«So cosa può una piazza come Sassari»
La Torres cambia presidente, Lorenzoni al posto di Marras
Una saletta, la numero 123, all’interno dell’Hotel Carlo Felice a Sassari. Al tavolo, davanti ai giornalisti, la dirigenza della Torres Calcio al gran completo: Antonello Lorenzoni, futuro presidente, Leonardo Marras, presidente in pectore, Francesco D’Onofrio, direttore amministrativo e Salvatore Salaris, direttore sportivo.
Sono tanti gli argomenti sul piatto, persi fra passato presente e futuro di un team che naviga nelle acque dell’Eccellenza, tormentate e ricche di insidie, che tenta di mantenere una rotta, prova a tracciarne un’altra, di arrivare a fine stagione e ragionare su bilancio in pareggio e, si spera, un domani da costruire e programmare.
Domenica scorsa la Torres perde in casa col Muravera. A fine gara succede qualcosa, negli spogliatoi gli animi si infiammano. I referti arbitrali parlano di cori razzisti partiti dalla tribuna, cori che in pochi, realmente, hanno sentito, di atteggiamenti sconvenienti da parte di tesserati, il tecnico Tamponi ed il massaggiatore D’Alessandro, per i quali scattano immediati provvedimenti di squalifica e inibizione. Fatti da accertare a fondo, perché «la società difenderà sino alla fine i suoi tesserati, ma in caso di accertate responsabilità agirà con durezza e decisione» è il monito lanciato dalla dirigenza.
Nardo Marras, che lo scorso anno accettò di sedersi sulla poltrona da presidente del club rossoblù, è forse alla sua ultima uscita da numero uno societario. L’incontro sa tanto di passaggio di consegne, prima sussurrato, poi urlato in maniera ufficiosa e destinato a breve a diventare ufficiale. Toni duri quelli di Marras: «La Torres è come una carcassa nel deserto, spolpata dagli avvoltoi. In tanti cercano ed hanno cercato di approfittarne, ma la Torres non è un bancomat. È tempo di smetterla, ognuno deve recitare il suo ruolo. Sono stato più volte aggredito e bersagliato in questi mesi, è ora di dire basta. Io e le persone che siedono con me a questo tavolo, senza alcuno scopo di lucro. Tutti i conti sono verificabili, siamo qua e ci siamo stati nel tentativo di dar seguito ad un progetto. Ma ora siamo stanchi. Il territorio, la città non hanno probabilmente i soldi necessari per meritare una squadra d’alto livello. Noi abbiamo messo faccia e fondi per tentare di tenere in equilibrio il sistema rossoblù. E che dire delle accuse di razzismo mosse al nostro pubblico. Ci sto male, e stavolta nessuno potrà dare la colpa alla nostra curva».
Amarezza ma sguardo rivolto a ciò che sarà: «Terremo comunque fede al nostro impegno. Antonello Lorenzoni è persona d’esperienza e inserita nel mondo del calcio, con lui abbiamo avviato un processo di ridimensionamento economico – spiega il quasi ex presidente torresino – che dovrebbe garantirci di controllare il bilancio. L’avvicendamento sarà graduale, in un quadro però difficile, perché quel che manca alla città è l’incapacità di sorridere alla Torres».
Gli fa eco Francesco D’Onofrio, che facendo il punto sulla scarsa capacità imprenditoriale del sassaresi, racconta di un mondo «spesso incapace di attirare le persone. Persone che però si sono impegnate e lo faranno ancora, oneste e decise a restarlo».
Ed infine la parola a Lorenzoni, che a Sassari da presidente c’era già stato negli anni fra il 1981 ed il 1985. La sua storia spazia fra l’Isola ed il continente, imprese riuscite come quella all’Albinese, altre sfiorate e tentate come quella a Castelsardo: «Mi piace il calcio, mi piace molto Sassari, so cosa può dare questa piazza, ed una volta chiacchierato con i signori qua al mio fianco, visionati i bilanci e fatta chiarezza su intenti e prospettive, ho deciso di dare il mio contributo – afferma – Si tratta di lavorare insieme e con impegno, per tentare di portare la squadra in serie D il più presto possibile. Non è una promessa, è una constatazione, una speranza credo condivisa. Quest’anno penso però sia difficile, non mettiamo il carro davanti ai buoi chiaramente, proveremo a lavorare lungo tutto il girone d’andata e proveremo ad aggiustare qualcosa nel mercato invernale – prosegue Lorenzoni -. Io ho sempre pagato gli stipendi, e questa nel mondo del pallone è una garanzia che poche volte è possibile dare. La situazione richiede però un taglio degli emolumenti. La proposta l’ho fatta io a tutti i giocatori della Torres, in molti l’hanno accettata, pochi ancora non hanno sposato questa nuova linea. Sono arrivati due nuovi giocatori, saranno valutati e vedremo il da farsi. Non escludo possano arrivarne un altro paio a dicembre, tutto chiaramente nel pieno rispetto delle nostre possibilità e solo per il bene della squadra».
Ultima precisazione, in riferimento a pregressi da saldare risalenti al campionato di Promozione: «Senza intaccare assolutamente la gestione finanziaria di quest’annata, Marras ed io – chiude D’Onofrio – ci stiamo adoperando per risolvere questa spiacevole questione che tanto fa parlare e discutere». Lavori in corso quindi, nella società, nello spogliatoio e sotto la tribuna coperta del Vanni Sanna, al momento chiusa ed inutilizzabile. Giovanni Dessole