«Bisogna riportare in alto questo glorioso club»
La Torres riparte da Roberto Ennas: «Un orgoglio allenare i rossoblù, qui mi sento a casa mia»
Roberto Ennas giocava al Cattolica, Antonello Lorenzoni lo riportò sull’Isola, ed il matrimonio fra l’attaccante ed il rossoblù Torres cominciò a cementarsi sino a sfociare in una ardente passione. Bandiera sul campo, chiamato a far da vice a Luciano Foschi nell’ultima stagione della Torres fra i professionisti, capo allenatore l’anno scorso in Promozione con Eccellenza conquistata fra i veleni dell’ennesima annata tribolata, Roberto Ennas è ora ufficialmente il nuovo timoniere sassarese. A volte ritornano, ci pensano su bene, ed accettano la sfida. Una sfida che passa per la trasparenza e la programmazione, per la chiara e netta divisione dei ruoli, per la volontà di far bene, per un rapporto da ricostruire con la città e con la tifoseria, senza illusioni o facili promesse, nel segno dell’oculatezza e del passo compatibile con la lunghezza della gamba.
Roberto Ennas è pacato come al solito. Il calcio lo conosce e lo ha giocato per tanti anni. Non ha paura ma dovrà tener testa ad Antonello Lorenzoni, presidente d’impeto e passione, che al timone della Torres resterà anche da solo, ma cerca sostegno per poter fare le cose in grande. C’è una domanda di ripescaggio in Interregionale, molto difficile da trasformare in serie D ma non impossibile. Ci sarebbero delle peculiarità su cui far leva e che potrebbero sbloccare la situazione. Nulla è certo, nemmeno il nome del vice Ennas (quotato l’ex Alghero Masotti, preparatore atletico, mentre sfuma l’idea Dossena). C’è il portiere, Simone Deliperi, probabilmente ci saranno Cherchi, Maninchedda, Tribuna e Pettinato, numerosi i calciatori contattati, qualcuno non arriverà (Sias, Marras), altri sono in piena trattativa. Intanto si pensa a come scovare fuoriquota all’altezza, probabile l’impiego di provini ad hoc, si ragiona su possibili ingressi in società e su ruoli (direttore sportivo e direttore generale). Tutto si muove, ma la polvere è ancora alta.
Roberto Ennas prova a diradarla, spiegando il perché della sua scelta: «Mi ha fatto piacere la chiamata del presidente. Siamo stati a chiacchierare per una settimana intera, che è servita per chiarire diversi punti del progetto Torres. Mi ha colpito il grande entusiasmo di quest’uomo, la sua voglia di riportare la squadra ai fasti di un tempo – afferma il tecnico rossoblu – Il rossoblù per me ha un valore incommensurabile, mi vengono i brividi solo a parlarne. La Torres è casa mia, sono cresciuto qui, mi sono affermato calcisticamente qui, ho ricevuto tanto e dato tanto a questi colori, la sento mia ed è per me motivo di orgoglio. Senza togliere nulla alle altre società, dico che lavorare per la Torres rappresenta il massimo per queste categorie». Poi uno sguardo al recente passato, propositivo, senza giudizi di valore né commenti: «Ho seguito un po’ ai margini le vicissitudini della Torres, in campo e fuori. Non credo assolutamente sia tutto da buttare via. Occorrerà però ripartire da qualcosa di positivo, riconquistare tutti e tutte le componenti che gravitano attorno a questa importante realtà calcistiche, lavorando seriamente, serenamente, mostrandosi chiari nel programma, lungo direttive precise da tracciare in base alla disponibilità. Certo proveremo a fare una squadra capace di raggiungere un risultato consono alle ambizioni Torres, perché non ci si può limitare al classico campionato di transizione. Nessun proclama però, massima oculatezza: vedremo la rosa che riusciremo ad allestire poi, in base a questo, proveremo a ritagliarci uno spazio almeno in chiave playoff». La città, la Curva, l’imprenditoria tutte facce di una stessa medaglia, tutti elementi da «far salire sul nostro carro. Se saremo seri, chiari e trasparenti penso riusciremo a coinvolgere chi ha voglia di dare una mano, sia essa emotiva o finanziaria – spiega Ennas – Dobbiamo ricreare un’immagine credibile. Abbiamo visibilità, c’è tanto interesse attorno a noi. Possiamo contare su una tifoseria importante e molto rumorosa, più che un dodicesimo uomo in campo. Senza dimenticare il settore giovanile, ci è mancato, ne abbiamo bisogno, dovremo tentare di costruirlo al meglio e valorizzarlo». Ed il mercato? «Abbiamo una lista lunghissima di nomi. Qualcuno già stato sentito, cercheremo di chiudere al più presto alcune operazioni che abbiamo in sospeso – chiude l’allenatore della Torres – Non lasceremo nulla di intentato, diverse le opzioni da valutare ma unico l’intento: fare il meglio possibile. Non so se nel quadro di un programma biennale o triennale, ma di sicuro nel tentativo di riportare quanto prima la Torres nei campionati che le competono».