«Battuta la Macomerese con merito, Usini banco di prova»
L'Ovodda in rampa di lancio, Moro: «Umiltà, fame e ambizione, le nostre parole chiave»
Tra i risultati più importanti che hanno caratterizzato la 12esima giornata nel girone B di Promozione c'è, senza ombra di dubbio, il successo interno dell'Ovodda, che ha avuto la meglio nello scontro diretto per la salvezza con la Macomerese vincendo 2-1 e portando il distacco dalla zona calda a +5.
Ma, a dire la verità, la squadra guidata da Manuel Moro (foto Deligia) sta correndo fortissimo già da diverse giornate. Infatti, i granata sono ripartiti di slancio dopo il ko rimediato nella tana dell'Atletico Bono, conquistando due pareggi, contro la corazzata Bonorva, in casa, e il Tuttavista, in una delle trasferte più delicate della stagione, che Deiana e soci hanno affrontato con la personalità delle grandi squadre. Con 14 punti messi in cassaforte e sei squadre alle spalle in classifica, l'Ovodda ha disputato diverse gare di altissimo spessore, come quelle offerte in occasione del pari imposto all'ex capolista Coghinas, passando per il 2 a 2 maturato a Sassari con la Lanteri, senza dimenticare il sontuoso 4 a 1 rifilato, di fronte ai propri tifosi, al Sennori. Il giovane tecnico si concentra già sulla prossima difficile sfida, in casa della quotatissima Usinese, con il chiaro intento di allungare la striscia positiva
«Contro la Macomerese abbiamo letteralmente dominato il primo tempo – ammette senza mezzi termini mister Moro – I ragazzi hanno avuto un approccio praticamente perfetto alla gara, poi sfortunatamente siamo stati costretti a rinunciare ai nostri due attaccanti e, di conseguenza, nella ripresa abbiamo dovuto abbassare un po' il baricentro, ma senza soffrire particolarmente, se devo essere sincero, considerando poi che il loro gol è arrivato in seguito ad un nostro infortunio. Credo di poter dire che il risultato finale è assolutamente meritato e non posso che essere felicissimo per questi tre punti».
Per l'Ovodda si tratta del terzo risultato utile consecutivo: le cose nell'ultimo periodo stanno andando nel migliore dei modi. «Credo che la partita contro il Bonorva sia stata quella della svolta: siamo partiti forte, con tantissima grinta e siamo passati in vantaggio, trovando anche il raddoppio a metà della prima frazione. Loro però sono riusciti ad acciuffare il pari, ma comunque sia parliamo di una corazzata, di una squadra costruita con l'intento di orbitare nei quartieri alti della classifica sino alla fine del campionato, quindi lo reputo, nella maniera più assoluta, un buon risultato».
Lo stesso discorso cosa vale per il 2 a 2 imposto al Coghinas, altra grande del girone B.
«Parliamo dell'ennesima giornata positiva per noi, arrivata grazie ad una prestazione di altissimo livello, considerando poi che la mia squadra ha dovuto giocare in inferiorità numerica per gran parte dell'incontro. Un pareggio che alla fine può anche essere giusto, ma credo che ai punti avremmo meritato qualcosina in più: siamo riusciti a giocare a viso aperto contro una compagine forte e attrezzata per il salto di categoria. La soddisfazione è tanta, e si capisce».
La vittoria per 4 a 1 contro il Sennori rappresenta probabilmente uno dei punti più alti toccati dai granata, almeno sino a questo momento.
«La partita si è messa subito in discesa per noi, sin dai primissimi minuti di gioco: già nella prima mezz'ora eravamo in vantaggio per 3 a 0 e questo ci ha permesso di gestire al meglio il resto della gara. In quella circostanza ho visto l'atteggiamento positivo e propositivo che chiedo ai miei ragazzi».
L'ultima sconfitta risale al due di novembre, in occasione della trasferta contro l'Atletico Bono.
«Eppure anche contro i biancorossi abbiamo disputato un grandissimo primo tempo, costruendo almeno 4 o 5 palle gol nitide per portarci in vantaggio. Ed invece siamo andati al riposo sotto di una rete, subita a causa di uno svarione difensivo, mentre nel secondo tempo non siamo riusciti a ribaltarla, come invece speravamo di fare. Credo che la sconfitta sia comunque meritata, non c'è molto da aggiungere in questo senso».
Mister Moro può continuare a lavorare con il pieno di serenità. Il tecnico torna sui motivi che l'hanno convinto ad accettare questa avventura.
«Sin dal primo momento ho sentito grande fiducia da parte della società; partiamo di un gruppo di dirigenti che ha tanta voglia di crescere e di migliorare, assieme alla squadra, è chiaro. Mi sento onorato per essere stato scelto per questo ruolo: l'intenzione è quella di gettare le basi per mettere in piedi un progetto che possa essere importante e duraturo. Non ho avuto nessun dubbio e ho deciso subito di tuffarmi in questa sfida, anche perché mi sono trovato a lavorare con persone che hanno un profondo senso di appartenenza, un attaccamento profondissimo per questa maglia e questa squadra, oltre ad un umiltà e una serietà notevoli. Ma non è solo la dirigenza che ci stimola a fare sempre bene, ma è tutto il paese che ci fa sentire il suo sostegno, il suo calore: i nostri tifosi ci supportano sia in casa che in trasferta, anche nelle situazioni più critiche e delicate; queste sono le cose che ti aiutano, ti spingono ad andare oltre i tuoi limiti, a fare sempre meglio, insomma. Ci sono tanti margini di miglioramento, ma io ripeto ai ragazzi che le nostre parole d'ordine devono essere: umiltà, fame e ambizione. L'umiltà di chi si deve conquistare i punti in ogni campo e in ogni partita, soprattutto attraverso il lavoro negli allenamenti; la fame che serve per lottare anche contro le avversarie più quotate e blasonate e l'ambizione che ti deve accompagnare quotidianamente nella ricerca dei risultati migliori. Io sono davvero felicissimo di poter lavorare qui a Ovodda: ho tutto quello di cui ho bisogno, non manca assolutamente niente; faccio parte di una società esemplare che rappresenta un paese che dimostra un amore grandissimo nei confronti del calcio; i nostri tifosi ci trasmettono puntualmente tantissima passione e vorrei approfittare di questa occasione per ringraziarli pubblicamente. Non posso che essere orgoglioso per essere l'allenatore dell'Ovodda e ora spero di ripagare la fiducia ricevuta dalla dirigenza e spero di riuscire a gratificarli con il lavoro sul campo e i risultati positivi, per quanto sarà possibile. L'unica garanzia che posso dare al momento è che butterò in campo anima e corpo, in ogni partita».
A partire dal prossimo confronto, in trasferta, contro la corazzata Usinese.
«Si tratta dell'ennesimo banco di prova per noi: servirà grandissima attenzione e la concentrazione al massimo dal primo all'ultimo minuto; ogni azione potrà essere quella decisiva per le sorti dell'incontro. Andremo a giocare in casa di una squadra che ha tantissime individualità importanti in organico, e penso a Saba e Chelo, giusto per citarne due, ma la lista ovviamente potrebbe essere anche più lunga. Se il nostro obiettivo è, realmente, quello di crescere, sia come squadra che dal punto di vista dei singoli, questi incontri sono quanto di meglio si possa chiedere».
Il tecnico suona la carica.
«Io mi aspetto che la mia squadra acquisisca e si esprima con un'identità di gioco ben precisa, indipendentemente dall'avversario che ci troviamo davanti. Ma soprattutto senza scordare che il divertimento, soprattutto nel mondo dei dilettanti, è uno degli aspetti più importanti».
La mentalità potrebbe diventare l'arma migliore dei barbaricini.
«Molti pensano che, poiché Ovodda è uno dei paesi più piccoli, se non il più piccolo, tra quelli rappresentati nel campionato di Promozione, allora andremo a ricoprire il classico ruolo della vittima designata. Ed invece noi puntiamo a diventare un buon esempio nel panorama regionale: il primo step, in questo senso, sarà quello di pianificare un programma che possa dare i suoi frutti nel tempo; per le ambizioni che la animano, questa società non deve sentirsi seconda a nessuno; idem vale per l'umiltà con cui si lavora, soprattutto, con un gruppo composto da tanti giovani come il nostro. Sono tutti elementi fondamentali se vuoi gettare delle basi solide e credo proprio di poter dire che noi siamo sulla strada giusta».