L'Uefa indica la deadline alle 55 Federazioni: il piano per la ripartenza dei campionati entro il 27 maggio, in caso di stop definitivi valgono i meriti sportivi

L'imperativo resta quello: le Leghe e le Federazioni facciano il possibile per completare i rispettivi campionati nazionali. L'incontro Uefa tenutosi oggi in videoconferenza ha confermato le indicazioni date nei giorni scorsi da Nyon e cioè che per terminare la stagione 2019/20 non si dovrà andare oltre il 3 agosto. In tal senso, le 55 Federazioni avranno tempo fino al 27 maggio per presentare i piani di ripartenza dei ciascun campionato, fosse anche attraverso formule ridotte come mini-tornei per playoff e playout. In ogni caso, il comitato esecutivo presieduto da Alexsander Ceferin sta pensando anche a un piano B di uno stop anticipato nel caso in cui le condizioni sanitarie non dovessero garantire lo svolgimento delle gare in massima sicurezza agli atleti e non solo come è già accaduto per i campionati in Belgio e Scozia e, molto probabilmente, anche in Olanda.

In questa ipotesi estrema varranno i meriti sportivi acquisiti sul campo fino al momento dell’interruzione dei campionati con le Federazioni - ma non le Leghe - dovranno inviare la lista delle squadre qualificate alle prossime coppe europee in base ai criteri meritocratici. Un principio che dovrà essere assicurato, territorialmente, da ciascuna federazione con l'Uefa che vigilerà affinché tali criteri di merito sportivo siano applicati salvo riservarsi il diritto di rigettarne l'accesso.

Inoltre, l'Uefa ha deciso di far slittare al 2022 (dal 6 al 31 luglio) l’Europeo donne previsto originariamente per il prossimo anno in Inghilterra. «Abbiamo attentamente considerato tutte le opzioni - dice Ceferin - con il nostro impegno per la crescita del calcio femminile in prima linea nei nostri pensieri. Spostando gli Europei donne all'anno successivo, ci assicuriamo che la nostra competizione femminile di punta sarà l'unico grande torneo di calcio dell'estate 2022, fornendo ad essa i riflettori che merita».