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Okonkwo Onyekachi, attaccante, Nuorese
Pesa l'addio di Tico ma il nigeriano potrebbe tornare presto

La Nuorese si è smarrita, Fraschetti: «La squadra non si diverte e gioca un calcio scontato ma nulla è perduto, una vittoria ridarebbe entusiasmo»

Da Tico a Tico. Dall'addio dell'attaccante nigeriano la Nuorese si è via via smarrita, prima con i risultati e poi con le prestazioni, ora l'ex capolista attende (giovedì il giorno giusto?) il ritorno del suo capocannoniere (12 gol in 14 gare, nella foto) per riprendere una marcia interrotta a dicembre. I verdazzurri, infatti, sono passati in poco più di un mese dal primo posto assoluto con 34 punti in 13 gare, 5 lunghezze di vantaggio sul Sorso e 7 sul Muravera (vedi classifica), ad essere terzi a quota 38 a -4 dai sarrabesi e, potenzialmente, lo stesso distacco dal Sorso che domenica ha riposato (vedi classifica). I numeri sono impietosi: 1 sconfitta e 4 pari nelle ultime 5 gare, dove peraltro Tico ha giocato le prime due contro Arbus e Ferrini, le reti segnate sono solo 2 e quelle subite 3 con la media-gol che è passata da un 2,5 fino alla vittoria contro l'Atletico Uri di fine novembre allo 0,4 per il periodo di dicembre e la prima uscita del 2019 con lo 0-0 di domenica contro il Samassi.

 

Proprio al termine del match contro i mediocampidanesi, il tecnico Fabio Fraschetti, in sala stampa, ha fatto una disamina del momento ammettendo che «da fuori è evidente che la Nuorese non si diverte, gioca un calcio troppo scontato, fa le cose con troppa fatica, poca personalità e, soprattutto, non con l'entusiasmo che aveva nella prima parte del campionato. È chiaro che non si può andare avanti con questo trend, si sta vedendo una involuzione alla quale devo dare una soluzione perché altrimenti bruceremo ciò che di buono abbiamo fatto finora, c'è il tempo per rimettere a posto le cose, mi fa piacere che questo sia anche il pensiero degli ultras che ci sono vicini, ma dobbiamo ritrovare la convinzione in noi stessi, bisogna tirar su la testa e giocare con entusiasmo onorando la maglia». Un rimedio può essere il ritorno di Tico, atteso per giovedì, la cui assenza «ci ha condizionato nel modo di giocare, lui era bravo a farsi trovare pronto al limite dell'area quando la difesa avversaria rinculava». Fraschetti si appella ai numeri globali e prova a spiegare la flessione: «Nelle ultime 18 partite abbiamo perso una sola volta, vuol dire che i valori ci sono. Questa è una squadra molto giovane che, di botto, ha perso i 4 elementi di esperienza - Tico è andato via, Lazzarini è stato svincolato, Rolandone e Cocco si sono infortunati - più l'allontanamento dei due direttori che, nel giro di una-due settimane, ha creato uno scompenso a livello mentale. La squadra lavora in settimana con lo stesso impegno ma si è attorcigliata su se stessa». 

 

La crisi di risultati parte dalla sconfitta di Arbus ma sono gli ultimi due pareggi con Stintino e Samassi a non trovare nemmeno conforto nelle prestazioni: «Analizzando il filotto di gare senza vittorie - ha detto domenica Fraschetti - La prima ad Arbus l'abbiamo persa ma poteva finire 0-0 con tutti i campo, Tico, Rolandone e Cocco. Contro la Ferrini non è stata una partita di calcio, per le condizioni meteorologiche presenti era impossibile giocare e l'arbitro ci ha costretti a farlo. A Monastir, senza tutti i riferimenti più esperti, la squadra ha dominato la partita, ha avuto le occasioni per chiuderla e, a 10' dal termine, ha subito il gol della domenica nell'unico tiro in porta subito in 90'. Da lì, a parte la gara di Coppa Italia contro l'Atletico Uri in cui abbiamo mostrato carattere giocando in dieci per 20' e passando in vantaggio in inferiorità numerica, ci siamo non dico persi ma la sensazione è che la squadra non si diverte più, si è afflosciata su se stessa e si è creata dei problemi che non deve avere perché siamo in semifinale di Coppa con la possibilità di passare il turno nella sfida in casa, e siamo a 4 punti dalla vetta a 15 giornate dalla fine».

 

C'è un solo rimedio per svoltare: «La vittoria è la panacea di tutti i mali. Non è un problema fisico ma di testa, tutto diventa più difficile e ci sembra di scalare una montagna, dobbiamo avere la forza mentale di ritrovare il successo che ci ridarebbe certezze ed entusiasmo e non apprensione come visto anche con il Samassi». Fraschetti conosce anche le regole del gioco: «Un allenatore deve sempre sentirsi in discussione. Mettere insieme diversi pareggi, a margine di prestazioni non esaltanti come quelle con Samassi e Stintino in cui la squadra è scesa di tono,  mi lascia pensare che sia in discussione. Ma io ho sempre cercato di metterci la faccia e ho difeso questo gruppo e la società. Sono convinto che insieme si può venirne fuori ma le decisioni non spettano a me». L'allenatore romano resta fiducioso: «Il Muravera era a 7 punti dalla vetta e noi ora siamo a -4. L'obiettivo è fare il massimo in ogni singolo allenamento per poi metterlo in pratica la domenica in campionato o il mercoledì in Coppa. In questo momento non ci riusciamo ma la promessa è che farò di tutto e di più per cercare di aiutare i ragazzi a riproporre un calcio bello e divertente che ha avvicinato di molto la tifoseria alla squadra. Bisogna entrare nella testa dei giocatori e tirar fuori il meglio da loro».

In questo articolo
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Stagione:
2018/2019
Tags:
19ª giornata