«Stagione difficile, ma domenica ho visto l'atteggiamento giusto».
Il Vecchio Borgo riparte con il pieno di entusiasmo, Murgia: «Se vogliamo salvarci serviranno più punti in casa»
Il Vecchio Borgo Sant'Elia ritorna alla vittoria tra le mura amiche, mancava addirittura dal ventidue di ottobre, in occasione del 2 a 1 rifilato al Selargius, grazie al successo maturato nel match contro il Siliqua, compagine profondamente rinnovata rispetto al progetto di inizio anno.
Si tratta di tre punti pesantissimi nella corsa alla salvezza, sia per quanto riguarda il morale che soprattutto per la classifica, con i cagliaritani che salgono così a quota 12, a sei lunghezze proprio dai campidanesi, che si mantengono, però, ancora a distanza di sicurezza dalla zona calda.
I ragazzi allenati da Miro Murgia sono ora chiamati ad un 2018 che si annuncia, se possibile, più impegnativo rispetto alla prima parte della stagione: in quest'ottica, ogni gara avrà il sapore di una finale, a cominciare dalla prossima sfida in casa del Seulo, ferito e amareggiato dopo le ultime uscite non proprio fortunate.
«Venivamo da un periodo un po' duro — ammette senza fronzoli Murgia —, non ti nascondo che l'inizio della stagione è stato molto complicato per noi. Abbiamo pagato il salto di categoria, soprattutto perché in rosa abbiamo tanti giovani, puntare su di loro è comunque l'unica strategia quando non hai grosse disponibilità economiche alle spalle. Serve del tempo per amalgamare il gruppo, ma nel frattempo paghi dazio e ne risenti soprattutto sul piano dei risultati; noi siamo stati particolarmente sfortunati in alcune circostanze, l'inesperienza poi completa il quadro. Domenica ad esempio, ho schierato due classe '2000, tre del '97 e due del '98, con soli tre anziani in campo che di fatto erano i fuori quota, ma al contrario (ride)».
Il Vecchio Borgo è riuscito a presentarsi in ottima forma dopo la sosta natalizia. «Finalmente ho avuto la possibilità di lavorare con tutti gli effettivi a disposizione, conta che l'unico buco libero nel campo in cui ci alleniamo è dalle 13.30 alle 15.30, un orario scomodo che non combacia con gli impegni di chi va a scuola o al lavoro. Normalmente ci vediamo giusto per un'ora, e soltanto con chi riesce a liberarsi ovviamente; proprio per questo dico che la sosta è arrivata nel momento giusto, ora le cose vanno un po' meglio». Murgia traccia la rotta. «Domenica i miei hanno dato la vita in campo, combattendo su ogni pallone. L'organizzazione e l'atteggiamento hanno fatto la differenza, ora dobbiamo continuare su questa strada, ci sono poche alternative a dire il vero. Per noi era fondamentale vincere, visto che in casa non accadeva da diversi mesi; ci mancano diversi punti all'appello in questo senso, ma cercheremo di rifarci nel girone di ritorno».
Il tecnico analizza nel dettaglio i passi falsi più eclatanti. «Siamo stati troppo ingenui in alcuni momenti chiave: contro l'Arborea, ad esempio, vincevamo per 3 a 2 a sette minuti dalla fine, per poi perdere con il punteggio di 4 a 3, sugli sviluppi di due calci piazzati, nati per falli che si potevano tranquillamente evitare con un pizzico di attenzione in più».
Discorso simile per la gara contro l'Idolo. «Dove abbiamo beccato il gol su una ripartenza, con la squadra sbilanciata in avanti a caccia del punto della vittoria. A volte il grande entusiasmo dei più giovani può essere controproducente: devono capire che in certe occasioni può andare bene gestire il risultato, ma è una cosa che ancora non scatta in automatico, ma sono sicuro che piano piano diventeranno tutti molto più scaltri».
Rispetto all'anno scorso la situazione è cambiata sensibilmente: «Facevamo la partita perché molto spesso eravamo più forti degli altri, ora invece dobbiamo abituarci in fretta a soffrire e tenere botta. Sarà importante riuscire a concretizzare tutte le occasioni che ci capitano in avanti, cercando di limitare i danni dietro».
Il reparto avanzato è quello che, al momento, presenta i limiti più evidenti. «Abbiamo dovuto rinunciare a Casula, uno dei pochi attaccanti di ruolo che avevo a disposizione, per problemi di lavoro, così mi è rimasto, in pratica, il solo Omar Floris. Nell'ultimo periodo sto riadattando Feboli, che con me negli ultimi quattro anni ha giocato sempre in difesa. Non è semplice, ma il gruppetto dei grandi, a partire dal capitano Davide Murgia, passando appunto per Omar Floris, sino ad arrivare a Berosi e Pibiri, mi stanno dando una grossa mano a far crescere questi ragazzi. Contiamo tanto su di loro e siamo sicuri che ci daranno una grossa mano nella corsa alla salvezza».
Ormai entrata definitivamente nel vivo. «Ma ancora non c'è niente di definitivo, la situazione è molto incerta. Anche il Quartu 2000, che per ora occupa l'ultimo posto, per me ha tantissime chance di salvarsi, considerando che nella finestra invernale di mercato sono riusciti a rinforzarsi notevolmente. Il Sant'Elena invece, secondo me, si trova nei bassifondi per caso: sono partiti, a detta di tutti, con ben altri obbiettivi e non mi sorprenderebbe se dovessero riprendersi velocemente. Alla lista bisogna aggiungere Gonnos e Barisardo, con l'Andromeda che è stata capace di infilare un paio di vittorie consecutive che l'hanno fatta allontanare dalla zona bassa. Al momento, le squadre coinvolte sono queste».
Il pareggio strappato in casa della San Marco è la conferma che anche il Vecchio Borgo ha le sue cartucce da sparare. «Si è trattato di una grossa iniezione di fiducia per noi; loro sono una corazzata di tutto rispetto, che in casa aveva sempre raccolto il massimo. Noi in trasferta, di solito, ci esprimiamo piuttosto bene, a prescindere poi dai risultati. Contro il La Palma abbiamo perso a 5' dalla fine, con un calcio di rigore parato e poi ribattuto; in quella circostanza meritavamo almeno un pareggio, siamo tornati a casa a mani vuote ma la prestazione c'è stata tutta. E' in casa comunque che dobbiamo dare di più se vogliamo raggiungere il nostro obbiettivo».
Nel prossimo turno però siete attesi dalla delicatissima trasferta con il Seulo, che nelle ultime sei uscite ha raccolto soltanto un punticino. «Proprio per questo sappiamo che sarà una partita molto difficile, su un campo caldo contro una squadra che ha un organico superiore al nostro, senza ombra di dubbio. Possono contare su due attaccanti che in questa categoria fanno la differenza: Tore Boi e Marcialis farebbero gola a tutte le formazioni d'alta classifica».
Loro avranno il dente avvelenato. «Vengono dalla sconfitta rocambolesca di Barisardo, avranno una voglia di rivincita notevole, ma noi andremo a giocarcela. L'obbiettivo è quello di conquistare almeno un punto, poi staremo a vedere che dirà il campo».