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Incontro con Luciana Ghiani
Personaggi in rosa

Incontro con Luciana Ghiani

Abbiamo raccontato di donne con carriere ricche di successi e glorie calcistiche non semplici da raggiungere e di donne che hanno fatto del pallone la propria vita.

Stavolta invece vi racconteremo di quando una passione può essere così grande che non importa quante categorie scali e fin dove arrivi, conta solo avere lo stesso entusiasmo per tre decenni senza avere mai uno sbadiglio.


Luciana Ghiani, 50 anni, è senza dubbio la tesserata più anziana dei nostri campionati regionali. La mia ammirazione nei suoi confronti va oltre il fatto di avere con lei un’amicizia decennale, è un sentimento spontaneo che si alimenta ogni qual volta la vedo in campo, perché passano gli anni e lei è sempre lì che si diverte. Un esempio di umiltà per le più giovani e di forza per quelle meno giovani. La incontro al termine della sfortunata partita che il New Bacu Abis perde contro la capolista Glema. Durante la partita la vedo parare ancora come una ragazzina e penso ripetutamente: “Ma dove trova ancora tutta questa voglia e questa devozione?!”. Glielo chiederò durante la nostra chiacchierata, tra un caffè e una sigaretta.

Cresciuta a Bacu Abis, un piccolissimo paese nei pressi di Iglesias, Luciana si avvicina al mondo del pallone relativamente tardi e per caso, dopo un’adolescenza trascorsa praticando pallavolo. Agosto 1984. I mariti del paese, per vivacizzare le serate estive, organizzano una partita di calcio a 11 per sole donne, Coiarasa vs Bagariasa (Sposate contro Scapole) alla quale Luciana prende parte. La partita è un successone e gli abitanti  riempiono ogni angolo del campetto del paese. La grande partecipazione e l’entusiasmo che porta questo semplicissimo evento, fa esplodere la voglia di calcio femminile, a quei tempi un movimento poverissimo di società. Nasce cosi l’idea di creare una squadra vera e propria nella quale si aggregano sempre più ragazze, in cui Luciana diventa uno dei pilastri e il campo della chiesa teatro degli allenamenti diretti da Sergio Meloni. Allenamenti con pochi palloni e un paio di scarpette rattoppate che preparavano le ragazze per i tornei estivi Uisp. Il 1989 è l’anno della svolta. Il Paese di Bacu  Abis e la città Iglesias si fondono creando una corazzata di calcio a 11 senza rivali, allenata da Isidoro Parodo e avente a capo come presidente la mitica Graziella Montisci. Sono gli anni d’oro del glorioso Bacu Abis.

Luciana passa così dai tornei estivi di calcio a 5 a libero incontrastato della difesa di uno squadrone che vince tutto a livello regionale. Mi racconta con orgoglio quegli anni, conscia di aver fatto parte di un’avventura tanto straordinaria quanto sfortunata. Durante quegli anni il Bacu Abis ha vinto puntualmente partite e campionati senza riuscire mai per mancanza di fondi, a fare il salto di categoria e poter giocare la tanto sospirata serie B, categoria che in quel periodo equivaleva alla serie A attuale. Mi parla del viaggio della speranza che fece tutta la squadra a Foligno, partecipando ad un torneo per poter strappare qualche buon finanziamento o un buon sponsor e poi della delusione per non esser riuscite nell’intento, vedendo cosi sfumare il loro sogno.

Mancare il salto di categoria sarà stata una delusione, però non sono mancate comunque altre gioie personali: “Non ho potuto giocare la serie B, però ho avuto la fortuna di far parte della Rappresentativa Sarda e mi sono divertita comunque!”. Tra un ricordo e l’altro, spunta fuori pure una cartella con una pila di articoli ingialliti dei vari quotidiani isolani tenuti con cura ed estremo orgoglio, a testimonianza dell’importanza che ha avuto questa squadra, negli anni in cui il calcio femminile non aveva nessun seguito e ancor meno la rilevanza che ancora oggi stenta ad ottenere.

La favola del glorioso Bacu Abis si spegne poi negli anni e chiude i battenti nel 2002.

Luciana continua la sua avventura nei campionati di calcio di serie D e C, portando la sua esperienza e guidando le difese di diverse squadre come Musei e Villamar. Anni che danno luce a una nuova giovinezza calcistica grazie all’incontro con Astiladoro Cani, stimatissimo allenatore di portieri che le affina una tecnica già presente grazie a un passato da pallavolista e la fa crescere fino a farla diventare un vero e proprio felino tra i pali. E’ nel Carbonia del compianto Ivo Gannau che intraprende definitivamente la carriera da portiere portando la squadra, con la sua esperienza, la costanza e la passione, a buoni livelli regionali.

Con il passere degli anni però il calcio femminile regionale va a perdersi per dare spazio a un più attuale calcio a 5 e Luciana c’è sempre, con gli acciacchi dell’età ma mai doma e sempre desiderosa di far parte di questo meraviglioso mondo che è il calcio. Il nuovo inizio parte tra i pali del Calasetta sino ad arrivare nuovamente a quelli del Bacu Abis, come un cerchio che si chiude.

Quando le chiedo quali sono le prospettive future, mi lascia di stucco quando ammette che i dolori al ginocchio operato ben due volte, ormai sono diventati insopportabili ma che non ha ancora deciso se continuare, ancora, imperterrita, perché il calcio è una droga e non può stare senza. Glielo leggo negli occhi  non vorrebbe proprio smettere, perché anche se l’intento è quello di portare avanti il progetto New Bacu Abis vestendo i panni di  preparatore per portieri, giocare e stare in campo da protagonisti, alla faccia dell’età e alla faccia degli acciacchi, è proprio un’altra cosa.

Vado via e solo mentre guido verso casa continuo a pensare cosa alla fine deciderà di fare ma in fondo la risposta non ha importanza e penso che non mi sorprenderebbe vederla ancora attrezzata di ginocchiere e guantoni, fare un guizzo che salva il risultato. Luciana di nome, Evergreen di cognome.

In questo articolo
Stagione:
2013/2014
Tags:
Serie C1 Femminile
Calcio A 5 Femminile