orgoglio di questo triennio è stato quello di far diventare il Selargius un trampolino di lancio per tanti giocatori giovani e meno giovani

«Esattamente. In questi anni abbiamo lanciato tanti giovani del vivaio selargino in serie D, riuscendo pure a mandare giocatori in club professionistici come Federico Boi, Andrea Feola, Marcello Mancosu e, per ultimi, Emmanuele Piras e Andrea Sanna. Adesso spero che per Domenico Giordano si concretizzi una di quelle proposte che ci sono per andare in serie C. Una politica che abbiamo sempre perseguito a scapito di posizioni in classifica più prestigiose di quelle poi raggiunte, una crescita dei giovani che si deve, è bene ricordarlo, a giocatori come Porcu, Farci, Garau, Emiliano Melis»

Nell’ultima stagione, però, vista la composizione della rosa si pensava ad un campionato di vertice

«Anche noi pensavamo durante la preparazione che avremmo potuto fare più di quello che abbiamo realmente fatto, non ci nascondiamo dietro un dito ma, senza voler cercare attenuanti, ricordo che sono intervenuti tanti problemi che non ci hanno permesso di ottenere risultati migliori»

Le principali cause?

«Infortuni e problemi economici dovuti a sponsorizzazioni saltate, mancati incassi e l’alluvione che ha colpito l’azienda del presidente Mura. Per quanto riguarda le assenze, già ad inizio campionato abbiamo fatto a meno di Bonacquisti, il principale rinforzo per la mediana, poi ci sono mancati a più riprese Figos, Emiliano Melis, Angheleddu, Garau, etc. Poche volte abbiamo potuto giocare non dico con la squadra al completo ma con minime defezioni, ci è capitato ad esempio nella sfida playout contro il Latte Dolce»

La squadra dava l’impressione di non essere serena

«Abbiamo sentito la pressione di chi ci indicava tra le favorite e c’è mancato quel filotto di risultati che desse tranquillità alla squadra, che spesso giocava bene ma non sapeva gestire al meglio le gare. Creavamo tanto e non segnavamo, gli avversari alla prima occasione ci punivano e, a volte, dilagavano»

I problemi economici poi hanno portato ad un inasprimento dei rapporti che stavano compromettendo la permanenza in D

«Ciò che è capitato nell’ultimo mese, con le mie dimissioni poi rientrate e i confronti duri tra giocatori e società, non cancellano minimamente le cose buone fatte e i rapporti coi giocatori che ringrazierò sempre per i traguardi raggiunti e verso i quali nutro grande stima. Hanno fatto un passo indietro capendo che il traguardo sportivo andava salvaguardato anche per il loro futuro sportivo, con la salvezza in tasca poi hanno più forza per chiedere alla società di onorare gli impegni economici, il presidente Mura in passato l’ha sempre fatto e so che si sta attivando per farlo ancora»

Il bel rapporto con Tonio Mura ha avuto i vantaggi nel fatto di poter allenare con tranquillità ma il limite di far pensare all’esterno che Fadda non alleni altrove senza il “suo” presidente

«Con Mura posso dire che si lavora benissimo, mi ha sempre appoggiato anche nei momenti critici ma non per amicizia quanto per il fatto che, essendo sempre presente agli allenamenti, vedeva il lavoro che svolgevamo. Per certi versi è più facile e per altri più impegnativo perché non puoi rilassarti.  Auguro a tutti i miei colleghi di avere un presidente così e i selargini devono riconoscergli di aver fatto le cose sempre per il bene del club, io in questo ho dato il mio contributo dimostrato dal fatto che non appena mi sono allontanato per due mesi per via del corso a Coverciano sono affiorati problemi mai così messi in evidenza prima di allora»

Il futuro di Fadda sarà perciò ancora con Mura?

«Escludendo la panchina del Selargius, specie col cambio di proprietà, io sono disponibile a sposare qualunque progetto solido e serio»

Anche in serie C dopo aver ottenuto l'abilitazione ad Allenatore di Seconda categoria Uefa A?

«Non so se potrà capitare un’occasione del genere, il corso per me resta un’esperienza eccezionale, la ciliegina sulla torta per questi tre anni di sacrifici fatti al Selargius che mi inorgoglisce. Il ringraziamento va ai giocatori e alla società, che è fatta non solo di Mura ma anche di bravi dirigenti come Sandro Zedda, senza di loro non avrei allenato in serie D e avuto quei risultati che mi hanno permesso di avere i titoli per partecipare il corso»

Può valere l’equazione:  mister Fadda sta al presidente Mura come il bomber Sanna sta a Fadda?

«Non lo so, Andrea lo abbiamo avuto a Terralba ed è stato una sorpresa in serie D per gli altri ma non per me e Tonio Mura. Sono felicissimo che possa avere una chance di giocare in serie C nell'Aquila. Noi lo abbiamo aspettato quando all’inizio non carburava ma sapevamo che alla lunga sarebbe stato determinante per la salvezza e così è stato negli ultimi due anni, poi è un ragazzo riconoscente perché l’estate scorsa rifiutò l’offerta dell’Olbia di Giorico, che ebbe alla Torres, per fare un altro anno con il Selargius»

Il progetto di far diventare il Selargius la seconda squadra del Cagliari, invece, alla fine resta un’incompiuta per voi

«Sì dispiace, anche se non è del tutto tramontato. Nelle scorse settimane avevamo parlato con Marroccu per sviluppare realmente questa opportunità che permetterebbe al Cagliari di non perdere quei giocatori che escono dal settore giovanile e di seguirli da vicino. Spero che questa possibilità non tramonti e vada avanti indipendentemente da chi sarà il proprietario del Selargius»

In questo articolo
Squadre:
Allenatori:
Campionato:
Stagione:
2013/2014
Tags:
Sardegna