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Marco Manis, portiere
«L'Olbia? Sarebbe bellissimo potersi rimettere in gioco in serie C»

Marco Manis pronto al rientro in Sardegna: «All'Argentina Arma esperienza positiva, ho fatto il professionista. Spero di trovare una società seria, ambiziosa e organizzata»

Niente fusione tra club ma qualche trasfusione di giocatori che non contempla quella di Marco Manis, portiere di Serramanna classe 1983 da due stagioni in forza all'Argentina Arma che non si unisce alla Sanremese ma continua la sua corsa in serie D con Aleandro Dal Monte nuovo presidente dopo che gli altri dirigenti Marco Del Gratta e il suo socio in rossonero Dino Miani sono entrati a far parte del club della Città dei Fiori. In biancoceleste sono finiti l'allenatore Calabria e un terzetto di spessore formato da Lo Bosco, Castaldo e Costantini che non diventa quartetto come si vociferava nelle ultime settimane. «Se ne parlava già prima che finisse il campionato - dice Manis sul possibile trasferimento alla Sanremese non concretizzatosi - ma, da quello che ho capito, l'allenatore pare voglia giocare col giovane in porta e a me era stata prospettata una soluzione di impiego nelle gare più importanti. Io sono abituato a giocare sempre, se non sono in grado di essere un titolare è giusto che venga messo in discussione ma ancora sto bene fisicamente, ho fatto due buoni campionati e questo ruolo da portiere a fine carriera ancora non mi si addice». Perciò l'estremo difensore cresciuto nel settore giovanile del Cagliari è sul mercato: «La mia avventura all'Argentina Arma è finita, due dei tre presidenti sono passati alla Sanremese, uno è rimasto tenendo in vita un club storico fondato nel 1928, stanno facendo una squadra di giovani prendendo alcuni senior tra i 21 e i 25 anni».

 

L'Argentina d'altronde primeggia nella classifica "Giovani D valore"

«Per tre anni di fila è arrivata al primo posto, è una società che punta a lanciare i giovani del posto, quest'anno c'era in squadra qualche ottimo ragazzo come Luca Colantonio del '98 e Fabio Garattoni del '97 che hanno sempre giocato nei due anni in cui ci sono stato, ma ce ne sono tanti altri bravi come Emanuele Piras che ormai ha tanti campionati di serie D alle spalle, è un ragazzo serio e che si impegna tanto. Purtroppo per lui ha avuto un brutto infortunio, si è fratturato il malleolo e ha saltato le ultime gare di campionato dove ci giocavamo tutto, sta recuperando bene e spero che possa ripetersi a questi livelli»

L'anno scorso quinto posto e playoff, quest'anno settimo e dietro alla Sanremese di Luca Caboni

«Loro sono partiti per vincere, spendendo anche molto sul mercato, ma non sono andati come speravano, si sono un po' ripresi alla fine ma avrebbero potuto fare meglio. Ora ci riprovano hanno fatto una bell'offerta ad Andrea Sanna (bomber dell'Arzachena, ndr), coi sardi sono abituati bene visto che c'erano anche Cabeccia e Caboni. Noi puntavamo a migliorare il risultato dell'anno scorso anche se non avevamo la squadra per farlo, per me l'organico non era allo stesso livello anche se potevamo fare qualcosina di più. L'anno scorso, però, eravamo più forti nei singoli e nei giovani, un gruppo molto più solido. Abbiamo fatto più o meno un'annata regolare tra andata e ritorno, alternando buoni risultati ad altri scadenti, sul finire del campionato abbiamo perso contro avversarie in lotta per la salvezza»

In ogni caso siete stati la terza difesa del girone mentre l'anno scorso la seconda

«Ma, alla fine, i 35 gol subiti sono troppi, l'anno scorso 25 e tra l'altro in 38 gare, cioè giocando 4 partite in più. Avevamo un allenatore come Ascoli molto preparato che lavorava tanto sulla fase difensiva e i frutti si sono visti. Per me, comunque, sono stati due anni molto positivi sia per le prestazioni in campo ma anche nel lato extra-calcistico, sono stato in un posto bellissimo, ho legato con altre persone che nulla hanno a che vedere col calcio. E poi il calcio è vissuto in modo professionistico, i dirigenti sono persone serie che mai hanno sgarrato nei pagamenti, l'unico pensiero dei giocatori è andare al campo e allenarsi a dovere»

E qualche volta hai potuto surfare?

«Assolutamente sì, a Sanremo ci sono dei bei posti dove poter cavalcare le onde, questo mi aiutava a staccare perché non è facile stare lontano da casa. Andavo di lunedì ma anche durante la settimana, non mi pesava fisicamente, due orette appena, e mi rigenerava mentalmente. L'ho fatto anche prime di gare importanti e poi sono andato bene»

Pronto a rientrare in qualche club della Sardegna o vengono i brividi ripensando a qualche esperienza passata?

«Nessun brivido, in Sardegna ci sono delle belle realtà, società serie con ottimi progetti. Non sono fuggito e sono contento di aver fatto un'esperienza fuori dall'Isola. Bisogna vedere sempre qual è la società che ti chiama, se c'è la serietà, l'ambizione e l'organizzazione giusta è bello stare a casa. La categoria non conta ma la serietà delle persone sì proprio per essere messo in condizioni di rendere al massimo»

Come giudichi la serie D delle squadre sarde?

«Innanzitutto era un girone molto difficile e non credevo che l'Arzachena potesse vincere avendo come avversarie L'Aquila, Rieti e Monterosi con organici da serie C. Ma non mi stupisce conoscendo il valore della squadra, con giocatori come Sanna, Branicki, Nuvoli, Bonacquisti, La Rosa, e perché conosco Giorico, tra i migliori tecnici in Sardegna, e so cosa può dare, ora spero riesco a stare nei professionisti. Ma pensavo che in qualche modo alla società non importasse fare il salto nei professionisti e invece sono rimasto piacevolmente colpito dalla loro ferma intenzione. Hanno battuto le grandi del campionato e hanno tagliato un traguardo storico. Dall'altro lato mi è dispiaciuto vedere le squadre sarde in difficoltà e, in particolare, il Muravera retrocedere, i miei ex compagni avevano fatto una grande cosa salvandosi l'anno scorso e stavano per fare il bis. Sono contento per il Lanusei che ha dimostrato di poter stare dentro questo campionato e anche il Latte Dolce ma qui non avevo dubbi perché quella sassarese è una realtà ben consolidata, che lavora molto bene con i giovani e aveva un nucleo di esperti validi come il portiere Garau, mio grande amico. Tra l'altro tre anni fa retrocedettero chiudendo con 43 punti, una cifra alta che ogni anno garantisce la salvezza»

L'Olbia è riuscita a tenere coi denti la Lega Pro

«L'Olbia è una delle realtà migliori in Sardegna, una società seria e ambiziosa, è giusto che sia rimasta in Lega Pro. E sono contento che si siano affidati ad allenatore sardo come Bernardo Mereu che ora potrà fare un ottimo campionato dall'inizio»

Visto che l'Olbia è sul mercato per un portiere, facciamo una rima: "Ma Manis in Lega Pro perché no?"

«Sarebbe bellissimo potersi rimettere in gioco nei professionisti, ora la Lega Pro è quasi una serie B vista la presenza di piazze storiche e blasonate come Catania, Foggia, Lecce, Reggina, Padova, Parma, Venezia per non parlare delle avversarie dell'Olbia come Livorno, Siena, Piacenza, Cremonese, Alessandria. Io ho anche casa in Gallura ed è un ambiente che conosco bene, con l'Olbia ho potuto esordito in serie C giocando due stagioni dal 2004 al 2006, poi sono stato altri due anni in Eccellenza vincendo con Giorico in panchina il campionato che sanciva la rinascita della società dopo il fallimento del 2010» 

Un'altra tua ex squadra, il Budoni, torna in serie D dopo un solo anno di purgatorio

«Sono molto felice per i ragazzi e per l'allenatore Cerbone, tra i più preparati in assoluta e l'ha dimostrato ancora una volta perché aveva una squadra buona per l'Eccellenza ma non per vincere gli spareggi nazionali. So che la società ha avuto dei problemi, gli stessi di quando noi in serie D chiudemmo al quarto posto facendo il record della storia del club, anche lì gran parte del merito era di Cerbone e quest'anno è stato ugualmente così, il mister merita il salto di categoria. Spero possano affrontare al meglio la serie D, altrimenti non si può fare calcio così, la società dovrebbe riconoscere i propri limiti e capire se andare oltre oppure no»

 

 

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2016/2017